E’ sempre un piacere raccontare dei successi di Federico Gaio. Con qualche ora di anticipo rispetto alla sentenza che ha squalificato Marco Cecchinato, pure lui nato nel 1992, il faentino si è aggiudicato il primo Challenger in carriera a San Benedetto del Tronto, superando in finale il francese Constant Lestienne in tre set. Per lui è stata la settimana perfetta, poiché si è aggiudicato anche il doppio insieme a Stefano Napolitano. Dallo scorso febbraio, Federico ha intrapreso una collaborazione con Daniele Silvestre, tecnico giovane e motivato con cui si è creato un rapporto di fiducia che va al di là dei risultati. Fino ad oggi, infatti, la stagione non era stata troppo positiva: gli unici risultati di rilievo erano stati la semifinale a San Luis Potosi e i quarti a St. Brieuc. Visto che si è imposto a San Benedetto….sembra proprio che i “santi” portino bene a Federico! Battute a parte, in un’intervista con Gianluca Strocchi per il sito FIT, Gaio ha raccontato di stare finalmente raccogliendo i frutti del lavoro con Silvestre: un lavoro ad ampio respiro che gli dava buone sensazioni già da qualche tempo, che però non si erano tradotte in risultati. Con la guida di Silvestre sta provando a sgrezzarsi sul piano tattico e giocare più con la testa meno con l’istinto, difetti che si porta dietro sin dall’epoca junior. Oggi ha 24 anni e si era presentato a San Benedetto da numero 292 ATP, non certo il ranking sperato a inizio anno.
Con questo successo ha guadagnato 80 posizioni che gli consentiranno di programmarsi con più tranquillità. In questi giorni è impegnato sul cemento di Recanati, poi giocherà il ricco Future di Appiano (dove è campione in carica) per poi tornare nel circuito challenger prima di tentare l’avventura alle qualificazioni dello Us Open. L’obiettivo è sfondare il best ranking (n.206) festeggiato proprio dodici mesi fa. Gaio piace perché è dotato di un’intelligenza superiore alla media dei tennisti: ascoltando chi lo ha seguito a lungo (Giancarlo Palumbo, per esempio), proprio l’avere tante idee in testa gli ha creato qualche problema sul campo. Ma non è mai troppo tardi per crescere, specie adesso che l’età media dei top-100 si è alzata moltissimo “Infatti non ho smesso di pensare in grande” ha detto Federico, che ormai da 10 anni bazzica presso il Centro FIT di Tirrenia. “Mi trovo molto bene, ormai è una seconda casa – ha detto – non ci sono posti analoghi in Italia e spesso vengono anche i top-players. Inoltre è molto utile per i nostri giovani, e sono contento per i successi a livello Future di Pellegrino e Della Valle: a loro posso soltanto suggerire di continuare a lavorare duro”. A giudicare dal fascio di muscoli che si porta appresso, anche Gaio non si è mai tirato indietro al momento di lavorare: speriamo che tanta fatica porti i frutti sperati: se c’è un ragazzo che lo merita, è proprio lui.
I TITOLI CHALLENGER CONQUISTATI DALL’ITALIA NEL 2016
Paolo Lorenzi – Canberra
Thomas Fabbiano – Zhuhai
Paolo Lorenzi – Caltanissetta
Marco Cecchinato – Milano
Federico Gaio – San Benedetto del Tronto
I santi portano bene a Federico Gaio
Primo challenger in carriera per il faentino, ex top-20 junior che a 24 anni sgomita ancora per entrare nel tennis che conta. A cinque mesi dall’inizio della collaborazione con Daniele Silvestre, arrivano i primi risultati di rilievo. “Stiamo portando avanti un progetto ad ampio respiro” dice Federico, che da una decina d’anni frequenta a fasi alterne il Centro di Tirrenia.