Iga Swiatek si racconta da Doha, dove ha trionfato negli ultimi due anni e punta ancora una volta al titolo. Vivere da numero 1? Non è sempre facile come si crede
DOHA – «Come si vive da numero 1 del mondo? Non è sempre tutto bello, quando mi alleno o gioco i tornei sento la responsabilità di tenere alto lo standard. A volte poi vorrei prendermela comoda, ma ho la sensazione che tutti mi inseguano, che le persone si aspettino che io prenda posizione su ogni argomento, che voglia confidare apertamente le mie opinioni. Ma non è sempre così, in certe situazioni non mi sento a mio agio, e mi sforzo di ricordare a me stessa che io sono sempre la stessa persona, non importa quale sia il numero in classifica».
Parole e musica di Iga Swiatek, che un giorno si svegliò campionessa del Roland Garros da numero 54 del mondo – era l’edizione autunnale causa Covid del 2020 – e non si è più fermata vincendo altri tre titoli dello Slam e conquistando la prima posizione del ranking il 4 aprile del 2022, primato ceduto (alla Sabalenka) solo per un paio di mesi a fine 2023. Tre anni o poco più che hanno rovesciato il mondo della ragazza di Varsavia, che ha cominciato a giocare a tennis perché voleva battere la sorella maggiore… «Avevo 19 anni quando ho vinto per la prima volta a Parigi, ora a 22 sono chiaramente un’altra ragazza, ma sarebbe successo ugualmente senza questi risultati, immagino. Adesso vedo il tennis da una prospettiva diversa, naturalmente, anche il mio gioco è cambiato, sto cercando di essere aggressiva, e a volte esagero. Però le colonne portanti della mia vita, le persone a cui mi appoggio quando ne sento il bisogno, come la famiglia e la squadra con cui lavoro, loro non sono cambiate, questa è la cosa più importante».
Digerita la delusione australiana, con la sconfitta incassata da Noskova al terzo turno di Melbourne? «La stagione è appena iniziata, avrò altre opportunità. Sento che il livello del mio gioco può essere molto alto, ma che non succede sempre, quindi sto cercando di mantenere basse le mie aspettative e lavorare duro per trovare più fiducia nel mio gioco, perché sicuramente in Australia un po’ mi è mancata. E poi ho imparato che è inutile fare troppi programmi, il tennis ti sorprende sempre».
Nella comfort zone di Doha – dove ha trionfato nelle ultime due edizioni ed ha una serie aperta di 15 set vinti – ha debuttato liquidando ieri la Cirstea in 61 minuti con un pesante 6-1 6-1. «Mi piace tornare qui – le sue parole – su questi campi mi sento a mio agio. Sono abbastanza lenti, il mio dritto in top spin può fare più male». Domani la aspetta negli ottavi la russa Alexandrova, numero 19 della classifica, che oggi ha superato la connazionale Erika Andreeva (la sorella maggiore della più celebre Emma) per 6-0 3-6 6-1. Tre i precedenti, con la Swiatek in vantaggio per 2-1.