FEDERER SFUGGITO PER UNA STORTA
Anni e anni fa, nonna Hélène ha anche giocato le qualificazioni al Roland Garros. Erano altri tempi, e perse al primo turno dopo aver consumato un pranzo completo pochi minuti prima di entrare in campo. “Una sconfitta difficile da digerire”, ci scherza su oggi, con un unico rimpianto. Proprio a Parigi, qualche anno fa, avrebbe dovuto scambiare qualche palla con Roger Federer, il suo idolo. Ma il giorno prima inciampò proprio allo Stade Roland Garros e rimediò una storta che non le permise di realizzare il suo sogno. Fa tenerezza quando parla dello svizzero: “è ancora fortissimo, alla sua età”. Una frase sentita e risentita, ma forse mai da una signora che di anni ne ha sessanta più di Roger, e ancora gira il mondo con la racchetta in mano. Lo sport ce l’ha nel sangue fin da ragazzina, ai tempi in cui ancora viveva in Egitto, a Porto Said, dove è nata da genitori francesi ed è rimasta fino al 1945, quando si è sposata per la prima volta, con un ufficiale della marina francese. Già da piccolissima, alle bambole e la maglia preferiva gli sport, tanti, tutti quelli che trovasse. E il passare degli anni non l’ha cambiata, anche quando il lavoro nell’aviazione, come caposcalo sia a Roma sia a Parigi, le toglieva la gran parte del tempo. “Da piccolina mi piaceva molto ballare, una passione che ho ancora oggi. E poi vado a cavallo, con il mio cavallo, ma sono anche una buona nuotatrice, scio. Ho giocato a buoni livelli a hockey e pure a netball (una sorta di basker, ndr). Ho buoni geni, non sono mai stata malata. Mi basta muovermi per star bene, il segreto è la passione per lo sport. Un vizio? Mi piace bere un po’ di whisky, come Churcill”.
UN NUOVO COACH A 93 ANNI
Addirittura, qualche anno fa non si è fatta mancare nemmeno il surf, su una spiaggia nei pressi della sua casa di Biarritz, cittadina non troppo lontana dal confine con la Spagna (ed è per quello che mastica pure lo spagnolo, oltre a parlare francese, inglese, italiano, greco e arabo). Ma poi l’insegnante l’ha messa in allerta: “Se ti fai male non puoi più giocare a tennis”. Non ci ha pensato nemmeno un momento. “Addio surf, il tennis è la mia vita”. Quando è a casa si allena due volte a settimana, per circa tre ore, ma non è mai soddisfatta. Basti pensare che nella prima metà del 2015, dopo aver pure perso la sua storica compagna di doppio passata a miglior vita, ha dato il ben servito al proprio coach, dopo 15 anni. “Mi diceva che l’unica cosa che potessi fare era lavorare sui miei colpi, mi faceva fare sempre le stesse cose. Io colpi li ho tutti, sono come Federer: ho un bel dritto, cerco di produrre un buon gioco”. Ora le dà una mano il secondo marito Jacques, che la accompagna ai tornei e gioca pure lui. “Ma non al mio livello”, precisa scherzosamente lei, di 24 anni più anziana del compagno. E poi racconta con orgoglio: “quando l’ho sposato, i miei amici mi dicevano ‘sei pazza, fra tre mesi ti troverai da sola’. Invece siamo ancora qui, cinquant’anni dopo”. E insieme stanno scrivendo su un iPad la storia della vita di Hélène. Col sogno di aggiungere un capitolo sull’allenamento con Federer. Chissà, magari al prossimo Roland Garros…
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