Era addirittura dal 1992 che il nostro tennis femminile non contava su così poche giocatrici a Melbourne: appena 4. Un record negativo destinato a peggiorare ancora quando Schiavone e Vinci diranno addio. Pare la fine di un ciclo, e le nuove leve latitano.Da un record positivo fra gli uomini, con dieci azzurri al via del tabellone di qualificazione maschile, a un altro tristemente negativo fra le donne. Con la sola Francesca Schiavone a caccia del main draw, e il terzetto Errani-Vinci-Giorgi già sicure del posto, la nostra spedizione rosa all’Australian Open 2016 conta su appena quattro giocatrici. Secondo i numeri, si tratta di un grande campanello d’allarme. Dal 2000 in avanti le azzurre in gara a Melbourne erano sempre state almeno otto, col record di tredici del 2002: cinque nelle qualificazioni e otto nel tabellone principale. Il primato nel main draw è stato stabilito nel 2004 ed eguagliato nel 2009, con ben nove azzurre al via, mentre nelle ‘quali’ risale al 2000: un caso da analizzare. Il primo Slam australiano del nuovo millennio è stato l’unico, dal 1992 (!) in avanti, in cui l’Italia ha piazzato nel tabellone principale meno giocatrici di quest’anno (due: Grande e Garbin, entrambe eliminate all’esordio), ma ce n’erano ben dieci in gara nelle qualificazioni, per un totale di dodici. Una serie di dati utile a evidenziare l’entità del problema che si è creato quest’anno. Giusto segnalare l’assenza di Karin Knapp, la quale per classifica sarebbe entrata nel main draw alzando a cinque l’asticella, ma la questione di fondo non sarebbe cambiata di una virgola: per ritrovare un’annata debole come il 2016 bisogna sfogliare carte e tabelloni fino addirittura a venticinque edizioni fa. Va detto che tante volte, pur con numerose giocatrici al via, l’Italia non ne ha piazzata nessuna agli ottavi di finale, mentre le tre in gara quest’anno hanno tutte i mezzi per riuscire ad andare avanti almeno fino alla seconda settimana, ma il nocciolo del discorso è un altro: ora che Flavia Pennetta ha detto basta, e Schiavone e Vinci lo faranno presto, l’Italia in gonnella rischia di trovarsi senza valide alternative.
UN BUCO GENERAZIONALE DA COLMARE
Si può discutere all’infinito se i ricambi abbiano o meno le qualità per arrivare, e nessuno mette in dubbio sia così, ma l’unica certezza provata è che non l’hanno ancora fatto, e per il momento non sembrano prossime a farlo. La vittoria di Flavia Pennetta allo Us Open ha – giustamente – spostato l’attenzione sull’ennesimo trionfo del nostro tennis femminile, capace di due Slam in cinque anni e tantissimi traguardi un tempo sconosciuti. Ma ormai la gran parte di questi appartiene al passato, e il presente si annuncia una vera incognita. Nel tabellone di qualificazione maschile l’Italia poteva contare su cinque ragazzi nati dal 1990 in avanti, mentre fra le donne abbiamo appena Francesca Schiavone, che peraltro – dopo la solita Kimiko-Date, ancora in pista a 45 anni compiuti – è la più anziana dell’intero lotto. La rincorsa della 'leonessa' verso il record di 62 Slam consecutivi è affascinante, tanto che gli organizzatori hanno programmato il suo match contro la belga An-Sophie Mestach sull’unico campo prodotto dalla televisione, ma non basta. Nemmeno il fatto che il tabellone delle ‘quali’ femminili sia più snello (96 posti contro i 128 del maschile) è una scusante: il cut-off sarebbe passato da 204 a circa 240, mentre la prima azzurra ‘fuori’ è Martina Caregaro, oggi numero 256. Giorgi a parte, c’è un vero e proprio buco generazionale dal 1987 di Errani e Knapp, che ormai vanno per i trent’anni, al 1992 della stessa Caregaro, comunque ancora lontana da certi risultati. E ancor più indietro non è che la situazione appaia così rosea. Qualcosa si muove, ma la strada da fare è ancora parecchia. Se Schiavone e Vinci dovessero salutare a fine 2016, come pare probabile, il prossimo anno le azzurre nel giro dei Major potrebbero diventare appena tre. E se è vero che è meglio vincere uno Slam ogni cinque anni piuttosto che ottenere tanti piazzamenti, qui c’è il rischio che per qualche anno non arrivino più nemmeno quelli.
LE PRESENZE FEMMINILI DELL’ITALIA A MELBOURNE, DAL 2000 IN AVANTI
2016: 3 (tabellone principale) + 1 (qualificazioni), 2015: 6 + 2, 2014: 6 + 4, 2013: 5 + 4, 2012: 6 + 5, 2011: 8 + 2, 2010: 6 + 3, 2009: 9 + 3, 2008: 7 + 1, 2007: 8 + 3, 2006: 7 + 3, 2005: 7 + 2, 2004: 9 + 2, 2003: 7 + 5, 2002: 8 + 5, 2001: 5 + 5, 2000: 2 + 10.
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