IL CASO – Lo scozzese non è certo di partecipare alle ATP World Tour Finals: si giocano prima della finale di Davis, su una superficie diversa. L'ATP: “Il Masters è obbligatorio”. L'assenza a Londra potrebbe costargli molti soldi e qualche noia.Una scelta da un milione di dollari. Non è una metafora, ma la situazione in cui si trova Andy Murray. La Gran Bretagna, di cui è leader assoluto, si è qualificata per una storica finale di Coppa Davis (la prima dopo 37 anni) da giocare in Belgio i prossimi 27-29 novembre. Al 99% i padroni di casa sceglieranno la terra battuta, superficie ideale per mettere in difficoltà di britannici. La presenza di Murray è fuori discussione. Il problema è che la settimana precedente, dal 15 al 22 novembre, si giocheranno le ATP World Tour Finals presso la 02 Arena di Londra, sul cemento indoor. Lo scozzese, tra l'altro, è già qualificato. Tuttavia, per sua stessa ammissione, la partecipazione al Masters è diventata un “punto interrogativo”, soprattutto perché i belgi hanno scelto la terra battuta. Tenendo conto della vicinanza geografica tra Londra e Gand (o Gent, per dirla con i fiamminghi), sede della finale, è una situazione analoga a quella vissuta lo scorso anno da Roger Federer. Lo svizzero giocò è vinse la finale di Davis a Lille, sulla terra battuta, subito dopo il Masters. A Londra giunse in finale, ma poi non scese in campo contro Djokovic. Onorò il torneo, ma per gli organizzatori fu un colpo durissimo non avere il match clou. Tornando a oggi, non c'è dubbio che la Gran Bretagna abbia un'occasione storica, forse irripetibile, di vincere l'Insalatiera. Guardandola dalla prospettiva di Murray, è ovvio che la Davis sia una priorità. Lui è sufficientemente giovane per pensare di giocare altre edizioni del Masters, mentre la Davis sarà un'incognita.
 
L'ATP: “MURRAY E' TENUTO A GIOCARE IL MASTERS”
Problema: la partecipazione alle ATP World Tour Finals è obbligatoria, come ha sottolineato l'ATP non appena si è diffusa la voce. In caso di forfait, Murray potrebbe andare incontro a una serie di sanzioni e – come dice il Rulebook ATP – trovarsi non in regola, in una “cattiva posizione” (not good standing) con la stessa ATP. Chris Kermode, presidente del sindacato, è stato chiaro. “Le Barclays ATP World Tour Finals sono un evento obbligatorio. Tutti i giocatori che si qualificano, a meno che non siano infortunati, sono tenuti a partecipare”. Nel suo comunicato è poi entrato nello specifico: “Andy Murray ha giocato una stagione fantastica e si è conquistato il suo posto tra i migliori otto. Siamo consapevoli delle sue dichiarazioni dopo l'incontro di Coppa Davis a Glasgow, tuttavia le nostre aspettative sono di vederlo in gara, se in piena forma. A meno che non arrivino comunicazioni diverse con un ritiro ufficiale, Murray è ancora tra i giocatori che saranno alla 02 Arena”. La mancata partecipazione al Masters potrebbe costargli parecchio: perderebbe il bonus destinato a fine anno ai migliori giocatori che hanno giocato tutti (o quasi) i tornei obbligatori. Da numero 3 ATP, gli spetterebbero 880.000 dollari extra, che diventerebbero 1.425.000 in caso di chiusura al secondo posto. C'è poi il prize money del torneo: la sola partecipazione garantisce 100.000 sterline, che possono superare il milione (per l'esattezza 1.200.000) in caso di vittoria da imbattuto. Inoltre, la mancata partecipazione potrebbe causare qualche noia al suo piano pensionistico.
 
UN CASO SENZA PRECEDENTI
Murray è sufficientemente ricco da non porsi questi problemi, anche grazie alle tante attività extra-tennistiche che stanno ponendo le basi per la sua carriera dopo il ritiro. Non crediamo corra il rischio di squalifich: secondo il Daily Mail, difficilmente l'ATP si presterebbe a un braccio di ferro contro uno dei giocatori più importanti. Certamente sarebbe un caso senza precedenti, anzi, con precedenti…contrari. Il caso di Federer è recentissimo (anche se c'è da domandarsi cosa sia peggio per il torneo: un forfait anticipato o il ritiro prima di una finale?), mentre sette anni fa Del Potro andò a Shanghai per il Masters alla vigilia della finale di Davis, litigando con Nalbandian per questo motivo.. Due valutazioni: probabilmente deciderà con un certo anticipo, e se dovesse optare per il “no”, ce lo faranno sapere solo all'ultimo (salvo indiscrezioni giornalistiche, peraltro possibili in Gran Bretagna). E poi, crediamo abbia ragione Jacopo Lo Monaco: “A meno che non lo costringano, penso che lui preferisca non giocare il Masters” ha detto durante l'ultimo Podcast. Mentre è venerato sia a Wimbledon che al Queen's, Andy non ha un rapporto eccezionale con la O2 Arena. In occasione del Masters, il pubblico è decisamente più eterogeneo e il fattore campo non si sente. In una vecchia semifinale londinese, la gente tifava quasi più per Federer che per lui. Ok, Federer è Federer…ma giocava a casa sua, da numero 3 del mondo! Eccoci servito, su un piatto d'argento, il caso dell'autunno. Manco a farlo apposta, è arrivato nel giorno del solstizio.