Il racconto del suo secondo successo a livello future, conquistato sulla spiaggia di Vigo nell’agosto 2012. Un granchio gli predisse la vittoria, e già emergeva la sua mania per i dettagli.
Rafael Nadal ha vinto i supi primi titoli professionistici nel 2002
TennisBest – 14 febbraio 2014
Quel giorno, Rafael Nadal era piuttosto nervoso. Sentiva che c’era in ballo il suo destino. Il suo sguardo, però trasmetteva fiducia. A un certo punto, disse. “Vedi quel sasso? Se lo alzo e sotto c’è un granchio, vincerò la partita”. Sotto la pietra c’era effettivamente il crostaceo, e il destino iniziò a scriversi. Era il 18 agosto 2002, sulla Playa del Vao, a Vigo, 650 metri di sabbia tra i più frequentati della zona. Mentre il resto della Spagna viveva una classica domenica d’estate tra spiagge, sole e mare, il cielo della Galizia era colmo di nuvole. E iniziò a piovere, fino a impedire di giocare sulla terra battuta del Club de Campo de Vigo, situato ad appena 500 metri dal mare. Rafa aveva appena compiuto 16 anni e tutto il paese aveva iniziato a parlare di lui, sembrava che avesse un potenziale impressionante. Doveva togliersi di dosso la nomea di “nipote dell’ex difensore del Barcellona”. A Vigo era accorso tanto pubblico, attratto dalla curiosità di vederlo giocare, un po’ come accade oggi a Gianluigi Quinzi quando gioca in Italia. E si accorsero subito che questo ragazzo aveva tanti rituali e manie, ma anche un potenziale impressionante. Poche settimane prima, ad Alicante, aveva vinto il suo primo titolo future, e si ripetè a Vigo. Voleva mostrare a tutti che non si era trattato di un fuoco di paglia. Il suo avversario in finale era l’argentino Antonio Pastorino, molto ostico a queli livelli. La partita iniziò sabato pomeriggio: l’umidità rallentava ulteriormente la superficie, riducendo l’effetto del violento topspin già impresso da Nadal alla pallina. Per questo, doveva essere più aggressivo, prendersi la responsabilità di rischiare. Tuttavia, commise troppi errori gratuiti e perse il primo set per 6-4.
Nel secondo set, Rafa tornò sui livelli che gli avevano consentito di vincere ad Alicante, mostrando alcuni tratti distintivi che lo avrebbero accompagnato in futuro. I due arrivarono al tie-break, vinto da Nadal dopo aver annullato un matchpoint. Ma ormai era troppo tardi, l’oscurità incombeva (come in una finale, ancora più importante, che si sarebbe giocata sei anni dopo…). E così il terzo set fu rinviato al giorno successivo. La domenica mattina pioveva, anche se la prosecuzione era fissata per il pomeriggio. Per rilassarsi, Rafa fece una passeggiata sulla spiaggia, e quel granchio decise per lui. Al momento di scendere in campo, effettuò tutti i suoi rituali. Però mancava qualcosa nella sua borsa: il torneo era rimasto senza bevande energetiche. Non si diede per vinto fino a quando non trovò un supermercato dove poter acquistare la bevanda consumata per tutta la settimana. Al momento di pranzare, si affidò a uno dei cibi che mangia più spesso a Maiorca: il polipo. Un paio di golosità per dessert e via, di nuovo in campo. Nadal prese a giocare aggressivo, come aveva fatto nel primo set. Ma stavolta non sbagliava più. E dominò la partita. Vigo confermò che quel ragazzo era il cavallo su cui puntare per il futuro. Lui non tradì, vincendo altri quattro futures entro il 2002. Certi rituali erano già stabiliti: bottiglie perfettamente allineate, vietato calpestare le righe, presentarsi al sorteggio dopo il rivale…e così vinse il suo secondo titolo. Ma questo lo aveva già scoperto quel granchio della Playa del Vao.
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