Incredibile a Madrid: Louisa Chirico, 20 anni tra qualche giorno, centra la semifinale dopo essere partita dalle qualificazioni, azzannate per un pelo. Bravura e fortuna di una ragazza che era una promessa del soccer ed era conosciuta per aver commesso uno degli errori più ridicoli della storia.Succedono cose strane, al Premier Mandatory di Madrid. Quattro rumene ai quarti in un torneo organizzato da Ion Tiriac. Alzi la mano chi non ha pensato una macumba del baffone di Brasov….tuttavia, è ancor più clamoroso quanto successo a Louisa Chirico. La 19enne americana si è fatta un regalo di compleanno con un paio di settimane d’anticipo. Il 16 maggio non sarà più una teenagers, ma si porterà in dote la semifinale in uno dei tornei più importanti del mondo. Come è stato possibile? Facile: un clamoroso mix di bravura e fortuna. La bravura è stata nel superare le qualificazioni e poi battere Niculescu, Ivanovic e Gavrilova nei quarti. La fortuna risiede nel ritiro di Vika Azarenka, che ha alzato bandiera bianca prima di affrontarla negli ottavi. Ma ha origine alla scorsa settimana, quando il display del suo smartphone si è illuminato e ha scoperto che avrebbe potuto giocare le qualificazioni a Madrid. Era fuori di tre posizioni dal cut-off originario, ma l’hanno avvisata in extremis che era stata ammessa. Si trovava a Praga, dove era rimasta ad allenarsi con il coach Jay Gooding dopo aver perso nelle qualificazioni. Ha cambiato la prenotazione del volo (la destinazione originaria era Cagnes su Mer, dove avrebbe giocato un torneo ITF) e si è palesata alla Caja Magica appena in tempo per il sign-in. E’ contenta di giocare sulla terra battuta, Louisa. Da ragazzina ha passato estati intere a giocare sull’Har-Tru, la terra verde americana. Lì ha sviluppato un tennis fatto più di rotazioni che di botte piatte. “Ma mi sono accorta solo dopo che molte americane non amano giocare sulla terra. Io invece sarei ben contenta se la stagione sul rosso durasse ancora di più. Spero di giocare più partite possibili”. A Madrid ne ha già giocate cinque e si godrà la sesta contro Dominika Cibulkova, reduce da parecchie battaglie. Insomma, il settebello non è così remoto.

L’IDOLO? MIA HAMM
Per “Lou” è un momento positivo. La classifica la vede al numero 130 WTA, ma lunedì sfonderà in scioltezza il traguardo delle top-100. Aveva mostrato buone cose a Charleston, dove si era spinta negli ottavi (battendo Lucie Safarova), poi si era qualificata a Stoccarda battendo anche Camila Giorgi. Se aggiungiamo che lo scorso anno aveva conquistato la wild card USTA per il Roland Garros, pare chiaro che la terra è davvero la sua superficie. E pensare che era diventata famosa per aver commesso uno degli errori più clamorosi nella storia durante il torneo ITF di Charlottesville, giusto un anno fa. Ma l’ha presa a ridere e adesso è la giocatrice del momento. E pensare che avrebbe potuto fare la calciatrice. Il soccer femminile raccoglie più successi del maschile, anche grazie a personaggi come Hope Solo, ma lei guardava oltre: sognava di emulare Mariel Margaret “Mia” Hamm, la più grande calciatrice di sempre. Sin da piccola ha sentito il sacro richiamo dello sport. Il suo sport era il calcio, ma aveva provato anche basket, pattinaggio artistico e hockey su ghiaccio. “Amavo ogni sport, poi un giorno mia madre mi ha iscritto a una scuola tennis. Per qualche anno ho praticato sia il calcio che il tennis, ero un difensore centrale. Poi ho scelto il tennis perché è uno sport individuale. Mi affascina il dover risolvere da sola il puzzle. Ok, hai un team e un allenatore, ma durante la partita non ti possono aiutare. Sei uno contro uno, non sai mai cosa succederà. E’ come la boxe, è molto cool!”. Il percorso della Chirico è stato lineare. Il talento c’era, i risultati anche, ma per anni ha continuato a frequentare la scuola. “Giocavo soprattutto negli Stati Uniti, poi nel mondo era pieno di giocatrici…però quando ho giocato i primi tornei ITF ho capito che forse potevo provare a vivere di questo sport”.

QUEGLI AMICI UN PO’ NAIF
Nonostante il cognome tradisca origini vagamente italiane, la parte materna della sua famiglia risiede tra la California e la Corea, origini che si possono apprezzare osservando con attenzione i suoi lineamenti. Per questo tiene molto alla tradizione di Natale, quando la famiglia si riunisce . Lei parla inglese, un po’ di spagnolo e ha studiato per tre anni il cinese. “Però non sono brava come Christina McHale. Anzi, l’anno scorso non sono neanche andata in Asia, quindi spero di recuperare quest’anno e spolverare il mio cinese. Col coreano non vado oltre i saluti”. Il reso del Chirico-World è tradizionale. Amici, hobby tutto sommato semplici come la musica (le piace in particolare il genere House, ogni volta che viene in Europa si ritrova con una playlist tutta nuova). “Mi divertono le domande dei miei amici: mi chiedono se ho giocato con Serena Williams o Maria Sharapova, poi mi colpisce l’ingenuità di alcune riflessioni: se gioco le qualificazioni, dicono: ‘Quindi giochi un torneo per poterne giocare un altro?’. Mi piace il tennis ma mi piace anche non parlarne 24 ore al giorno, per questo è ottimo avere qualche amico che non ne sa nulla”. Qualità? L’energia. Facile dirlo a 20 anni, ma pare che sia una molla continua. Si è auto-paragonata al Coniglietto Energizer, sempre in movimento, sempre pronta a ripartire. A quell’età è facile, basta qualche ora di sonno per rimettersi in sesto. E quindi, sì, non è detto che la favola madrilena di Louisa sia finita qui. E poi l’abbiamo detto: succedono cose strane, alla Caja Magica.

WTA PREMIER MANDATORY MADRID – Quarti di Finale
Sorana Cirstea (ROM) b. Dominika Cibulkova (SVK) b. Sorana Cirstea (ROM) 4-6 6-3 6-3
Louisa Chirico (USA) b. Daria Gavrilova (AUS) 7-6 6-2
Simona Halep (ROM) b. Irina Camelia Begu (ROM) 6-3 0-6 6-1
Samantha Stosur (AUS) vs. Patricia Maria Tig (ROM)