La carriera dello spagnolo è stata martoriata dagli infortuni. Le ginocchia gli danno fastidio dal 2008. Si pensava che le miracolose iniezioni del 2010 avessero risolto il problema, invece…
Rafael Nadal indossa speciali plantari dal 2005
Di Riccardo Bisti – 20 luglio 2012
Il mondo del tennis è ancora scioccato dal forfait olimpico di Rafael Nadal. A 24 ore dall’annuncio, la federazione spagnola ha comunicato il nome del secondo sostituto: se Feliciano Lopez prenderà il suo posto in singolare, nel doppio è stato convocato Marc Lopez. Quest’ultimo farà coppia con Marcel Granollers. Il medico della RFET e dello stesso Rafa, Angel Ruiz Cotorro, ha detto che lo spagnolo ha bisogno di altri 15 giorni di riposo. Significa che con ogni probabilità non giocherà a Toronto e c’è il rischio che non sia pronto nemmeno per Cincinnati. Insomma, potremmo rivederlo in campo direttamente all’Open degli Stati Uniti. “El Pais”, il più importante quotidiano spagnolo, ha accertato che il problema principale è un dolore acuto al tendine rotuleo della gamba sinistra. Un dolore che si è aggiunto a quelli che di tanto in tanto Nadal soffre a entrambe le articolazioni. Nadal soffre alle ginocchia da una vita, da quando ha dovuto applicare dei plantari per correggere l’infortunio al piede di inizio carriera, plantari hanno alterato gli equilibri della sua muscolatura. Vale la pena ripercorrere gli stop che hanno rallentato la carriera del numero 3 ATP, capace di vincere 11 Slam e di passare ben 102 settimane al comando del ranking ATP.
2008. Quell’anno vinse Roland Garros, Wimbledon e Olimpiadi. Ma giocò a lungo con le ginocchia fasciate per ridurre un dolore che raggiungeva i quadricipiti. Sfibrato, prese la decisione di non giocare le ATP World Tour Finals (era l’ultima edizione a Shanghai) e la finale di Coppa Davis. Fu il dazio da pagare per una stagione straordinaria.
2009. Robin Soderling lo battè negli ottavi del Roland Garros, firmando la sua unica sconfitta parigina. Rafa giocò quel torneo vittima di dolori insopportabili. Dopo Parigi rinunciò al Queen’s, poi le provò tutte per andare a Wimbledon (dove doveva difendere il titolo). Andò in Inghilterra, giocò un match di esibizione ma si rese conto che non c’era niente da fare. Pochi giorni prima del torneo diede forfait. Fu l’inizio di un periodo piuttosto difficile. Passò quasi un anno prima di tornare a vincere (Monte Carlo 2010).
2010. Durante la semifinale del Masters 1000 di Miami esclamò. “Non è possibile! Il ginocchio!”. Sembrava il momento di rassegnarsi, invece fu il preludio alla sua migliore stagione. Papà Sebastian e il dottor Cotorro, dopo anni di ricerche, trovarono la soluzione. Rafa si è sottoposto a dolorose iniezioni di fattori della crescita sulle ginocchia. Dalla primavera 2010 a oggi, con visite periodiche, Nadal si reca a Vitoria, nella clinica del dottor Mikel Sanchez, e la tendinite ha cessato di essere cronica.
2011. Problemi muscolari lo hanno attanagliato durante il quarto di finale dell’Australian Open contro David Ferrer. Il suo angolo gli consigliava di ritirarsi. Ma lui, memore di quanto accadde 12 mesi prima (ritiro contro Murray allo stesso turno), ha deciso di restare in campo fino alla fine pur non avendo chance di vittoria.
2012. Poco prima dell’Australian Open, da seduto, Rafa sente un intenso dolore all’articolazione. Teme che si sia rotto qualcosa. Dovettero aiutarlo per portarlo nella sua stanza. Pianse pensando che non avrebbe potuto giocare il torneo, poi è arrivato in finale e per poco non batteva Djokovic. In primavera deve dare forfait prima della semifinale a Miami. Sulla terra vince tutto ma il dolore non passa, poi arriva la sconfitta con Rosol e l’ennesima ricaduta, forse la più dolorosa. Prima rinuncia all’esibizione-record contro Djokovic e poi è costretto al forfait olimpico. Lo zio-coach Toni Nadal dice: “Sapeva che sarebbero state le sue ultime Olimpiadi”. Significa che si ritirerà prima dei 30 anni?
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