AUSTRALIAN OPEN. La Stosur infila l’ennesima delusione, mentre la Sharapova non ha ancora perso un game. Dedicato a chi crede che il tennis non sia uno sport mentale.
Samantha Stosur lascia la Rod Laver Arena. Sconfitta.
 
Di Riccardo Bisti – 16 gennaio 2013

 
Il paragone tra Maria Sharapova e Samantha Stosur è impietoso. Non tanto per il palmares o l’avvenenza, quanto per la capacità di gestire le situazioni. La terza giornata dell’Australian Open ci ha regalato due estremi di approccio mentale: da una parte l’immensa solidità della russa, incapace di perdere un solo game (!) nelle prime due partite, dall’altra la terribile angoscia interiore della Stosur. Ci fossero stati ancora dubbi sul fatto che avesse problemi a giocare in casa, l’incredibile partita contro Jie Zheng li ha cancellati. E’ finita 6-4 1-6 7-5 per la cinese, già semifinalista a Wimbledon e proprio a Melbourne, risultato sempre precluso a Sammy in 11 partecipazioni. L’aveva battuta anche a Sydney: “Ma oggi Samantha giocava molto meglio – ha detto la cinese – tirava forte servizio e dritto, e mi ha creato problemi anche con il rovescio in slice”. Le statistiche, tuttavia, erano impietose. La Stosur ha vinto tutti i 54 match Slam in cui si era aggiudicata il primo set. Ma dopo aver perso il primo, ne ha vinti solo 6 su 37. Quando la Zheng ha intascato il primo parziale, dunque, gli allarmi hanno ripreso a suonare. Eppure è arrivato il miglior momento per la potente australiana. 6-1 nel secondo, 5-2 e servizio nel terzo. Giocava proprio bene, come se fosse finalmente libera. “Ma a quel punto mi è venuta paura”. Nello sport si definisce “choker” l’atleta perdente, quello che arriva a un passo dalla vittoria ma non riesce a ottenerla. Ogni volta che mette piede in Australia, la Stosur è proprio così. “Quando commetti degli errori, provi a non pensarci più e a concentrarti sul punto successivo. Ma oggi continuavo a commettere un errore dopo l’altro”. La Stosur ha servito sul 5-2 e sul 5-4, in entrambi i casi è salita 30-15 ma non è riuscita a chiudere. “A un certo punto, ho iniziato ad avere pensieri pazzi”. E così la cinese si è arrampicata fino al successo, e al terzo turno se la vedrà con Julia Goerges, compagna di doppio della Stosur. Che tornerà a pensare ai suoi fantasmi, alle sue paure e a tutto il resto. Ancora una volta.
 
Chi non conosce la paura è Maria Sharapova. Non gliel’hanno mai presentata. C’era qualche dubbio sulle sue condizioni, perché un problema alla clavicola le aveva impedito di giocare a Brisbane. E poi le voci di gossip su una possibile storia con Dimitrov…ma lei non si fa distrarre, e tra un servizio di moda e una campagna pubblicitaria delle caramelle Sugarpova, riesce sempre a dare il meglio sul campo da tennis. Al primo turno aveva massacrato Olga Puchkova. 6-0 6-0, punteggio-stereotipo. Ha fatto altrettanto contro Misaki Doi, onesta giapponesina. Grazie a Kimiko Date, il Giappone aveva ottenuto il record della giocatrice più anziana a passare un turno all’Australian Open (il record risaliva al 1985). Adesso una giapponese ha consentito alla Sharapova di eguagliare un primato (due 6-0 6-0 consecutivi) che perdurava dalla stessa edizione del torneo, quando un’impresa del genere riuscì a Wendy Turnbull. La Sharapova ha svelato il segreto (di pulcinella) che le consente di ottenere vittorie così nette. “Gioco ogni punto come se fosse fondamentale per vincere la partita. A volte è difficile mantenere la concentrazione, ma mi obbligo a restare attenta. Semplicemente faccio il mio lavoro”. Ma Masha ha obiettivi ben diversi. Vuole essere ricordata per le vittorie nei grandi tornei, non certo per aver vinto due partite in questo modo. Lo ha ribadito, e proverà a dimostrarlo nel terzo turno-spettacolo che la attende venerdì contro Venus Williams. Le due non si affrontano da tre anni, ma Venus è avanti negli scontri diretti. Sarà il match-clou della prima settimana.
 
Soltanto una sorpresa in campo maschile. Mikhail Youzhny si è fatto sorprendere dal connazionale Evgeny Donskoy (Re dei challenger nel 2012), vincitore in cinque set con il punteggio di 3-6 7-6 6-2 3-6 6-3. Il russo è l’unica testa di serie maschile ad essere caduta in questa terza giornata. Nella parte alta del tabellone, sono giunte al terzo turno 14 teste di serie su 16. Un rispetto quasi religioso delle gerarchie. Hanno rischiato grosso Janowicz (di cui abbiamo scritto a parte) e Tipsarevic, che ha faticato molto di più a battere Lukas Lacko rispetto a Lleyton Hewitt. Molto bene i favoriti: David Ferrer ha lasciato per strada un set, ma è stato soprattutto merito di Tim Smyczek, mentre Djokovic e Berdych hanno chiuso rapidamente i loro impegni. In particolare, il serbo ha battuto senza problemi Ryan Harrison con un secco 6-1 6-2 6-3. Lo status di favorito non gli crea alcun problema.


 AUSTRALIAN OPEN, DAY 3 / I RISULTATI