Ciò che è successo ieri a Gasquet a Marsiglia (VIDEO) ha aperto un dibattito. I giocatori possono chiedere il ‘challenge’ in ogni occasione, ma hanno a disposizione solo tre errori a set. Troppo pochi? Dite la vostra nel nostro SONDAGGIO…

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Episodio parecchio discutibile quello avvenuto ieri all'Atp 250 di Marsiglia, nel corso del match fra Richard Gasquet e Gilles Muller. Nel momento in cui il lussemburghese ha servito per il secondo set (sul 5-4), il francese ha avuto a disposizione una palla-break, e l'ha concretizzata con un gran passante di dritto. Ma la palla (buonissima, come attestato dal replay computerizzato) è stata chiamata lunga dal giudice di linea, e il francese non ha potuto farci nulla, in quanto in precedenza aveva sprecato tutte le chiamate dell'occhio di falco a propria disposizione. Morale della favola: dopo una lunga discussione con l'arbitro, l'allievo di Riccardo Piatti ha perso il set, e successivamente anche il match. Magari Gasquet la partita l'avrebbe persa comunque (e il modo in cui ha buttato al vento il terzo set, da 5-4 30-0 e servizio, ne è la dimostrazione), ma episodi come quello di ieri (e non è il primo) sarebbero da evitare. La soluzione? Permettere ai giocatori di chiedere l'intervento dell'occhio di falco quando preferiscono, e non con i limiti attuali. Al momento, infatti, ogni tennista ha a disposizione tre chiamate a set (più una aggiuntiva in caso di tie-break) con il totale che viene ridotto solamente in caso di errore. Se il giocatore ha ragione, quindi, il numero di 'challenge' rimane invariato. Un'idea sensata, ma che in certi casi (tipo quello di ieri) non basta a risolvere eventuali problemi che si possono creare.

Le immagini dello spiacevole episodio capitato ieri a Marsiglia a Richard Gasquet:

"Perché sulla terra un giocatore ha la possibilità di far controllare il segno all'arbitro tutte le volte che vuole, anche sbagliando, e sul veloce invece ha solo tre possibilità di errore? Non mi piacciono le cose fatte a metà, perché creano delle differenze e quindi dei potenziali problemi". A parlare è Romano Grillotti, miglior arbitro italiano di sempre e per lunghi tratti fra i più importanti dell'intero pianeta. Il suo discorso, secondo noi, non fa una piega. È vero che sulla terra il giocatore può prima controllare personalmente il segno e poi chiedere la verifica del giudice di sedia (e quindi l'arbitro viene chiamato a scendere solo nelle situazioni più delicate), ma allo stesso tempo non è assurdo inserire un limite come quello dei tre errori? Se il sistema hawk-eye è previsto, perché non sfruttarlo il più possibile? Le chiamate nel corso di un set non aumenterebbero di troppo (molto raramente capita infatti che i giocatori ne abusino) e i casi come quello di ieri verrebbero risolti nel modo corretto. Forse il gioco in qualche caso sarebbe un po' più frammentario (e ultimamente si sta cercando di andare nella direzione opposta), ma l'occhio di falco garantisce sempre attimi di suspance per giocatori e pubblico, sia dal vivo che in televisione. Voi che ne pensate? Tre 'challenge' errati a set sono pochi? Troppi? O vanno bene? Dite la vostra nel nostro consueto sondaggio settimanale…

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