LA STORIA – I cubani Randy Blanco ed Ernesto Alfonso perdono il doppio decisivo in Coppa Davis poi scappano a Miami. Cuba ha “aperto”le frontiere, ma c’è ancora gente che scappa.

Di Riccardo Bisti – 12 giugno 2014

 

Avevamo sperato che tennis e politica avessero smesso di mischiarsi. Invece, ancora una volta, il pernicioso mix torna alla ribalta. Dopo quattro anni di assenza, il team cubano di Coppa Davis è tornato a giocare. E pazienza se il ranking ITF li aveva fatti precipitare in 117esima posizione. Mentre a Parigi si giocavano le fasi finali del Roland Garros, il team guidato da Josè Giraldo Martinez Monterrey si è recato presso il Palmas Athletic Club di Humacao, in Porto Rico, dove si giocava il girone americano del Gruppo III, equivalente della Serie D. Hanno vinto il loro gruppo, lasciando le briciole a Bahamas, Honduras e Panama. Il sogno di volare nel Gruppo II è franato nello spareggio contro Costa Rica: dopo la vittoria di Randy Blanco, la sconfitta di William Dorantes Sanchez e del doppio li ha condannati a un altro anno di Serie D. Nel doppio decisivo hanno giocato il 22enne Randy Blanco e il 24enne Ernesto Alfonso. Dopo la sconfitta, i due “disertori” hanno abbandonato la delegazione e sono scappati via. Chissà da quanto tempo meditavano questo gesto. Avrebbero voluto chiudere in bellezza, dando a Cuba un bel successo sportivo. Non ce l’hanno fatta e sono scappati ugualmente, atterrando all’aeroporto di Miami nella serata di martedì. Hanno detto addio al loro passato alle 20 locali, quando hanno messo piede al Fort Lauderdale International Airport. Non hanno rilasciato dichiarazioni. C’era qualcuno che li stava aspettando all’aeroporto.
 
I TENNISTI COME I BALLERINI
E pensare che, da quando è salito al potere Raul Castro (fratello di Fidel), Cuba ha allentato certe restrizioni. Per una cinquantina d’anni è rimasta in vigore una norma che ha generato grande frustrazione: per espatriare, ogni cittadino cubano avrebbe dovuto chiedere un permesso governativo. Molto spesso veniva negato, specie per chi era in odor di dissidenza o fosse sospettato di svolgere attività contrarie alla patria socialista. Come se non bastasse, oltre alla “Carta Blanca” ci voleva un invito dall’estero da parte di un amico o parente. Dallo scorso 14 gennario, per lasciare Cuba, è sufficiente avere un passaporto valido. In realtà, il governo ha avvisato che la nuova politica migratoria sarà soggetta a qualche limite, in modo da difendersi dai “piani sovversivi e dalle ingerenze”. Nello sport c’è stato il caso della pallavolista Taismary Aguero, sbarcata in Italia una quindicina d’anni fa e impossibilitata a tornare nel suo paese. Non ebbe nemmeno la possibilità di assistere al funerale della madre. Anche se formalmente è cambiato qualcosa, evidentemente Blanco e Alfonso non si sentivano sicuri. Tornare a Cuba avrebbe rappresentato un rischio, allora hanno scelto gli Stati Uniti, proprio come i sette ballerini del balletto nazonale cubano, che qualche giorno fa erano fuggiti a Miami mentre stavano svolgendo un tour internazionale e facevano tappa proprio a Porto Rico. “Abbiamo sempre avuto l’idea di farlo perchè a Cuba non c’è la possibilità di un futuro” ha detto Raisel Cruz, uno dei ballerini. Hanno trovato ospitalità presso il “Balletto Classico Cubano” di Miami, dove faranno base prima di decidere il loro futuro. I ballerini cubani hanno un grosso prestigio, ma non è la prima volta che fuggono. I primi “disertori” risalgono al 1966, per motivazioni politiche. Oggi, a quanto pare, le fughe da Cuba dipendono soprattutto da motivi economici ed artistici. Secondo alcune fonti, i ballerini cubani guadagnano circa 30 dollari al mese.
 
IL PAESE DEI DISERTORI
E stiamo parlando di figure professionali piuttosto importanti. Per questo, immaginiamo che le condizioni di vita di Randy Blanco ed Ernesto Alfonso non fossero eccezionali. Cuba non ha una particolare tradizione tennistica e i due non sembrano destinati a diventare chissà quali campioni. Blanco ha 22 anni e non ha mai avuto una classifica ATP di singolare, mentre Alfonso ha 24 anni ed è stato al massimo numero 1430 ATP nel 2011. Difficilmente il tennis professionistico li arricchirà, ma il nostro sport offre tante opzioni. Si può amare in tanti modi. E gli Stati Uniti offrono certamente più possibilità di Cuba. Non è la prima volta che i tennisti cubani disertano. Era già successo nel 2008, quando Luis Javier Cuéllar y Alexander Peláez mollarono tutto dopo aver giocato un torneo future a Guadalajara, Messico. Ancora prima, il talentuoso Ricardo Chile aveva scelto di non tornare più nel novembre 2006. Si era portato a ridosso dei top-500 ATP, sperava di trovare alternative diverse. Gli è andata male. Non crediamo che Blanco e Alfonso abbiamo obiettivi sportivi, ma qualcosa di ben diverso. Qualcosa che ha a che fare con il futuro. Chissà che il loro caso, unito a quello dei ballerini, non faccia riflettere il governo Cubano. Da Fidel a Raul, la differenza può andare ben oltre il nome di battesimo.