È ciò che è successo a Hugo Dellien, secondo boliviano della storia capace di conquistare un Challenger. Ex numero 2 del mondo da under 18, il 23enne di Trinidad sembrava essersi perso nel passaggio fra i professionisti, invece è tornato a farsi notare, conquistando il ricco torneo di Sarasota e ricevendo i complimenti su Twitter di Evo Morales.Al termine del 2016, Paolo Lorenzi disse che la più grande soddisfazione extra campo della sua miglior stagione in carriera era stata la telefonata del presidente CONI Giovanni Malagò, che lo raggiunse per complimentarsi dopo il gran match disputato a New York contro Andy Murray. Chissà allora come deve essersi sentito il boliviano Hugo Dellien, che i complimenti – pubblici – li ha ricevuti addirittura dal Presidente della Repubblica, il socialista Evo Morales, in carica da una dozzina d'anni. E di mezzo non c’è la seconda settimana in un torneo del Grande Slam, o un super match contro uno dei Fab Four, bensì un titolo… a livello Challenger! Morales ha raccolto il suo pensiero in un tweet: “Complimenti al fratello Hugo Dellien, numero uno del tennis boliviano, per il suo primo titolo nel circuito ATP, al Challenger di Sarasota. Siamo molto orgogliosi di come tiene alto il nome della Bolivia nel tennis internazionale”. Un episodio che la dice lunga sulla fame di sport di un paese che, pur contando su oltre 10 milioni di abitanti, non ha mai vinto una sola medaglia alle Olimpiadi, e dagli Anni ’50 è riuscito a qualificarsi una sola volta per i mondiali di calcio. Per questo, per scatenare l’entusiasmo e portare il tennis sui telegiornali (con Dellien in collegamento Skype: un po’ come se in Italia a inizio aprile avessimo trovato Stefano Travaglia al TG5 dopo la sua vittoria al Challenger di Marbella) è bastato un titolo Challenger, che rilancia il nome di Dellien, fenomenale da juniores tanto da arrivare al numero 2 della classifica mondiale, ma poi inghiottito come tanti colleghi dal delicato passaggio nel tennis dei “pro”. Non era mai entrato nemmeno fra i primi 200 della classifica ATP, ma ce l’ha fatta con i punti raccolti sull’har-tru del Laurel Oak Country Club, dove ai quarti ha cancellato un match-point a Stefan Kozlov e in finale l’ha spuntata per 2-6 6-4 6-2 sull’argentino Facundo Bagnis, già numero 55 ATP.SECONDO CHALLENGER NELLA STORIA BOLIVIANA
“Sono davvero felice – ha raccontato Dellien al sito ATP, con la necessità di un traduttore visto che non parla inglese –, perché la Bolivia non ha un atleta al top del proprio sport e livello mondiale. Spero che il mio successo possa motivare gli altri atleti a credere di poter anche loro trovare il loro spazio. Questa vittoria è un sogno che si avvera, e in questo momento non riesco a pensare ad altro, sono solo molto molto felice. Ero già stato in finale un’altra volta (nel 2014 a Montevideo, ndr), ma non ero riuscito a vincere. Ho aspettato questo momento per tantissimo tempo”. Da quella finale in Uruguay, persa contro Pablo Cuevas, a livello Challenger era riuscito a giocare solo un’altra semifinale, ma in Florida ha trovato un pizzico di magia, lasciandosi alle spalle le difficoltà degli anni scorsi. A testimoniarle c’è il fatto che prima di conquistare un titolo Challenger il 24enne nativo di Trinidad abbia dovuto vincere ben sedici Futures, l’ultimo a marzo a Santa Margherita di Pula, dove ha trascorso tre settimane, raccogliendo un successo e due semifinali. Significa che ha un tennis superiore alla categoria, ma anche che non è mai riuscito a lasciarsela definitivamente alle spalle. L’augurio è che ce l’abbia fatta ora, grazie a un titolo che lo lancia fra gli sportivi più popolari del suo Paese, l’ha portato al numero 172 ATP e gli ha garantito un posto nelle qualificazioni del Roland Garros, suo primo torneo del Grande Slam. In quella Parigi dove era già stato per due volte da juniores, nel 2010 e nel 2011, ma senza lasciare il segno. Tornarci per il torneo dei grandi (anche se a livello di qualificazioni) farà tutto un altro effetto. Grazie al titolo negli States, Dellien è diventato il secondo boliviano di tutti i tempi a vincere un Challenger, a 35 anni dal successo di Mario Martinez a Messina, nel 1983. Proprio lo stesso Martinez – che vinse anche tre tornei ATP – è stato l’unico giocatore nella storia della Bolivia a entrare fra i primi 100, arrivando fino al numero 35. Oggi il Paese sta ricominciando a credere di aver trovato un suo degno successore.
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