Lo spagnolo ha raccontato le sue abitudini di viaggio. Da oltre 10 anni vola da una parte all’altra del mondo, e si è costruito una sua routine anche nella vita da nomade. 
Rafael Nadal ha ammesso di essere un ritardatario cronico

TennisBest – 21 maggio 2013

 
Le lunghe attese in aeroporto. I viaggi con la transportation. I bagagli da fare e disfare. E’ l’aspetto oscuro della vita di ogni tennista, nomade (non sempre) di lusso. Non deve essere facile trascorrere 30-35 settimane all’anno lontano da casa e considerare il proprio letto…uno dei tanti. Ma col tempo ci si abitua e si imparano trucchi e metodologie per gestirla meglio. Se poi non hai problemi economici puoi permetterti un jet privato come Roger Federer ed Andy Murray, in modo da poter volare nei cieli come se fossero un’autostrada. Uno dei giocatori che viaggia di più è Rafael Nadal. Lo spagnolo non gira soltanto per tornei, ma i suoi innumerevoli impegni pubblicitari e personali lo spingono spesso lontano dalla sua Manacor. Basti pensare all'hotel messicano di cui ha ultimato l’acquisto qualche mese fa e di cui è co-proprietario. Nadal ha rilasciato una breve intervista a CNN sulle sue abitudini di viaggio. Vale la pena riprenderla, anche perché Rafa è tra i più indicati a dare consigli su come sfruttare al meglio una vita sempre in viaggio.
 
Sulla vita tra hotel e aeroporti…
Ho iniziato a fare questo tipo di vita a 15 anni, quindi per me è normale. Ci sono giorni in cui ti senti un po’ stanco e vorresti restare a casa un po’ di più, ma sono soltanto momenti. In realtà, quando visito un posto nuovo sono sempre contento e desideroso di conoscerlo.
 
Sul portarsi dietro famiglia e amici…
Normalmente viaggio con un gruppo di persone che mi aiutano molto. Per me è molto importante stare con persone che mi fanno stare bene. Quando giri per il mondo e visiti ogni anno i soliti posti, a un certo punto inizi a sentirti come a casa un po’ dappertutto.
 
Sulla perfetta stanza d’albergo…
La cosa importante è che sia spaziosa, soprattutto per me, perché mi porto dietro sempre moltissime cose, come le racchette e tutto il resto. Poi ho bisogno di spazio per un tavolo massaggi. Mi piace avere la sensazione che sia perfettamente pulita. Mi interessa che il letto sia buono, per preservare la schiena e tutto il fisico.
 
Sul possedere un hotel in Messico…
Io vengo da un’Isola, Maiorca, quindi so esattamente quello che di cui ho bisogno quando visito un posto. Ad esempio, trovo che sia molto importante vedere la spiaggia e il mare direttamente dalla stanza d’hotel. Ho vissuto davanti al mare per tutta la mia vita e cerco sempre di trovare la vista più bella…di vedere il mare da qualsiasi posto. Quando ti trovi in un hotel di fronte al mare, hai bisogno di relax. Il Secret Aura Resort nell’isola di Cozumel è un posto speciale e ha un segreto: anche se è pieno al 100%, non ti sembra che sia così.
 
Sul bagaglio leggero…
Molto dipende dalla lunghezza e dalla durata del viaggio. Quando sto fuori per quasi due mesi, mi capita di viaggiare con tre borsoni. Di solito mi porto dietro 5-7 racchette. Nella borsa da tennis metto tutti gli attrezzi del mestiere: scarpe, corde, grip, tutte le cose necessarie per un tennista.
 
Sulla puntualità…
Sono un ritardatario cronico. Sono sempre rilassato, quindi, alla fine, finisco quasi sempre per essere in ritardo. Ormai per me è una tradizione.
 
Sul nervosismo durante un volo…
Se l’aereo si muove, quando incontra una turbolenza, mi innervosisco un po’. Sono un viaggiatore piuttosto agitato. Iniziano a sudarmi le mani ma so cosa fare per rilassarmi: ascoltare un po’ di musica o provare a guardare qualche film.
 
Sulle superstizioni di viaggio…
Nessuna superstizione. Sono superstizioso soltanto sul campo da tennis.