Secondo Blick, lo spagnolo ha intascato 14 milioni di dollari nel suo tour sudamericano. Si accende il dibattito sull’incoerenza dei giocatori: vogliono la stagione più corta, ma poi…
Rafael Nadal ha trascorso una settimana in Sud America, tra esibizioni ed eventi collaterali
Di Riccardo Bisti – 2 dicembre 2013
C’è qualcosa che non torna. Nel suo spettacolare 2013, Rafael Nadal ha intascato 4 milioni e mezzo di dollari, frutto di 82 partite (75 vittorie e 7 sconfitte). E’ la cifra più alta mai ottenuta da un tennista in una sola stagione. Tuttavia, pare che in una settimana dedicata alle esibizioni abbia guadagnato circa 10 milioni di dollari. In una settimana, Nadal ha giocato cinque partite: contro David Ferrer a Lima, contro Novak Djokovic a Santiago e Buenos Aires, e contro David Nalbandian a Cordoba e sempre a Buenos Aires. L’agenzia di stampa svizzera Blick gli ha fatto i conti in tasca, sparando la clamorosa cifra. Il tennis è unio sport dal professionismo molto spinto: alcuni dei suoi protagonisti sono icone mondiali. Aziende e istituzioni sanno che puntare sui tennisti garantisce un forte ritorno d’immagine. Le stesse autorità cilene e argentine si sono fatte puntualmente fotografare con Rafa (e Djokovic). Scatti che aumentano prestigio, popolarità…e voti. Il fiorente mercato delle esibizioni, tuttavia, ha acceso un forte dibattito nelle ultime stagioni. Da un lato, molti giocatori hanno chiesto una stagione più corta. Vogliono un periodo di off-season più lungo, dicendo che la stagione è troppo faticosa. Si può essere d’accordo o meno, ma il teorema frana all’improvviso quando si scopre la loro agenda, stracolma di esibizioni in luoghi non toccati dai circuiti ATP-WTA, ma ben contenti di elargire impressionanti somme di denaro. Qualche anno fa, il bengodi era l’Asia (e in parte lo è ancora), mentre oggi la miniera d’oro è il Sud America. L’anno scorso, il tour di Roger Federer fu un evento planetario, con lo svizzero accolto come un Papa. E anche lui guadagnò cifre astronomiche, circa 12 milioni di dollari.
Le esibizioni non sono particolarmente faticose. I giocatori si divertono, non spendono troppo fisicamente e soprattutto non c’è alcuna usura mentale. Il quadro complessivo è molto diverso rispetto alle competizioni ufficiali. Durante le ultime ATP World Tour Finals, Nadal è stato sollecitato sulla possibile contraddizione. “Ma come? Chiedi più vacanze e poi le trascorri giocando le esibizioni?”. A suo dire, il discorso (molto caro all’ITF, specie quando difende l’attuale formula della Coppa Davis) è carico di ipocrisia. Secondo Nadal non c’è contraddizione nel chiudere la stagione con impegni che non richiedono chissà quale impegno. “Chi la pensa in questo modo, non ha idea di che cosa sia lo sport” ha detto. Tuttavia, non tutti la pensano come lui. Ad esempio Magnus Norman, ex numero 2 ATP e attuale coach di Stanislas Wawrinka (con il quale ha recentemente rinnovato l’accordo). “I tennisti si sono sempre lamentati di un calendario troppo lungo – ha detto Norman – adesso che ce l’hanno, lo trascorrono giocando esibizioni. Non capisco”. La pensa come lui anche Allistair McCaw, uno dei preparatori atletici più in vista del circuito. “Sono d’accordo con Magnus: hanno sostituito l’eccesso di partite con un eccesso di allenamento. Che è anche peggio!”. Assecondando le richieste dei tennisti, ATP e WTA (soprattutto la WTA) hanno accorciato la stagione di 3-5 settimane. Nel circuito femminile è stata praticamente cancellata la stagione indoor europea, con la maggior parte delle giocatrici in vacanza già a metà ottobre. Il dibattito si fa sempre più fitto, anno dopo anno. In questo momento, il potere economico di certi eventi sembra avere la meglio su tutto il resto. I giocatori rispondono al richiamo del denaro, sacrificando parte dell’allenamento. Lo stesso Nadal ha ammesso che il lavoro di “carico” si limiterà a 15 giorni, e che non si presenterà al top ad Abu Dhabi e Doha. Ognuno resterà della sua opinione, nella speranza che la bolla non scoppi.
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