I giocatori reclamano più soldi dagli Slam e minacciano di disertare Parigi. Capeggiati da Roger Federer. E i francesi aumentano il prize money…DI LORENZO CAZZANIGA
Nadal e Federer posano prima della finale del Roland Garros 2011
Di Lorenzo Cazzaniga – 16 aprile 2012
Suppongo che in questi periodi di crisi economica mondiale, andare a chiedere un aumento al proprio capoufficio non sia la miglior strategia per conservare il proprio posto di lavoro. Tuttavia, nel dorato mondo del tennis professionistico, la questione deve presentarsi in maniera diversa se dall’inizio dell’anno i giocatori, a partire da quelli di ”bassa” classifica per arrivare a Roger Federer, stanno rivendicando il diritto a guadagnare di più. Soprattutto nei tornei dello Slam.
I PROTAGONISTI SIAMO NOI
La richiesta si basa sulla percentuale che i giocatori ricevono rispetto all’utile che genera una prova dello Slam. Prendiamo Roland Garros, la prossima tappa e quella che rischia (pochino, per la verità) di subire un boicottaggio da parte dei giocatori. Secondo i dati pubblicamente dichiarati, la Federazione francese, al netto dei vari lavori di adeguamento, ha guadagnato con l’edizione 2011 47,5 milioni di euro. Il prize money totale offerto ai giocatori è stato di 17,5 milioni. In sostanza, la Federazione si acchiappa 73%, gli atleti il 23%. “Ma come è possibile? – si interrogano i giocatori -. Dopotutto gli attori principali siamo noi”. Fin qui nulla di eccepibile, non fosse che il loro status e relativi guadagni (sponsor, bonus, esibizioni, ingaggi) è determinato soprattutto dai risultati che ottengono nei Major che quindi, oltre alla remunerazione diretta, offre anche un indotto significativo, che i giocatori fingono di non valutare. Certo, è vero che le leghe professionistiche americane (NBA, NFL, MLB, NHL) distribuiscono agli atleti il 50% dei ricavi, ma va considerato che sono enti privati e non pubblici come le varie Federazioni, che con i loro utili devono sostenere un’intera attività di base.
QUEL MALEDETTO 14 GENNAIO
La querelle è comunque in atto ed è nata lo scorso 14 di gennaio (dopo aver vissuto un preludio già durante lo US Open 2011) durante l’assemblea dei giocatori. A introdurre il problema, l’ucraino Sergiy Stakhovsky, sostenuto dai russi Dmitry Tursunov e Mikhail Youzhny. Per la prima volta è comparsa la minaccia di boicottare la prossima tappa dello Slam (Roland Garros appunto) se le richieste economiche non fossero state accolte. In realtà, già lo scorso settembre i giocatori avevano avanzato richieste (“Le solite” dice Ivan Ljubicic, uno dei giocatori più intelligenti del circuito): la riduzione del calendario, il formato della Coppa Davis e la sua collocazione durante la stagione e i tornei obbligatori. Alla fine, la prime richieste concrete hanno riguardato solamente il contesto economico.
IL PROBLEMA BIG FOUR
A generare, o quantomeno a ingigantire, il problema sono i cosiddetti Big Four, al secolo Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer e Andy Murray, i quali fagocitano le vittorie ma soprattutto i montepremi. Da soli, si portano a casa circa il 30% dei compensi totali e soprattutto spingono gli organizzatori a investire cifre folli per averli nei loro tornei, a discapito dei giocatori di livello medio. Per citare l’ultimo esempio, Jean-Francois Caujolle è disposto a offrire un milione di euro a Roger Federer per presentarsi al suo torneo di Marsiglia nel 2013, a costo di lasciare a secco tutti gli altri pretendenti. A breve i giocatori presenteranno richiesta formale circa l’aumento che desiderano per i tornei dello Slam 2013. Una richiesta che assomiglia ad un ultimatum. Tuttavia, un boicottaggio del prossimo Roland Garros per adesso pare una minaccia improbabile, tanto più che Djokovic punta a vincere l’unica prova dello Slam che manca al suo palmares, mentre Nadal vorrebbe battere il record di sei vittorie di Bjorn Borg (e infatti ha lasciato il board dell’ATP). Quindi, considerando che Murray non ha lo stesso “potere” degli altri tre colleghi, a portare avanti una richiesta che proviene soprattutto dai giocatori che navigano oltre la 50esima posizione mondiale, è Roger Federer. Motivazioni possibili? Farsi ben volere dai suoi colleghi? Guadagnare ancor più soldi? Migliorare la sua immagine? Vocazione da sindacalista?
LA SOLUZIONE
In ogni caso, ai tornei dello Slam non piace dover affrontare troppi problemi, forti di guadagni comunque molto sensibili. Quando le donne hanno rivendicato parità di montepremi (anche se l’interesse che generano è sensibilmente minore), non hanno aperto bocca e le hanno sostanzialmente accontentate, pur di non ritrovarsi manifestazioni femministe fuori dai cancelli. Una soluzione potrebbe essere quella di ridistribuire meglio il montepremi secondo la regola di Robin Hood: togliere qualcosa ai ricchi e donarli ai poveri. Diminuire quindi i soldi distribuiti dai quarti di finale in poi e aumentare il montepremi dei primi turni. In realtà, i dirigenti di Roland Garros non hanno voluto scontentare nessuno e hanno semplicemente aumentato il prize money… per tutti. E così, quest’anno gli sconfitti al primo torneo riceveranno 18.000 euro (lordi), il 20% in più della scorsa edizione. Il vincitore invece, ne riceverà 1.250.000 euro (lordi), il 4,17% in più del 2011. In totale, nel 2012 il montepremi di Roland Garros sarà di 18.718.000 euro, il 7% in più. La prossima tappa della querelle avrà luogo al Masters 1000 di Madrid. Nel frattempo, Guy Forget, divenuto ormai il braccio destro di Gilbert Ysern, direttore generale della Federazione Francese, è stato piuttosto acido con Roger Federer, indicato appunto come il top player che sta portando avanti questa rivendicazione: “Fra 15 anni, i tornei del Grand Slam saranno ancora là, mentre le grandi star attuali saranno sparite dal circuito. E per qualcuno, quel momento arriverà anche prima…”
IL CASO
di | 13-Apr-12 | Archivio, Tutti gli articoli