SERIE A1 – Il Circolo Canottieri Aniene vince all'ultimo respiro il doppio di spareggio. Il punto finale è arrivato da Santopadre-Bolelli, ma sono stati tutti decisivi. La festa dei romani, pulita e sincera.
Dall'inviato a Genova, Riccardo Bisti – 8 dicembre 2014
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)
Quando Andrea Basso è sembrato intimidito, quasi impaurito, tanti hanno pensato che il doppio di spareggio sarebbe stata una passeggiata per il Circolo Canottieri Aniene. Invece Simone Bolelli e Vincenzo Santopadre hanno dovuto lottare fino all'ultima goccia di sudore. Ma dopo 10 ore complessive di battaglia (più le due e mezza del giorno prima) hanno battuto il duo genovese Starace-Basso col punteggio di 7-6 4-6 10-6. Ed è scoppiata la gioia, incontenibile e sincera. Una vittoria bellissima, ancor più emozionante rispetto a quella di quattro anni fa, quando batterono il Castellazzo nella notte di Rovereto, davanti a pochissimi intimi. Stavolta c'era un buon pubblico, almeno 500 spettatori che hanno resistito a una giornata lunghissima, che sembrava non finire mai. E le due tifoserie hanno perso ogni freno inibitorio, beccandosi quasi come accade nei campi di calcio. All'inizio del super tie-break, sul 2-0 per l'Aniene, e dopo una palla ritenuta dubbia, dalla “curva” dei tifosi biancorossi è partito un eloquente “Come la Juve, voi siete come la Juve”. Nel punto seguente, Bolelli ha commesso un doppio fallo e dai tifosi dell'Aniene sono partiti degli applausi ironici rivolti verso l'opposta fazione. Ma la Serie A1 è anche questo: passione sfrenata e voglia di lottare, dal primo all'ultimo punto. Non importa se sei un 21enne in ascesa, del tutto “vergine” a certi palcoscenici (Andrea Basso), un ottimo giocatore che sta vivendo un momento difficile fuori dal campo (Potito Starace), un giocatore in profondo rilancio (Simone Bolelli) o un 43enne che sembra avere l'elisir di eterna giovinezza (Vincenzo Santopadre). In altre situazioni, la partita non sarebbe mai andata così. O meglio, non si sarebbe nemmeno giocata. Invece, dopo il 3-0 iniziale, Basso ha iniziato a carburare. Aiutato da un ottimo Starace, autore della risposta vincente che ha dato il contro-break, ha giocato una partita di livello, quasi superlativa al servizio. Dopo lo scambio di break iniziale, c'è stata lotta furibonda. Il tie-break del primo set è stato deciso da una bella risposta di Bolelli sul 3-3, non controllata da Starace.
LA CILIEGINA SULLA TORTA
Nel secondo, quando è andato a servire sul 4-5, Santopadre ha avuto un passaggio a vuoto. Dal 30-0 ha commesso tre gravi errori e ha regalato il set ai genovesi, sigillato da una risposta al fulmicotone di Basso. Il super tie-break è stato una guerra di nervi. Ogni punto pesava il doppio. I romani hanno tratto forza ed energie dal diverbio raccontato qualche riga fa e sono scappati via, mantenendo un piccolo margine fino all'esplosione di gioia finale. E la premiazione è stata particolarmente gioiosa, prima con la squadra e poi con tutti i tifosi, compresi alcuni ragazzini della scuola tennis. “E' uno scudetto speciale – ha detto Santopadre, ebbro di emozione ancor più che di gioia – ha un sapore particolare per tanti motivi. Intanto alla vigilia non eravamo i favoriti, poi perchè non avevamo mai avuto un seguito così importante, ci saranno stati 80-90 tifosi a sostenerci, e questo è un segno molto importante. E poi lo sento mio perchè abbiamo un gruppo eccezionale. Mi piace pensare ai capitani, lo storico Mario Fiorini e il mio amico Stefano Cobolli. Lo sento mio perchè è stato protagonista un mio allievo, Matteo Berrettini, e un mio amico ed ex allievo come Flavio Cipolla. Poi c'è un ragazzo d'oro come Simone Bolelli, i giovani Ludovico Scerrati e Jacopo Berrettini più Simone Vagnozzi, grande uomo squadra che ha tirato avanti la carretta nel momento del bisogno. E' stato molto utile anche Grzegorz Panfil: peccato che non sia potuto venire a causa degli impegni individuali, già presi con la federazione polacca. Ma ci teneva davvero. Ringrazio anche Walter Giuliani, il nostro fisioterapista che ci segue con affetto e sa dare il giusto buon umore al gruppo. E in un campionato così lungo, se non c'è armonia, diventa difficile rendere al massimo. Insomma, ha un sapore molto particolare. E vincerlo al doppio di spareggio è qualcosa di unico”. Grande gioia anche per Simone Bolelli, capace di portare tre punti tra singolare e doppio. “Ho fatto un grande anno, ma questo scudetto è la ciliegina sulla torta. Era l'unica cosa che mi mancava per essere davvero felice. Non mi aspettavo che i miei compagni battessero il Park Genova in semifinale, mentre in questa finale abbiamo dimostrato di essere una grande squadra, non solo come valore tennistico. Roma e l'Aniene sono una seconda famiglia, il presidente Giovanni Malagò ci teneva tantissimo e sono contento per il club e tutti quelli che ci hanno sostenuto”.
PAURA DI PERDERE? NO, VOGLIA DI VINCERE
La finale è stata una battaglia furibonda, in cui la classe è venuta fuori nel momento del bisogno. E i gialloblu non hanno mai davvero avuto paura di perderla. “Avevamo iniziato alla grande – continua Bolelli – poi loro hanno trovato il controbreak ed è diventata una battaglia molto equilibrata, da 50 e 50. Però al super tie-break ci speravo, mi sentivo bene ed ero fiducioso”. Ancor più deciso Santopadre. “Più che paura di perdere abbiamo avuto voglia di vincere. La paura non bisogna mai averla, anche se ovviamente si può perdere. Ci abbiamo messo il cuore, e match dopo match abbiamo capito che poteva succedere qualcosa di importante”. A 43 anni, Santopadre è ancora il simbolo di questo campionato. Lui è il primo a dire che forse non dovrebbe giocare, ma le regole gli consentono di essere ancora un leone. “Non avevamo mai giocato un doppio insieme – racconta Bolelli – ma è davvero bello giocare con lui. Sui campi veloci può ancora dire la sua, soprattutto in doppio. E' mancino, il suo tennis dà fastidio, copre bene la rete ed è molto carico, mettendo grande pressione agli avversari”. Da parte sua, Santopadre ha ammesso di sentire un forte senso di responsabilità verso la squadra.”Nei primi mesi dell'anno non faccio molto perchè ho mille impegni, ma dall'estate trovo il tempo per allenarmi e lo faccio con grande piacere. Forse questo è il mio unico segreto. Mi ha fatto piacere essere considerato un possibile elemento decisivo dagli altri capitani, forse sanno quanto sia attaccato all'Aniene. Magari tiro fuori energie che farebbero comodo a tanti ragazzi. Io credo che con volontà e determinazione si possano superare tanti ostacoli. In singolare non sono più competitivo, ma in doppio posso dire la mia”.
IL TRIONFO DEL "CAMERIERE"
E' vero a tal punto che Bolelli, alla fine, ha scelto di giocare con lui. Dopo aver perso il primo doppio, che aveva regalato il 3-3 al Tennis Club Genova, c'era grande curiosità di sapere se Vincenzo avesse giocato. “Avevo speso molte energie nervose, ero un po' scarico anche se non ho mai abbandonato l'idea di scendere di nuovo in campo – racconta Santopadre – ho chiesto a Berrettini se si sentiva pronto e lui mi ha detto di si. Mi ha fatto immensamente piacere. Non mi sono tirato indietro neanche io, allora siamo andati da Bolelli e abbiamo optato per questa soluzione. Ci poteva stare, visto che io ho certamente più esperienza di Matteo. E comunque sapevamo che era Simone a dover fare la differenza, come poi è accaduto nel super tie-break, dove ha fatto cose pregevoli”. Per l'Aniene è il secondo scudetto dopo quello del 2010, ma è ancora più bello. Anche allora fu doppio di spareggio, ma erano favoriti e si giocava in un clima spettrale. Stavolta era tutto diverso e la libidine psicologica, beh, è stata ben diversa. Il punto decisivo l'hanno firmato Bolelli-Santopadre, ma è il successo di tutti. Davvero di tutti. “Se devo trovare un giocatore simbolo di questo campionato, beh, direi Flavio Cipolla – ha chiuso Bolelli – ha battuto due volte Fognini, poi ha vinto quel doppio fondamentale contro Fognini-Andujar. Tutte le volte che io non ho giocato, lui si è messo la squadra sulle spalle. Ma anche Vincenzo è stato un leone”. Un leone che è un campione di umanità e umiltà. Qualche ora prima di scendere in campo, si è presentato in sala stampa con due piatti imbanditi: avrebbe fatto il “cameriere” per i suoi compagni. “Non vi posso salutare perchè sto facendo il cameriere” aveva scherzato. Lo abbiamo potuto fare qualche ora dopo, con uno scudetto in più sul petto.
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE – TENNIS CLUB GENOVA 1893 4-3
Andrea Basso (TC Genova) b. Vincenzo Santopadre (CC Aniene) 6-3 6-3
Simone Bolelli (CC Aniene) b. Potito Starace (TC Genova) 6-2 7-5
Flavio Cipolla (CC Aniene) b. Edoardo Eremin (TC Genova) 6-4 5-7 6-3
Bolelli/Berrettini (CC Aniene) b. Basso/Picco (TC Genova) 6-2 6-3
Motti/Starace (TC Genova) b. Cipolla/Santopadre (TC Genova) 7-6 3-6 10/6
Bolelli/Santopadre (CC Aniene) b. Basso/Starace (TC Genova) 7-6 4-6 10/6
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE CAMPIONE D'ITALIA