LA STANZA DEI MANIFESTI – ENTRAArgomento principe dei memorabilia del tennis: “il manifesto”
LA STANZA DEI MANIFESTI – ENTRA

Argomento principe dei memorabilia del tennis: “il manifesto”. Un settore che, se fatto in larga scala, è destinato ai grandi specialisti in grado di acquisire opere che a volte vengono quotate con cifre a quattro zeri. Ma, valutazioni a parte, si tratta  di un campo dove è possibile ammirare reperti che personalmente  mi entusiasmano moltissimo. Non altrimenti potrei spiegare la commozione che provo, quando mi trovo davanti a certi manifesti d’epoca, per me esempi  del “bello” in assoluto.
Ma cos’è il manifesto in generale? Le origine sono lontane: è sempre esistita la necessità di esternare, di “manifestare” messaggi rivolti ad un largo pubblico Ma praticamente  i primi passi concreti iniziarono nel 1400 con la nascita della stampa, e successivamente quando nel XVII secolo, cominciarono a diffondersi i primi giornali.
La patria del manifesto è stata la Francia e alla fine dell’Ottocento fu  il manifesto di fin de siècle, quello della Belle Epoque, a raggiungere alti livelli sia dal punto di vista artistico che da quello della comunicazione. Famosa la Francia soprattutto grazie a Jules Cheret, il primo affichiste che intuì con il suo genio la potenzialità del nuovo mezzo di espressione, anche dal punto di vista commerciale, utilizzandolo per realizzare opere che toccarono tutti i temi della vita di quel tempo.
I primi esemplari di affiches sul tennis però vedono la luce a cavallo del Novecento anche perché il tennis moderno ha una data di nascita ufficiale, esattamente il 1874 e naturalmente prima di questa data non esiste materiale pubblicitario specifico.

La quasi totalità dei manifesti sul tennis appartiene al genere pubblicitario: possiamo però suddividerli ancora in varie categorie attraverso le quali è più agevole cogliere alcuni  aspetti     significativi della storia del tennis. Il “Manifesto turistico” riunisce le tematiche riguardanti i grandi alberghi, le stazioni termali, le ferrovie e in generale tutte le località di villeggiatura, fornendo preziose testimonianze sui luoghi frequentati dai tennisti, il primo mezzo di comunicazione dedicato alle grandi masse. E’ stato  spesso commissionato dalle stesse ferrovie dello stato di vari paesi che invitavano i viaggiatori a visitare città o luoghi di villeggiatura. In alcuni di essi si fa riferimento al gioco del tennis. Bellissimi manifesti sono stati creati anche dalle ferrovie « Chemins de fer de l’Etat Belge »  con singolari scene di campi da tennis improvvisati sulla spiaggia.  
I manifesti sulla “Moda”  documentano l’evoluzione del costume sportivo dalla nascita del tennis ad oggi. La moda è presente sin dai primi anni di vita nei cartelloni pubblicitari, che sono promossi, all’inizio, esclusivamente dai grandi magazzini, quali ad esempio Mele di Napoli o  Rinascente di Milano, che fanno a gara per contendersi i grandi cartellonisti  Dudovich, Metlicovitz, Cappiello etc
Per quanto riguarda gli “Attrezzi del tennis” fin dai primi decenni del Novecento esiste una vasta produzione di cartelloni che pubblicizzano racchette e palline, le due componenti basilari del gioco del tennis: manifesti e locandine che rappresentano una testimonianza importante della storia di questo sport.  Numerosi manifesti sono stati stampati per pubblicizzare “Tornei di tennis” di ogni livello, internazionali, nazionali o semplicemente locali, promossi dai Tennis Club o dalle varie Federazioni. Oltre ai Tornei ufficiali, in passato fu data molta importanza alle esibizioni: manifestazioni, della durata di uno o due giorni, che si tenevano in  palazzi dello sport o in  piccoli stadi. Il tennis è spesso presente nei “Manifesti pubblicitari” riguardanti i prodotti di largo consumo. Il fatto di accostare ad un determinato prodotto l’immagine di una racchetta o di un giocatore di tennis èsignificativo e lascia intendere che il messaggio promozionale è diretto a un pubblico sportivo. La presenza di racchette nei  vecchi cartelloni “Cycles Météore” e “Cycles Peugeot”, che promuovono la vendita di biciclette, non è certo casuale.
Un capitolo a parte merita la tematica del  “Cartellone del cinema” sul tennis.Il cinema si avvicina al tennis negli anni ’20. Il primo manifesto di cinema conosciuto è “The art of tennis”, che pubblicizza un documentario progettato ed interpretato da una equipe di campioni inglesi. Bisogna arrivare agli anni ’40 per trovare alcuni manifesti interessanti, quali “Chaines invisibles” con Alida Valli del ‘42, “Deux petit soeurs a la page”, “M.lle Josette ma femme”, “Hard, fast and beautiful”  ed altri. Da riscontrare negli ultimi anni un crescente interesse verso la produzione di film con soggetto sul tennis, come non era mai accaduto in passato, al punto da interessare famosi cineasti come Woody Allen, autore di “Match point”, girato in parte al Queen’s Club di Londra.
Il mio libro <“Il tennis nel manifesto”>, appena pubblicato, che riunisce in modo esaustivo tutto quello che esiste sull’argomento, mette in rassegna una coloratissima esposizione di manifesti d’epoca che fanno parte della più vasta collezione del mondo, appartenente allo Hanbury Tennis club di Alassio, il cui presidente Joseph Skordis ha raccolto per anni centinaia di reperti. Il libro ripercorre un po’ la storia del tennis attraverso la visione ordinata di centinaia di manifesti a colori di tutti i tempi, con immagini straordinarie a volte uniche. Ma ggiori informazioni nel libro "Il Tennis nel Manifesto".  (Immagini per gentile concessione di Joseph Skordis, Alassio)