WIMBLEDON – Novak Djokovic esprime più sollievo che entusiasmo. “Avrei potuto mollare nel quinto, invece ho battuto anche i miei fantasmi”. Adesso il matrimonio e, finalmente, un po’ di riposo.
Di Alessandro Mastroluca – 7 luglio 2014
“Avevo tanto bisogno di questa vittoria”. Non si può certo dire che Novak Djokovic abbia esordito con una frase da prima pagina. “Era molto importante vincere, soprattutto dal punto di vista mentale, dopo aver perso le ultime tre finali Slam – ha aggiunto Nole, a bocca asciutta negli Slam da 18 mesi – iniziavo a dubitare un po' di me, per cui spero di usare la fiducia ritrovata per continuare bene la stagione”.
IL DOLCE SAPORE DELL'ERBA
Da oggi, il ranking ATP lo riporterà al numero 1. “È stato un gran match, sono orgoglioso di aver vissuto una partita così – ha detto Nole – avrei dovuto chiudere al quarto, speravo che Roger non mettesse la prima sul match point, ma non potevo certo aspettarmelo. Ha vinto 17 Slam, nei momenti importanti trova sempre grandi soluzioni”. Dopo aver perso il quarto set, tuttavia, ha saputo rimanere in partita. “È uno di quei momenti critici in cui un tennista fa i conti con se stesso. Ovviamente l'inerzia era dalla sua parte, il pubblico era sempre più coinvolto e lui ha iniziato a giocare meglio. Il solo modo per uscirne era crederci fino alla fine e rimanere mentalmente solido. Non ho lasciato che la tensione, l'emozione si affievolisse come mi era successo contro Nadal a Roland Garros – ha aggiunto Djokovic – era importante restare concentrato sul presente, dimenticare quanto successo prima. È uno di quei momenti in cui ti vengono tanti pensieri, positivi e negativi, e l'esperienza ti può aiutare, così come tutto il lavoro fatto con il team”. All'inizio del quinto set, Djokovic sapeva esattamente cosa fare. “Mi sono detto: tieni i tuoi turni di battuta che prima o poi un'occasione arriva. Avrei potuto facilmente perdere la concentrazione nel quinto, e invece non è successo. Per questo, la vittoria di oggi è così speciale per me. Perché non ho vinto solo contro il mio avversario, ma anche contro me stesso”. Un paio di volte, nel corso del match, ha cercato di caricare i tifosi, ha chiesto l'appoggio del pubblico, in gran parte schierato a favore di Federer. “È normale che tifassero per lui – ha commentato Djokovic – dopo tutti gli anni in cui ha dominato il torneo, dopo i tanti successi…io mi sono concentrato sul mio gioco, e ho sentito anche qualche incitamento a mio favore. Il pubblico si è comportato bene, non ho niente da ridire”. Dopo l'ultimo punto, come nel 2011, ha mangiato qualche filo d'erba del Centrale. “Il sapore non è cambiato molto – ha detto sorridendo – in verità non ho sentito nessun sapore. Penso che ci fosse un po' meno erba stavolta rispetto a tre anni fa, ma rimane il miglior pasto della mia vita”.
NOZZE E RIPOSO, POI SI RIPARTE
Adesso arriva il meritato riposo. “Ci sono un po' di cose importanti adesso. Mi sposo, fra qualche mese diventerò padre. Penso di poter mettere da parte il tennis per qualche settimana. Merito un po' di riposo e vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia”. Nel capitolo della sua carriera ci sarà ancora Boris Becker? Un dubbio che a qualcuno sarà venuto durante il discorso durante la premiazione. “Dedico questa vittoria alla mia futura moglie e al bambino che verrà – ha iniziato Djokovic, che ha ringraziato il padre, i fratelli, tutte le persone del suo staff che sacrificano tanto del loro tempo libero per essere con lui – infine, dedico questo titolo alla mia prima maestra che mi ha insegnato le basi di questo gioco, mi ha insegnato come comportarmi e tutto quello che so sul tennis, Jelena Gencic”. Per Boris Becker (e neanche per Marian Vajda, a dire il vero) nessuna parola. Restano solo le parole al Daily Star di qualche giorno fa: “Mi serviva una persona così a questo punto della mia vita. È tranquillizzante”.
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