A 94 anni, Hélène Salvetat non ha ancora smesso di giocare tornei ITF Senior in giro per il globo. “Il tennis mi prolunga la vita”: una vita che sta provando a trascrivere, fra sport di ogni genere, due matrimoni e quell’allenamento sfumato col suo idolo Roger Federer. (Foto Ray Giubilo / ITF)Si dice che chiedere l’età a una signora sia maleducazione, ma ci sono anche signore che i propri anni li esibiscono come un vanto. Fra loro c’è sicuramente Hélène Salvetat, classe 1921, la tennista più anziana del circuito mondiale ITF Senior. Non possiamo affermare con certezza che la francese sia la più anziana al mondo a calcare un campo da tennis, non lo sapremo mai, ma nel circuito nessuno è nato prima di lei, uomini compresi. La carta d’identità dice 94 e le rughe in viso non mentono, ma la mente racconta ben altra storia: la storia di una donna piena di energia, che ha imparato a farsi voler bene da tutti ed è diventata una delle star del tour mondiale per veterani. Non può giocare nella sua categoria, perché non esiste, e con la sua Wilson le tocca quindi competere nell’over 85, in mezzo alle “ragazzine”, come le chiama lei. “Cosa ci posso fare? Nulla. Ma anche se so che perderò, la concorrenza resta il mio motore. Ci voglio provare comunque, mi sento bene quando sono in un campo da tennis”. In effetti, da quando nel 2002 ha giocato il suo primo torneo senior ha vinto un solo match in una trentina di tornei, ma non gliene importa nulla. “Mi piace giocare, il tennis è la mia passione e i tornei mi permettono di dare uno strappo alla routine. Il tennis mi prolunga la vita, mi fa viaggiare, parlare lingue diverse, incontrare persone. Senza tennis sarei fregata”. Da qualche anno si è pure iscritta a Facebook, probabilmente uno profili più anziani in assoluto, per rimanere in contatto con amici e tennisti sparsi in tutto il mondo.
 
FEDERER SFUGGITO PER UNA STORTA
Anni e anni fa, nonna Hélène ha anche giocato le qualificazioni al Roland Garros. Erano altri tempi, e perse al primo turno dopo aver consumato un pranzo completo pochi minuti prima di entrare in campo. “Una sconfitta difficile da digerire”, ci scherza su oggi, con un unico rimpianto. Proprio a Parigi, qualche anno fa, avrebbe dovuto scambiare qualche palla con Roger Federer, il suo idolo. Ma il giorno prima inciampò proprio allo Stade Roland Garros e rimediò una storta che non le permise di realizzare il suo sogno. Fa tenerezza quando parla dello svizzero: “è ancora fortissimo, alla sua età”. Una frase sentita e risentita, ma forse mai da una signora che di anni ne ha sessanta più di Roger, e ancora gira il mondo con la racchetta in mano. Lo sport ce l’ha nel sangue fin da ragazzina, ai tempi in cui ancora viveva in Egitto, a Porto Said, dove è nata da genitori francesi ed è rimasta fino al 1945, quando si è sposata per la prima volta, con un ufficiale della marina francese. Già da piccolissima, alle bambole e la maglia preferiva gli sport, tanti, tutti quelli che trovasse. E il passare degli anni non l’ha cambiata, anche quando il lavoro nell’aviazione, come caposcalo sia a Roma sia a Parigi, le toglieva la gran parte del tempo. “Da piccolina mi piaceva molto ballare, una passione che ho ancora oggi. E poi vado a cavallo, con il mio cavallo, ma sono anche una buona nuotatrice, scio. Ho giocato a buoni livelli a hockey e pure a netball (una sorta di basker, ndr). Ho buoni geni, non sono mai stata malata. Mi basta muovermi per star bene, il segreto è la passione per lo sport. Un vizio? Mi piace bere un po’ di whisky, come Churcill”.
 
UN NUOVO COACH A 93 ANNI
Addirittura, qualche anno fa non si è fatta mancare nemmeno il surf, su una spiaggia nei pressi della sua casa di Biarritz, cittadina non troppo lontana dal confine con la Spagna (ed è per quello che mastica pure lo spagnolo, oltre a parlare francese, inglese, italiano, greco e arabo). Ma poi l’insegnante l’ha messa in allerta: “Se ti fai male non puoi più giocare a tennis”. Non ci ha pensato nemmeno un momento. “Addio surf, il tennis è la mia vita”. Quando è a casa si allena due volte a settimana, per circa tre ore, ma non è mai soddisfatta. Basti pensare che nella prima metà del 2015, dopo aver pure perso la sua storica compagna di doppio passata a miglior vita, ha dato il ben servito al proprio coach, dopo 15 anni. “Mi diceva che l’unica cosa che potessi fare era lavorare sui miei colpi, mi faceva fare sempre le stesse cose. Io colpi li ho tutti, sono come Federer: ho un bel dritto, cerco di produrre un buon gioco”. Ora le dà una mano il secondo marito Jacques, che la accompagna ai tornei e gioca pure lui. “Ma non al mio livello”, precisa scherzosamente lei, di 24 anni più anziana del compagno. E poi racconta con orgoglio: “quando l’ho sposato, i miei amici mi dicevano ‘sei pazza, fra tre mesi ti troverai da sola’. Invece siamo ancora qui, cinquant’anni dopo”. E insieme stanno scrivendo su un iPad la storia della vita di Hélène. Col sogno di aggiungere un capitolo sull’allenamento con Federer. Chissà, magari al prossimo Roland Garros…