ROLAND GARROS – Esplode un nuovo personaggio: Laurent Lokoli, detto “El Loco”, fa impazzire i francesi. Non riesce a battere Johnson, ma il pubblico già lo ama. E lui ricambia.
Di Alessandro Mastroluca – 28 maggio 2014
“La Corsica è la mia isola, è il mio orgoglio”. Parola di Laurent Lokoli, numero 406 ATP, il peggior classificato nel main draw del Roland Garros, che ha passato la vigilia del suo primo Slam a sfidare (e battere) Gael Monfils in una gara di breakdance nel classico Kids Day che anticipa il torneo. Oggi è arrivato a tanto così dalla vittoria in tre set su Steve Johnson, ex campione NCAA, che oggi è il secondo miglior americano. Lokoli si è fatto amare da subito, già da prima della gara di ballo con La Monf. Il pubblico ha tifato per lui, creando un'atmosfera calcistica. E lui, showman che qualche anno fa usciva di testa dalle partite se la gente non si divertiva, ha regalato loro due set e mezzo da non dimenticare. Vinto il primo set 6-4, ha allungato 5-1 nel secondo. Ha mancato tre set point sul 5-2, sprecandone uno con un doppio fallo, e un altro sul 5-3. Si è trovato a giocare il tiebreak, salvando due set point di fila sul 6-4 e piazzando un parziale di 5 punti a uno fino al 9-7. La vittoria è sempre più vicina, il corso vola 4-0 nel terzo in un amen, ma non chiude. Stavolta arriva solo a due punti dal 5-1, stavolta l'americano risale al 5-5, salva due match point con due dritti vincenti e domina il tiebreak. La partita gira. Lokoli serve solo altri due ace e vince solo altri quattro game prima che il match venga sospeso sul 3-1 Johnson al quinto set.
IL LOCO DI BASTIA
Non è un caso se, al di là dell'assonanza, lo chiamano El Loco. Il corso che adora Federer, che si è allenato l'anno scorso per quattro giorni con Djokovic a Calvi, è sulla strada per un improbabile ottavo di finale con Rafa Nadal. Improbabile perché, dopo l'eliminazione di Almagro e il ritiro di Haas, il maiorchino affronterà il vincente di questa partita, Sock, Lajovic o Zopp. “Non amo aspettare – ha spiegato – mi piace far succedere le cose, anche se so come si gioca in difesa. Cerco sempre di colpire forte, soprattutto di dritto, e venire a rete il più possibile”. Il suo punto di forza è il servizio, “il pezzo forte nella nostra politica di formazione”, dice il patron della lega corsa Bernard Giudicelli. Dall'Isola della Bellezza, però, è partito a 14 anni per inseguire il suo sogno. Figlio d'arte, il padre Dominique è stato per cinque anni difensore del PSG (1974-1979) e ha giocato 283 partite in Ligue 1, Laurent ha dovuto scegliere tra il calcio e il tennis. Continua a seguire il Bastia, la squadra che difende l'orgoglio corso nella massima divisione francese, ma è uomo da palcoscenico che ha idee chiare e obiettivi tutt'altro che modesti. “Ho scelto il tennis perché vedevo in tv Nadal, Federer, Agassi e volevo essere come loro. Voglio diventare uno dei migliori del mondo”. Per questo è andato prima al centro tecnico per i giovani di Boulouris, dove ha passato più di una sera a piangere al telefono, poi a 17 anni si è trasferito all'INSEP, a Parigi, dove Benoit Paire aveva passato le sue sere di giovane ragazzo a macerarsi di malinconia fino a smettere col tennis prima che un amico di famiglia gli pagasse un anno in accademia a Nizza e cambiasse la sua vita e la sua carriera.
PARAGONI IMPORTANTI
Campione nazionale under-16, Lokoli ha vinto l'Orange Bowl 2010 e dall'anno scorso si allena con Thierry Tulasne, che ha lavorato a lungo con Grosjean e soprattutto Simon. “E' un giocatore d'attacco con un fisico solido – spiega – ha un potenziale enorme ma non possiede ancora tutti gli schemi per esprimerlo. Io non vado contro la natura dei miei giocatori, ma cerco di inquadrare le cose”. C'è già chi lo paragona a Tsonga. “Fa bene avere giocatori come lui – aggiunge Tulasne – è molto richiesto dai media, e gli piace. È uno di quei giocatori che si fanno voler bene in un attimo”. È soprattutto uno di quei giocatori che ha sfruttato al meglio la wild card per il tabellone di qualificazione. Ha battuto Grygelis con un doppio 7-5, ha salvato tre match point nella rimonta 3-6 7-6 6-2 sul russo Evgeny Donskoy, e ha celebrato il primo ingresso nel main draw di uno slam con il 7-5 7-6 sulla promessa serba Filip Krajinovic, entrato in un tunnel di ricorrenti infortuni alla spalla dopo la semifinale a Belgrado di quattro anni fa. Lo scorso agosto, vincere il suo primo titolo ITF, a Innsbruck, gli ha fruttato circa 840 euro. Questa settimana, vincere tre partite a Parigi gli frutterà 24 mila euro. E in questo giorno di follia, ogni minuto è tutto suo.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...