L’eccentrica Bethanie Mattek Sands azzecca la sorpresa del giorno, superando Na Li. E’ la terza volta che raggiunge un terzo turno Slam in 27 tentativi. Le diatribe col museo di Wimbledon.
La delusione di Na Li, l'entusiasmo di Bethanie Mattek Sands
Di Riccardo Bisti – 30 maggio 2013
“Mi piace che si parli di me. I pazzi sono dalla mia parte, i tradizionalisti mi osteggiano”. Parola di Bethanie Mattek Sands. Con il suo tennis nevrotico, così simile al suo carattere, ha estromesso nientemeno che Na Li, vincitrice di questo torneo nel 2011. Con la cinese aveva sempre perso, anche un mese fa a Stoccarda, dove le condizioni indoor avrebbero potuto darle una mano. Si pensava che il Campo 1 di Parigi fosse adatto per alimentare il divario. Invece è passata la Lady Gaga del tennis, una delle poche tenniste in grado di attirare i giornali di costume. Il picco di popolarità è arrivato un paio d’anni fa, quando si è presentata al Players Party di Wimbledon con un improponibile abito pieno di…palle da tennis, disegnato proprio dallo stilista di Lady Gaga. Ma oggi si parla di lei per il 5-7 6-3 6-2 con cui ha schiantato alla distanza la Li. E’ impossibile non fermarsi a guardarla: si colora i capelli in mille modi, a volte è scesa in campo con abiti leopardati…e non rinuncia mai ai due calzettoni in stile calciatore. Senza contare l'enorme tatuaggio sul braccio. Lei si diverte e dice che le piace essere spontanea, un po’ come Ernests Gulbis. I due potrebbero andare molto d'accordo. Bethanie si è sposata nel 2008 con Justin Sands, presidente di una compagnia assicurativa. Il matrimonio si è celebrato in Florida, va a gonfie vele e oggi i due risiedono a Phoenix, Arizona. Tuttavia, Bethanie è innamorata di New York ed è cresciuta nel mito di Michael Jordan, nonché di Steffi Graf e Monica Seles. Come a dire: è interista e milanista allo stesso tempo. Nel tempo libero, ama prendersi un buon caffè da Starbucks, magari mentre si mangia i dolcetti Krispy Kreme. Insomma, non si fa mancare nulla.
Anche per questo non è mai andata oltre la 30esima posizione WTA nonostante un tennis completo e adatto a tutte le superfici. Era uscita dalle top 200, sembrava volersi dedicare solo al doppio (dove fa coppia con Sania Mirza), invece ha ripreso a giocare bene. Le manca ancora un titolo WTA (ha giocato quattro finali, l’ultima tre mesi fa a Kuala Lumpur) e in 26 partecipazioni Slam ha raggiunto la seconda settimana solo in un’occasione, a Wimbledon 2008. Proprio gli organizzatori di Wimbledon l’hanno presa di mira: le hanno ripetutamente chiesto di cedere l’abito indossato al party di due anni fa, ma lei continua a negarsi. “E’ troppo speciale per me. Per adesso me lo tengo. Quando ho ospiti a casa, mi chiedono sempre di indossarlo. E’ troppo bello”. La sera del party londinese, Bethanie era ancora in gara al torneo WTA di Eastbourne, ma teneva così tanto ad esserci tanto da aver chiesto agli organizzatori un elicottero per fare andata e ritorno in breve tempo. L’americana sembra avere un conto aperto con il museo di Wimbledon. Anni fa, prima di giocare contro Venus Williams sul centrale, fu “placcata” prima di scendere in campo. “Avevo i miei consueti calzettoni fino al ginocchio. Visto che a Wimbledon sono molto rigidi sul vestuario, temevo che avessero qualcosa da dirmi. Invece volevano soltanto che lo donassi al museo”. Non poteva essere altrimenti, visto che negli anni 80 consentirono ad Anne White di giocare con una divisa…”spaziale”. Le avventure di Bethanie non sono finite qui: nel 2005, lo Us Open la multò di 1.000 dollari perché scese in campo con un cappello da cowboy. “In realtà era una scommessa con il mio ex fidanzato. Sono una donna di parola e ho mantenuto la promessa anche se morivo di vergogna. Ricordo ancora l’espressione del giudice di sedia…”.
Sempre attenta alla comunicazione (ha un bel sito internet ed è molto attiva sui social network), Bethanie ha una visione tutta sua della moda. “Mi piace che sia accostata al tennis giocato, non vedo alcuna controindicazione. Fuori dal campo, buona parte delle tenniste sono molto curate fuori dal campo, tra trucco e abiti eleganti. Siamo fortunate perché pratichiamo uno sport che abbellisce il corpo. Il problema sono le aziende, che esercitano una forte pressione sugli abiti da indossare. A me piace essere creativa”. Ultimamente non si limita a farlo con il solo abbigliamento, ma anche con un tennis garibaldino che prevede la conclusione del punto a rete. Contro la Li, ha letteralmente soffocato le trame dell’avversaria. Da metà secondo set in poi, ha conquistato sette giochi consecutivi che hanno fatto la differenza. Sul 5-1, un altro breve acquazzone ha sospeso l’incontro, ma non è bastato a salvare la Li. Se è vero che la cinese è giunta in finale all’Australian Open (e la Mattek aveva perso nelle qualificazioni), da quando ha vinto il Roland Garros 2011 ha perso al primo o al secondo turno in quattro dei successivi otto Slam. Adesso la Mattek ha una grande chance di andare avanti, poiché al terzo turno se la vedrà con la qualificata argentina Paula Ormaechea, vincitrice a sorpresa sulla Shvedova. Chissà che il personaggio del Roland Garros 2013 non possa essere proprio lei…
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