Mentre i giocatori si allenano soprattutto sugli scambi lunghi, le statistiche di Flushing Meadows certificano che è più importante vincere i punti che si esauriscono in quattro colpi. In campo maschile, quasi il 70% dei punti si risolve rapidamente. E chi li vince porta a casa la partita.

Nel severo 6-2 6-2 rifilato ad Ana Konjuh nei quarti, Karolina Pliskova ha mantenuto sotto i quattro colpi ben 64 dei 93 punti giocati. E’ l’emblema più vivo di quello che sta offrendo lo Us Open 2016 dal punto di vista tecnico-tattico. Ed è curioso che sia sempre più netta la differenza tra quello che si fa in allenamento e quello che si vive in partita. Presso qualsiasi accademia si predica la solidità, la capacità di tenere a lungo ritmi elevati e ripetere ossessivamente gli stessi gesti. Insomma, mettere in campo una palla in più rispetto all’avversario. Secondo le statistiche fornite da IBM, allo Us Open sta succedendo il contrario. I numeri sostengono che ha più chance di vincere chi serve e chi risponde meglio rispetto a chi vince gli scambi più lunghi. Gli scambi sono stati suddivisi in tre categorie: dagli 0 ai 4 colpi, dai 5 agli 8 e sopra i 9 colpi. Bene, nella prima settimana il 69% dei punti nel torneo maschile (e il 64% nel torneo femminile) sono rimasti sotto i quattro colpi. Davvero modesto il totale dei punti dai 9 colpi in su: 12% tra gli uomini, 11% tra le donne.

Chiudere un punto entro quattro colpi vuol dire che lo scambio si decide nel giro di servizio, risposta e primo colpo successivo per ciascuno dei giocatori. Bene, allo Us Open 2016 chi ha vinto la partita ha intascato l’84% di questo genere di punti. Statistica importante, eppure inferiore rispetto all’anno scorso, quando fu addirittura dell’88%. Al contrario, chi porta a casa la partita fa più fatica negli scambi lunghi (ne ha intascati “appena” il 47%). Dinamica simile anche nel torneo femminile: le vincitrici si sono prese l’89% dei punti brevi e il 43% di quelli lunghi. Dati che sorprendono se li mettiamo in relazione con gli allenamenti di quasi tutti i giocatori. A parte le ovvie eccezioni, un allenamento di 60 minuti è quasi interamente dedicato a dritti e rovesci. Poi, alla fine, servizi e volèe. Spesso vengono sottovalutati i colpi che poi sono davvero risolutivi in partita: servizio, risposta e colpo immediatamente successivo. Insomma, i numeri sembrano mandare un messaggio importante a tutti i coach: va bene automatizzare i movimenti, ma per vincere le partite bisogna concentrarsi sui colpi di inizio scambio.