Come prevedibile la storia di Walter Trusendi è già finita nel dimenticatoio. È normale, penseranno i più. Un trentenne 420 (con un best al 299) del mondo che naviga da una vita tra futures e challenger, ha commesso una sciocchezza, è stato punito … di FABIO COLANGELO

di Fabio Colangelo

 

Come prevedibile la storia di Walter Trusendi è già finita nel dimenticatoio. È normale, penseranno i più. Un trentenne 420 (con un best al 299) del mondo che naviga da una vita tra futures (per la maggior parte) e challenger, ha commesso una sciocchezza, è stato punito, ha avuto suo malgrado i suoi due giorni di notorietà ed ora è tornato da dove veniva…nel dimenticatoio.

 

Ed invece no. Perché purtroppo Walter è stato privato crudelmente di quel dimenticatoio che lui amava tanto. Perché girare il mondo, combattere ogni settimana per la miseria di qualche punto Atp e poche centinaia di dollari, con la speranza di arrivare a farlo per decine di punti e migliaia di dollari, era quello che lui amava.

 

Una premessa credo sia doverosa. Il fatto che nel mondo, e quindi anche nel microcosmo tennistico, ci siamo delle regole è di fondamentale importanza. Di conseguenza queste ultime vanno rispettate, e chi sbaglia è giusto che venga punito. Viviamo in un paese dove chi riesce ad aggirare le regole sembra essere il più furbo del villaggio, e spesso se viene scoperto non paga come dovrebbe.

 

Il bello però di essere esseri umani, scusate il gioco di parole, e non computer, è possedere quello che si chiama buon senso. In questo caso però, sembra proprio che chi ha giudicato e condannato Walter ed il francese Rousset non ne abbia fatto uso.

 

Per chi non lo sapesse, i due giocatori sono stati multati e squalificati poiché Trusendi, impossibilitato per febbre a scendere in campo nel primo turno di un Challenger in Marocco, si è fatto "rimborsare" del premio del primo turno (ben 352 euro) da colui che avrebbe preso il suo posto in tabellone in caso di forfait. Il famoso "lucky loser", il primo giocatore perdente nell'ultimo turno delle qualificazioni avente diritto a questo posto.

 

Il motivo per cui i due giocatori lo hanno fatto è molto semplice. Trusendi, febbricitante, sarebbe potuto scendere in campo, giocare due games e ritirarsi. In modo tale da garantirsi almeno il rimborso delle spese di viaggio. Non il massimo della sportività certo, ma quando economicamente le uscite spesso sono più alte delle entrate, è umanamente comprensibile pensare prima di tutto ai fatti propri.

 

Walter invece ha voluto dare la possibilità ad un giocatore "sano" di giocarsi le sue carte, ma non voleva rinunciare al premio che gli spettava. Sicuramente non un gesto da santo, l'etica dice che se non puoi scendere in campo dovresti lasciare il passo. Ma se spulciamo con attenzione i vari tabelloni di qualsiasi torneo, scopriamo che i ritiri prematuri nei primi turni per assicurarsi il prize money e/o l'ospitalità non sono poi una rarità. Il francese ha ovviamente acconsentito, poiché sapeva che in questo modo avrebbe avuto la possibilità di giocarsi una chance in quel tabellone principale nel quale non era riuscito a guadagnarsi l'accesso.

 

Questa cosa però è contro il regolamento. Trusendi avrebbe dovuto lasciare spazio a Rousset senza chiedere nulla. Se però fosse sceso in campo con 39 di febbre, avesse giocato due games e si fosse ritirato, si sarebbe probabilmente preso dell'antisportivo ma non avrebbe fatto nulla contro il regolamento. Ecco che, con questa valutazione, inizia a subentrare quel buonsenso di cui parlavo in precedenza.

 

Chi è che è stato danneggiato da questo accordo tra i due giocatori? Nessuno. Il torneo non ha subito danni, gli altri giocatori nemmeno. Quindi perché una pena tanto severa? Sei mesi di squalifica per un ragazzo di 30 anni di quel livello suonano quasi come una condanna ad una pensione anticipata. Per non parlare dei 5000$ di multa che sembrano eccessivi in relazione all'importo in questione. Si potrebbe discutere per ore dell'assurdità di questa specifica regola (non ci si può far pagare dal lucky loser, ma si può giocare malati senza incorrere in sanzioni), ma è stata con leggerezza violata ed è quindi giusto punire chi lo ha fatto.

 

Torniamo al buonsenso. Chi è Walter Trusendi? Ha mai creato problemi o disagi (squalifiche o simili) durante la sua carriera? No. Ha mai subito condanne per doping? No. Il suo nome è mai stato associato a match considerati poco chiari per il flusso anomalo di scommesse? No. "Pronto Walter. Hai fatto una fesseria contro regolamento. La tua squalifica sarà di un mese, perché sappiamo che sei un bravo ragazzo. Attento però che qualsiasi altro errore commetterai ti costerà la squalifica a vita." Questa ritengo avrebbe dovuto essere la telefonata della Tennis Integrity Unit al giocatore. Non una grazia.

 

Una pena consona a quanto accaduto e un avvertimento chiaro che rispetta il  detto che errare è umano,mentre perseverare è diabolico. Trusendi era stato avvertito dell'imminente squalifica, ma non immaginava dalle parole che gli erano state dette così severa. E soprattutto questa gli è stata comunicata via mail poco prima di scendere in campo per il primo turno di un 10.000$ in Croazia.

 

E se non avesse letto la mail e fosse sceso in campo ignaro di tutto magari vincendo anche? Altri sei mesi di squalifica per non aver letto una mail? Personalmente ritengo che la vicenda sia ai limiti dell'assurdo. Non si riescono a squalificare giocatori protagonisti di incontri dal risultato e dall'andamento a dir poco particolare con flussi di scommesse piuttosto sospetti, perché (giustamente) non ci sono prove sufficienti, però chi commette ingenuità come Trusendi viene stangato brutalmente.

 

Come detto Walter e la sua vicenda sono tornati nel dimenticatoio e purtroppo la sua storia servirà a poco per far riflettere su quelli che sono i veri problemi del tennis di non primissima fascia.