Con tre titoli ATP in bacheca e un tennis che non conosce limiti, l’australiano è dodicesimo nella Race e potrebbe entrare in lizza per un posto alle ATP World Tour Finals. Secondo Lleyton Hewitt, è giunto il momento di fare un salto di qualità importante. “Credo che stia maturando sia come persona che come giocatore”

. E’ il segnale che dobbiamo prepararci a una nuova epoca, già nell’immediato. Quello che ci aspetta, a partire dal Masters 1000 di Shanghai, sarà una finale di stagione un po’ surreale. Federer tornerà solo nel 2017, mentre Nadal sta sgomitando per acciuffare un posto al Masters. Però c’è un nome nuovo, un volto esotico che può dare una scossa a tutto l’ambiente: vincendo l’ATP 500 di Tokyo, Nick Kyrgios è volato al n. 14 ATP ed è dodicesimo nella “Race to London”. La distanza dall’ottavo posto di Dominic Thiem è considerevole (790 punti), ma il livello espresso in Giappone induce all’ottimismo. Con l’austriaco assente a Shanghai, un buon piazzamento potrebbe regalargli l’illusione del Masters. Che sia un momento importante lo ha capito anche Lleyton Hewitt, capitano di Coppa Davis e una delle poche persone che gode della stima incondizionata di Kyrgios. Intervenuto dopo il successo in Giappone, Hewitt è convinto che il connazionale possa entrare nell’elite. “Fino ad oggi ha dimostrato di poter raggiungere i quarti di finale in uno Slam, ma adesso deve fare il passo successivo per arrivare in semifinale e in finale – ha detto Hewitt – non è semplice: devi battere almeno un paio di buoni giocatori lungo il percorso, e poi essere in grado di recuperare dopo una battaglia di cinque set. E’ un aspetto su cui deve migliorare. Detto questo, lui fa parte del gruppo immediatamente successivo ai 4-5 che in questo momento vincono gli Slam”. Il prossimo appuntamento Slam sarà l’Australian Open, dove Kyrgios sarà attesissimo. Il suo miglior risultato è arrivato nel 2015, quando perse nei quarti da Andy Murray dopo essere sopravvissuto a una dura battaglia contro Andreas Seppi.

OBIETTIVI AUSTRALIANI
Ad oggi, il limite principale di Kyrgios è il comportamento, quell’atteggiamento un po’ sbruffone che gli fa perdere la concentrazione e si riflette in una scarsa professionalità. Ad esempio, è incredibile che un tennista giovane e forte come lui viaggi senza coach da un anno e mezzo. Si è reso conto del limite e ha annunciato che cercherà un preparatore atletico e un allenatore per effettuare lo step di cui parla Hewitt. Anche per questo, Lleyton è convinto che il ragazzo stia maturando sia come giocatore che come persona. A suo dire, Kyrgios ha dato un influsso positivo al team di Coppa Davis nel recente spareggio contro la Slovacchia. Non era scontato, dopo le polemiche per la sua mancata presenza durante Australia-Stati Uniti, che aveva mandato in bestia Tomic. Sarà proprio Tomic l’altra freccia nell’arco australiano a Melbourne. “Bernie stava giocando bene, poi però ha perso una brutta partita a primo turno dello Us Open – dice Hewitt – credo che si debba riorganizzare e migliorare un po’ sul piano fisico. Tuttavia, in Australia ha sempre giocato bene”. Dopo l’Australian Open, i migliori aussies resteranno da quelle parti per il primo turno di Coppa Davis contro la Repubblica Ceca. Dopo il pasticcio di quest’anno, i Canguri sperano che il 2017 sia l’anno buono. E Hewitt ha già fatto sapere che stavolta si limiterà a fare il capitano, senza scendere in campo per il doppio. Salvo emergenze. Ma è ancora presto per parlarne: prima c’è da chiudere un 2016 in cui Kyrgios potrebbe scoprire obiettivi inediti. Entrambi esordiranno martedì a Shanghai: Nick affronta Sam Querrey per sfidare Alexander Zverev, mentre Tomic avrà un match complicato contro Roberto Bautista Agut.