Gli Slam hanno aumentato i montepremi, ma i giocatori percepiscono ancora una percentuale molto bassa sul totale delle entrate e vogliono di più. Ingordigia o legittime pretese?
La giovanissima Lauren Davis ha perso al primo turno del Roland Garros
Di Riccardo Bisti – 13 giugno 2013
Somdev Devvarman aveva appena compiuto 18 anni e stava per entrare all’Università della Virginia, dove peraltro ha ottenuto grandi soddisfazioni (è stato due volte campione NCAA). Ottenne una wild card per un torneo future. Lo vinse. “Intascai circa 1.000 dollari, ma le mie spese erano superiori a 1.000 dollari!” racconta oggi, 10 anni e una carriera dopo. “Il tennis è duro, non è semplice fare soldi, sopraattutto se lo confronti con gli altri sport”. Per questo era interessante vedere come i giocatori hanno accolto l’importante aumento dei montepremi nei tornei del Grande Slam. Per la prima volta, hanno riservato una maggiore crescita percentuale a chi perde nei primi turni, proprio come Devvarman. L’indiano è giunto al secondo turno e ha perso contro Roger Federer. Vincendo il singolare maschile, Rafael Nadal ha intascato un milione e mezzo di dollari, con un aumento del 20%. Tuttavia, l’incremento maggiore ha riguardato i giocatori eliminati al secondo, al terzo e al quarto turno. Devvarman ha portato a casa 35.000 euro, che sarebbero diventati 60.000 se avesse superato Federer. Per un giocatore come lui, è una vera boccata d’ossigeno. Secondo il sito ATP, quest’anno aveva guadagnato meno di 150.000 dollari (lordi), ma tra viaggi, allenatori e spese varie arriva a spendere circa 100.000 dollari l’anno. Sono spese enormi, ma fondamentali per avere gli stessi servizi dei top-players. “I viaggi sono incredibilmente costosi – dice la giovane americana Lauren Davis, eliminata al primo turno – mi sono resa conto di quanto il tennis sia costoso quando ho iniziato a viaggiare fuori dal mio paese. Se poi ti porti dietro un coach, devi pagargli i viaggi, i pernottamenti, i pasti…lui annota tutto, e quando arriva il conto è dura sapere che devi pagare tutto tu”.
Prima del Roland Garros, la piccola Lauren aveva guadagnato 103.000 dollari. E’ ancora troppo giovane e per questo non gestisce i suoi soldi. Lo fanno la madre e il manager. Tuttavia, è convinta che l’aumento dei prize money negli Slam sia un notevole aiuto, tanto da consentirle di cambiare programmazione. Prima del Roland Garros, il diretto del torneo Gilbert Ysern aveva detto: “E’ molto difficile raggiungere i top 100, soprattutto in campo maschile. Ma poi, una volta che li hai raggiunti, i guadagni non sono paragonabili a quelli degli altri sport. E’ una debolezza del nostro sport. E’ importante che il pubblico, i fans e i giovani sappiano che chi ha successi a buoni livelli fa una vita decente. Non è il caso del tennis attuale. Chi si trova intorno all’80esima posizione deve fare una scelta: investire su stesso per cercare di migliorare la classifica, oppure mettere da parte qualche soldo per il futuro”. Noi abbiamo seguito passo passo la vicenda che ha portato all’incremento dei vari montepremi. Tutto è nato con il malumore dei giocatori. Si erano resi conto che gli utili degli Slam erano cresciuti a dismisura, mentre i soldi destinati ai tennisti erano grossomodo gli stessi. Pensate che ESPN, prossimo broadcaster dello Us Open, ha versato nelle casse del torneo la bellezza di 770 milioni di dollari per un accordo di 11 anni.
La strada intrapresa li soddisfa, ma i tennisti continuano a guadagnare percentuali inferiori rispetto agli atleti delle altre discipline. Quest’anno, il Roland Garros ha raccolto circa 200 milioni di dollari, di cui soltanto 28,4 sono stati destinati ai montepremi. Siamo intorno al 14%, percentuale molto lontana da quella di diversi sport professionistici, in cui i giocatori arrivano a intascare circa il 50% delle entrate. Negli sport di squadra, tra l’altro, non hanno spese. I viaggi sono pagati e gli stipendi di allenatore e staff tecnico sono a carico delle società. A partire dal 2016, il montepremi del Roland Garros crescerà di altri 13 milioni di dollari. “Dobbiamo essere grati agli Slam per i loro sforzi – dice Devvarman – ma sento che i margini di miglioramento sono ancora ampi”. Da parte sua, l’ATP ha condotto in prima persona le trattative. Justin Gimelstob, membro del consiglio, tuttavia, è preoccupato per l’inizio domenicale del Roland Garros. “I giocatori avevano sostenuto la cosa, sia pure turandosi il naso, perché il torneo non ha sessioni serali ed è il più piccolo degli Slam. Ma si parlava di pochi match, mentre adesso il torneo è diventato a tutti gli effetti di 15 giorni. Noi riteniamo di essere partner degli Slam. Ci auguriamo che il loro successo aumenti e che la nostra collaborazione sia gratificata con un montepremi adeguato alle entrate”.
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