Da un paio d’anni in Germania si fregano le mani solo a sentire il nome di Alexander Zverev, l’uomo giusto per riportare il tennis tedesco ai fasti degli Anni ’90. Fino a qualche settimana fa la tabella di marcia è stata rispettata: top-30, prime finali nel Tour e prime vittorie di spessore, a confermare che il campione si farà. Poi sono arrivate alcune sconfitte di troppo, l’ultima al secondo turno degli Us Open contro Daniel Evans, ma se quelle fanno parte del gioco ciò che preoccupa è l’atteggiamento del giovane “Sascha”, tutt’altro che apprezzato dai vertici della Deutscher Tennis Bund, la Federazione tedesca. A marzo, dopo il debutto in Davis contro la Repubblica Ceca, aveva recitato il copione tanto caro ai top player (“è sempre stato un grande obiettivo giocare per la Germania”), ma a quanto pare se n’è presto dimenticato. Prima ha saltato all’ultimo le Olimpiadi, spiegando solo di non sentirsi al 100% dopo i primi tornei sul cemento, e poi è stato protagonista di un lungo tira e molla sulla sua partecipazione all’imminente spareggio con la Polonia per restare nel Gruppo Mondiale di Coppa Davis, in programma dal 16 al 18 settembre a Berlino. Prima non ha voluto toccare l’argomento ritenendo che fosse ancora troppo presto per parlarne, e una volta messo alle corde ha riferito di “non aver avuto contatti con la Federazione sul tema convocazioni”. Peccato che capitan Michael Kohlmann, volato allo Us Open appositamente per parlare faccia a faccia con i giocatori, abbia subito smentito. “Mentirei se confermassi ciò che ha detto: ne abbiamo parlato un sacco di volte. A ‘sto punto devo dare per scontato che Zverev non ci sarà. Io ci ho provato”. All’indomani è arrivato il “no” ufficiale. A quanto pare il motivo della rinuncia non è tanto la scelta di ospitare la Polonia sulla terra battuta all’aperto, che obbligherà lui e i suoi compagni a un cambio di superficie per una sola settimana, quanto una ripicca nei confronti della Federazione, perché lui e Kohlschreiber avevano chiesto il cemento.
LE CRITICHE DELLA FEDERAZIONE TEDESCA
In Germania pensano che dietro a tante scelte di Zverev ci sia la mano dell’agente Patricio Apey, che vuole fare di tutto per tenere il suo cliente lontano da voci che lo possano influenzare. E proprio al management del tennista di Amburgo sono rivolte le critiche di Hans-Jürgen Pohmann, ex tennista e oggi portavoce della DTB, che in un’intervista con il quotidiano Der Taggespiel ci è andato giù pesante. “Non hanno alcun rispetto per lo sport, pensavamo di avere a che fare con un giocatore di altissimo livello, ma il fatto che abbiano preferito un torneo ATP 250 (San Pietroburgo, ndr) alla Coppa Davis ci lascia senza parole. Vedendo come declinano all’ultimo la possibilità di giocare le Olimpiadi o la Coppa Davis, non possono che tornarmi in mente due giocatori come Becker e Graf, che hanno sempre riconosciuto l’importanza di queste competizioni. Per altri, invece, c’è sempre un motivo per dire di no. Questa volta sono le condizioni di gioco, un’altra la fatica, un’altra ancora il lungo viaggio (provocazione: nel 2015 Zverev saltò la trasferta in Repubblica Dominicana per un presunto virus, ndr). Le date della Coppa Davis si sanno mesi e mesi prima. Così che ognuno possa adattare il suo calendario alle esigenze della nazionale. Negli ultimi anni il tennis tedesco ha fatto grandi sforzi per lui, per gli allenamenti come per i viaggi. Qui bisogna fare chiarezza, per evitare che il tennis, che quest’anno ha avuto molto successo, finisca al centro dell’attenzione solo per questioni negative”. Secondo quanto raccontato dallo stesso Zverev alla Bild, i suoi problemi sarebbero iniziati ad Amburgo, quando da grande atteso perse al primo turno, ricevendo più critiche del previsto. “Quando fai un exploit sei un fenomeno, appena perdi un match che devi vincere torni un signor nessuno”, il suo commento. In effetti, dopo quel k.o. è iniziata un’evidente crisi di risultati che ne ha minato fisico e mente, e questa polemica di certo non gli fa bene. Tuttavia, malgrado il suo atteggiamento non sia dei migliori per un 19enne, la sensazione è che fra le due parti sia la Federazione a perderci di più. Lui si riprenderà presto e nel giro di due anni lotterà per i titoli Slam. Loro dove lo trovano un altro così?
I capricci di Sasha: “Davis? No grazie”. Ed è polemica
In Germania è esploso il caso Zverev. Dopo la rinuncia alle Olimpiadi, “Sascha” ha rifiutato la convocazione per il play-off di Davis contro la Polonia. Aveva chiesto il cemento, ma la DTB ha scelto la terra e allora lui si è tirato fuori. La Federazione calca la mano: “Zverev e il suo team non hanno rispetto per lo sport, né riconoscenza per quanto fatto per loro”.