Dall'inviato a Ginevra, Riccardo Bisti – 14 settembre 2014
Il centinaio di tifosi azzurri al Palexpo di Ginevra aveva esposto un simpatico striscione, di quelli che strappano un sorriso. “Forza ragazzi, fateci perdere l'aereo”. Pur di assistere a un sogno, un'impresa storica, erano pronti a tutto. Ma il sogno non è sbocciato, forse non ha mai preso forma. A Fabio Fognini resta un'altra dimostrazione di qualità, ma in finale ci va la Svizzera. Ci va Roger Federer. Lo svizzero si è imposto 6-2 6-3 7-6 e non ha mai dato l'impressione di poter perdere, pur senza mostrare la sua miglior versione. La Svizzera è più forte ed è giusto che vada in finale, ma qualche rimpiantucolo qua e là lo troviamo anche noi, soprattutto per un terzo set che Fabio ha giocato meglio e che forse avrebbe meritato di vincere. Lo dicono i numeri, quattro palle break che ci avrebbero consentito di strappare il servizio a Federer in almeno una volta. Invece non ce l'ha fatta, quasi sempre per merito di Federer, e si è visto sporcare anche l'incredibile record stagionale sui tie-break. Prima di oggi ne aveva vinti 12 su 13. Il 7-4 del Palexpo, sigillato da un dritto in rete, manda la Svizzera laddove era giunta solo nel 1992. Ma stavolta le possibilità di vittoria sono ben più concrete. Sarà una finale-show, presso il modernissimo Stade Pierre-Mauroy di Lille, impianto calcistico che però può avere mille funzioni. E il tetto retrattile consentirà di giocare sulla terra indoor, scelta dai francesi per creare qualche noia a Federer e Wawrinka, reduci dalle ATP World Tour Finals di Londra.
QUEL SERVIZIO DA RIVEDERE
Se in campo fosse sceso il Fognini di inizio stagione, quello che faceva grandi cose anche sul cemento, forse avremmo visto una partita ancora più equilibrata. Perchè Federer si è affidato al servizio, ma nel resto del gioco non era irresistibile. In controtendenza con gli ultimi mesi, non ha cercato così spesso la vita della rete. Timore per Fabio? Un briciolo di stanchezza? Qualunque fosse il motivo, era un appiglio per giocare alla pari, o quasi. Fognini era addirittura il primo ad arrivare a palla break, sull'1-1, ma veniva cancellata da un ace centrale. Perso il primo treno, Fabio ha perso anche la prima di servizio. La seconda è troppo debole, specie su questi campi, e Federer prendeva l'iniziativa con troppa facilità. Il 52% di prime palle non era sufficiente e il 6-2 iniziale ne era logica conseguenza. Un po' meglio nel secondo, specie quando Fognini rimontava a 0-40 nel secondo game e prendeva un pizzico di coraggio. Ma Federer diventava imprendibile al servizio, concedendo solo quattro punti in tutto il parziale. Il break arrivava sul 4-3: dal 40-30 Fognini, un doppio fallo, un super-dritto di Federer e uno smash in rete scatenavano l'esaltazione del pubblico. 6-2 6-3, come contro Wawrinka. A differenza di venerdì, stavolta Fabio è rimasto in partita e ha giocato un terzo set maiuscolo.
FOGNINI, UN SET SONTUOSO
La percentuale di prime palle saliva e le occasioni fioccavano. Ma Federer era implacabile: sul 2-1, Fabio si arrampicava sul 15-40 e aveva in tutto tre palle break. Due erano cancellate con altrettanti ace, l'altra volava via con un passante fuori in lunghezza (ma giocato in precarie condizioni d'equilibrio). Alla fine di quel game, il bilancio di Federer parlava di 7 ace. 3 li avevi tirati su palle break. Se non è classe questa…Mentre alcuni spettatori si infilavano già all'uscita in attesa di un autografo, rinunciando a seguire il match, Fognini aveva un'altra palla break sul 3-2. Riusciva a entrare nello scambio, ma il rovescio gli finiva lungo di poco. Era un Fognini sontuoso, in grado di vincere scambi al fulmicotone. Per la prima volta nel weekend, ha dato l'impressione di divertirsi. Sul 5-5 è stato magnifico, rimontando da 0-30 con quattro punti da manuale (due vincenti da fondo e un altro bel punto in recupero). Quando è iniziato il tie-break, consapevoli del suo record, abbiamo pensato che si, che forse un set lo portava a casa. Lo abbiamo pensato quando ha recuperato il minibreak iniziale, salendo da 1-3 a 4-4. Ma nel momento del bisogno, ancora una volta, Federer ha dato il meglio di sé. Il minibreak decisivo arrivava con una grande risposta. Fino all'apoteosi, al delirio svizzero. Al sogno (il loro) che diventa realtà. Per noi è tempo di ripartire, con la consapevolezza di essere un'ottima squadra, e guardare al sorteggio di mercoledì. Essendo teste di serie, dovremmo evitare brutte sorprese al primo turno. Può essere già un buon viatico.