A parte l’ovvia delusione per la netta sconfitta, Karin Knapp lascia Parigi con buone sensazioni. “Ero stanca, mi manca un po’ di allenamento. Dopo Roma mi ero allenata solo due volte a casa. Adesso gioco l’ITF di Brescia, poi dovrò stare attenta con la programmazione: a causa del ginocchio non farò molta erba”

. Lo ha ripetuto tante volte, Karin Knapp, prima di lasciare Parigi e dirigersi a Brescia per giocare un torneo da 50.000 dollari presso il Tennis Club Forza e Costanza. Era delusa, ci mancherebbe, ma tutto sommato il Roland Garros 2016 le ha dato sia soddisfazioni che emozioni. Ne aveva bisogno, delle une e delle altre. Il secco 1-6 1-6 incassato dalla Putintseva non cancella il buono dei giorni scorsi, però invita ad alcune riflessioni. “Ero stanca perché ho bisogno di allenarmi. Il mio preparatore atletico dice che mi alleno un terzo delle altre: devo fare un lavoro specifico per proteggere il ginocchio”. Già, ‘sto maledetto ginocchio è un incubo. Ogni volta che parla con i giornalisti, è impossibile non parlarne. “Non ero lucida come gli altri giorni, lei mi ha fatto giocare tante palle, io ero un po’ stanca e non sono riuscita a tirarmi fuori”. Il punteggio impressiona perché è netto, troppo netto. Tuttavia non mancano gli alibi, a partire dalla mancanza di abitudine a giocare parecchi match consecutivi. L’ultima volta risaliva alla scorsa estate. (Anche) per questo non ha saputo gestire i “frulloni” della Putintseva. Palle alte, lunghe, non facili da attaccare. “Avrei dovuto comandare, ma non ci sono riuscita. Avrei dovuto combattere, invece ho cercato troppe soluzioni affrettate”. La nota positiva è che – stanchezza a parte – il fisico regge. Lorenzo Baletti le ha chiesto del momento in cui siamo rimasti tutti con il fiato sospeso: Karin ci ha tranquillizzato. “Per fortuna non era il ginocchio, ma era la caviglia. Ad ogni modo è tutto ok”.


Dopo il match c’è stato il colloquio con il coach-fidanzato Francesco Piccari. “Non la definirei una vera e propria cazziata, ma in questo momento lui ricopre il ruolo di coach. Diciamo che mi ha detto cose che non fa sempre piacere ascoltare. Secondo lui avrei dovuto lottare di più, naturalmente sono delusa”. Al di là di questo, rimane un Roland Garros super-positivo per Karin. Intanto ha recuperato 140 punti WTA, metà esatta dei 280 che aveva conquistato lo scorso anno a Norimberga, scaduti proprio lunedì scorso. Facendo due calcoli approssimativi, dovrebbe tornare tra le top-100. Andrebbe ancora meglio se la prossima settimana dovesse intascare il titolo a Brescia, dove il direttore del torneo Alberto Paris la attende a braccia aperte, tanto da aver posticipato a martedì l’inizio del tabellone principale.Lascio Parigi con grande gioia, soprattutto se penso alle premesse di inizio torneo – racconta Karin – dopo Roma non mi ero potuta allenare a dovere, sostanzialmente a casa avevo svolto soltanto un paio di allenamenti. E poi ero capitata contro la Azarenka…”. Invece ha colto il primo titolo in carriera contro una top-10, nella speranza che non sia l’ultimo. Obiettivi per il futuro? “Il primo è stare bene con il ginocchio (sempre il maledetto ginocchio…ndr), poi devo lavorare tanto sul piano atletico e anche sul servizio, dove comunque ho già effettuato dei progressi”. Il fisico andrà comunque tenuto sotto controllo, anche in termini di programmazione. “Non potrò giocare troppo sull’erba, non credo di partecipare a molti tornei sui prati prima di Wimbledon”. Insomma, non stupiamoci se troveremo tanta terra nella sua programmazione…