Contro Tommy Paul se ne va un altro pezzo da novanta del torneo, il numero 9 del mondo Hubert Hurkacz (foto Brigitte Grassotti)
Scommetto che neanche il suo barbuto mental coach sia riuscito a capirci qualcosa. Tali e tanti sono stati gli svarioni di Hubert Hurkacz lungo tutta la durata del match che sarebbe interessante farne materia di studio. Solo per far luce sulle ragioni che inducono il migliore battitore del circuito a cedere tante volte l’acchito. Non solo! La prima azione unta di un pensiero aggressivo è giunta più o meno a inizio del secondo parziale: una felice discesa a rete andata a dama in perfetto controtempo. Per il resto, solo sprazzi di tennis andante e poco ragionato. Non fossero arrivati i due doppi falli di Tommy Paul a cambiare un po’ l’andazzo delle cose, il confronto forse si sarebbe esaurito in due sole frazioni a favore di un avversario coriaceo ma privo della zampata felina.
Dunque il torneo di Roma piange un altro dei suoi preziosi pezzi da novanta, un giocatore di valore che tuttavia stenta a trovare il suo massimo rendimento per ragioni tattiche oltre che emotive.
Cosa dire d’altro di un match che ha visto passare di mano la bellezza di dodici break?
Giro la domanda a Wojciech Fibak , illustre predecessore polacco che di tattica se ne intendeva e come! Attendo risposta.