Dopo un anno di (ulteriore) inattività, Alisa Kleybanova torna e vince un piccolo torneo ITF. Due anni fa le avevano diagnosticato il linfoma di Hodgkin. Oggi è tornata a sorridere.
 
A qualche migliaio di chilometri da Roma, c’era un campo da tennis senza giudici di linea e raccattapalle. Non c’era nemmeno il giudice di sedia. Tabelloni segnapunti? Neanche l’ombra. Tutto in mano alla correttezza delle giocatrici. Eppure, all’Hempfield Recreation Center di Landisville c’era una tennista che appena un paio d’anni fa era tra le prime 20 in singolare e tra le prime dieci in doppio. Ma nel maggio 2011, proprio dopo aver giocato agli Internazionali BNL d’Italia, la giovanissima Alisa Kleybanova scoprì di avere un tumore. Il linfoma di Hodgkin è un male infame ma non così cattivo. Uno di quelli che si possono ancora sconfiggere. E Alisa, russa trapiantata in Italia, ha condotto la sua battaglia con il sorriso sulle labbra. E l’ha vinta. Amava così tanto il tennis che ha accelerato i tempi del rientro. Nel marzo 2012 ha accettato una wild card per il Sony Open di Miami. Passò il primo turno battendo Johanna Larsson, poi perse contro Maria Kirilenko. L’entusiasmo aveva nascosto la fatica, ma ben presto si rese conto che il suo corpo non era pronto per giocare a tennis. “Il fisico non reggeva, non ero pronta per riprendere. Ho vinto la partita contro Johanna Larsson andando ben oltre i miei limiti – ricorda Alisa – ero completamenete esausta ancor prima di finire. Quella partita mi ha mentalmente sopraffatto”. La Kleybanova è una ragazza intelligente, nella vita non ha fatto scelte scontate. E allora ha fatto l’unica cosa necessaria: fermarsi di nuovo. Ha trascorso il resto del 2012 ad allenarsi. Ma la scorsa settimana è andata a giocare un torneo ITF da 10.000 dollari, il gradino più basso del professionismo, in condizioni simili al torneo NC di Roccacannuccia. Obiettivo: mantenere la possibilità di giocare con il ranking protetto quando sarà davvero pronta.
 
Se lo stop fosse durato ancora, la Kleybanova non avrebbe potuto giocare otto tornei utilizzando la classifica (n. 22 WTA) che aveva ai tempi della diagnosi. E allora si è recata a Landisville, in Pennsylvania, senza vergognarsi di cercare un torneo con il peggiore campo di partecipazione possibile. In questo periodo, in effetti, tutte le migliori giocatrici sono in Europa. E’ stata accontentata. Al primo turno ha pescato la 18enne australiana Brooke Rischbieth, numero 1.149 WTA. Alisa si è imposta con un netto 6-1 6-1. Non era potente ed esplosiva come qualche anno fa, ma ogni volta che spingeva con convinzione faceva il punto. Normale che fosse così. Era il primo turno delle qualificazioni. Match dopo match, ci ha preso gusto e ha finito per vincere il torneo. In finale ha superato l'americana Natalie Pluskota con il punteggio di 6-3 6-0. “A inizio torneo non è stato facile mettere insieme le cose – ha detto la Kleybanova – ero un po’ nervosa, facevo tutto di fretta, ho reso i match più difficili di quanto non fossero sul serio. In finale, per fortuna, non l’ho fatto”. L’allusione era la semifinale contro la giapponese Hiroko Kuwata, battuta tra indicibili sofferenze con il punteggio di 6-3 4-6 7-5. Il lato positivo è che il match ha testato la sua resistenza. “Vero: se avessi vinto 6-1 6-1 tutte le partite, non avrei ottenuto tutta questa fiducia”. Adesso Alisa tornerà in Europa, ricaricherà le pile in Russia e cercherà qualche torneo da giocare. A luglio tornerà negli Stati Uniti per il World Team Tennis.
 
Le partite di Landisville non avevano nulla a che vedere con lo splendido ottavo di finale a Wimbledon 2008 contro Venus Williams. Nei primi turni, la Kleybanova doveva raccogliere le palline, chiamare “out” i colpi delle avversarie e tenere a mente il punteggio. E’ capitato un paio di volte che ci fossero discussioni per palle dubbie. In alcune occasioni, i match si sono interrotti perché la pallina era finita in mezzo a un gruppo di arbusti, con le giocatrici costrette a recuperarla facendosi spazio tra le foglie. Vincendo il torneo, si è aggiudicata 18 punti WTA e il misero bottino di 1.440 dollari (lordi). Un realtà molto diversa da quella di due anni fa al Foro Italico. A Roma, basta vincere un solo match nel tabellone principale per intascare 70 punti WTA e un assegno di 13.000 dollari. Vincendo il torneo, Serena Williams ha aggiunto 900 punti al suo bottino e portato a casa circa  444.0000 dollari. Ma alla Kleybanova, oggi, queste cose non interessano. Ciò che conta è tornare a vivere, anche perché i 2 milioni di dollari guadagnati in carriera le hanno garantito una certa stabilità economica. L’unico vero problema, nella settimana di Landisville, riguardava le palline. Il giudice arbitro gliene consegnava quattro e doveva rigorosamente restituirle dopo la partita. Ha dovuto un po’ faticare, per recuperare in mezzo ai cespugli, ma ce l’ha sempre fatta. Averne, di problemi come questo.