La corda più potente di casa Head, adatta a giocatori di club, giovani e over che desiderano comfort e velocità di palla. Ma anche gli agonisti di terza e quarta categoria… 

L’offerta di corde è talmente ampia che non sempre è facile trovare il set up ideale. Tuttavia, vi sono alcune caratteristiche comuni alle varie tipologie di corde che vanno tenute in considerazione nel momento di fare la propria scelta. In particolare, bisogna chiedersi se è meglio optare per un monofilo, un multifilo o un ibrido. Ecco, se cercate comfort e potenza, sensibilità e buone capacità di tocco, il multifilo è senza dubbio un’opzione interessante (in sostanza, perché usare la corda di un Nadal o un Ferrer se la forza del nostro braccio non è nemmeno paragonabile? Come può sopportare quegli impatti?). Tra i nuovi arrivi in questo settore, c’è una corda che performa particolarmente bene, la Head Velocity.

 

DATI TECNICI

1. Rigidezza dinamica 170-180lb/inch (semidinamica 130-140g/mm). Rigidezza statica crescente con la tensione di tesatura e variabile da 0,6-0,8kg/mm.

2. Multifilamento solido e affidabile di fascia medio-alta, si caratterizza per una scelta di sostanza: base in poliammide in microfilamenti ricoperti da una guaina anti-abrasione.

3. Come direbbero gli inglesi, best value for money. Abbastanza economico e resistente, offre comunque buone doti di resilienza, tenuta e durata, soprattutto in rapporto all’investimento iniziale, assolutamente conveniente.

4. Ottima come spezzone nell’ibrido anche se si potrebbero riscontrare dei problemi derivanti dalla secchezza delle corde e dal loro spostamento, dopo qualche ora di gioco. Però si viene ripagati da un effettivo confort di gioco. Da evitare tensioni oltre i 24 kg e meglio prediligere calibri elevati.

 

Come suggerisce il nome, si tratta di una corda che offre grande potenza (“La più potente in casa Head”, ci assicura mauro Pinaffo, l’ingegnere italiano che si occupa di sviluppare la gamma di corde del brand austriaco) e ottimo comfort. Molto elastica, “è composta da un’anima centrale di mille microfilamenti, rivestiti esternamente da ulteriori filamenti uniti insieme da una resina in poliuretano – continua Pinaffo -. Il tutto viene ricoperto da un coating in cui è presente un additivo per ridurre l’attrito superficiale della corda”. Tradotto, questo additivo permette alle corde verticali e orizzontali di scorrere maggiormente, favorendone il riallineamento dopo l’impatto e quindi una maggior velocità di uscita della palla e una miglior resa delle rotazioni (che non è comunque la sua miglior qualità).

Due i calibri disponibili: 1.25 e 1.30, in color giallo o nero.

Per farvi capire perché una corda multifilmento offre maggior comfort, basta ricordare che una pallina colpita a 70 km/h genera un impatto per la racchetta di 100G (l’unità di misura dell’accelerazione); di conseguenza, una palla da 57 grammi viene percepita con un peso di 5,7 kg. E se la racchetta è leggera, la corda rigida e il braccio non troppo allenato, lo shock da impatto è ancora più grave. Un monofilamento in poliestere è generalmente il 40% più rigido di un multifilamento in poliuretano e genera un affaticamento di circa il 20% in più per il braccio. Mettendo tutti questi dati insieme, emerge come (professionisti e agonisti bene allenati a parte), una corda multifilamento dovrebbe sempre essere preferita ad un monofilo in poliestere.

Il costo? Manodopera a parte (considerate una media di 7 euro), la potete trovare a 9 euro la matassina singola oppure… a 80 euro quella da 200 metri (cioè 4,50 euro per ciascuna delle 18 incordature disponibili).

 

LA TENSIONE

Con le corde multifilamento ci si può spingere tra i 25 e i 27 kg, per scendere eventualmente 23 kg se utilizzato come spezzoni di un ibrido con monofilo in poliestere.

 

A CHI LA CONSIGLIAMO

A chi cerca soprattutto potenza. La palla esce davvero facile, senza fare eccessivi sforzi e con grande comfort (il braccio ringrazierà). Buona la sensibilità: slice e colpi al volo saranno avvantaggiati. La botta piatta si lascia (decisamente) preferire al top spin. Non che sia impossibile arrotare, tutt’altro, ma non aspettatevi la stessa resa di un Alu Power fresco di montaggio. La rotazione esce quando non la volete esasperare e comunque la palla non salta così tanto come accade con un monofilo (almeno quando quest’ultimo è ancora in buone condizioni). Sono corde che possono essere sfruttate perfettamente dai giocatori di club, dagli agonisti dal braccio non eccessivamente allenato e che diventano quasi obbligatorie quando parliamo di ragazzini e over, ancor più in campo femminile. Ma attenzione: anche l’agonista di terza/quarta categoria che ha un buon controllo e vuole spingere di più, preservando il braccio, può trovar soddisfazione.

E comunque, siate onesti con voi stessi, perché se la palla non scorre così veloce, i winner latitano e la profondità non è ottimale, lasciate perdere le scelte dei professionisti e provate a montare un multifilamento: si guadagna più di quanto si perda.

 

TEST IN CAMPO

Lorenzo, 43 anni, classifica 3.3

Quello che guadagno in velocità di palla, lo perdo in top spin, perché non si può avere tutto. Bisogna lavorare sui compromessi e magari trovare con l’ibrido un giusto equilibrio. Però, soprattutto se gioco spesso, meglio far saltare meno la palla, pestare di più e preservare il braccio. Ecco, la Velocity questo ti garantisce.

 

Luca, 48 anni, classifica 4.1

Io tengo, tengo, tengo, ma l’ultimo winner l’ho tirato lo scorso inverno! Uso una Yonex che manovro con agio ma con la quale fatico a trovare grande velocità e pesantezza di palla. Però, sostituito il monofilo da 20 ore di vita con questa Velocity, qualche vincente in più è arrivato

 

Corrado, 45 anni, classifica 4.2

Gioco classico che più classico non si può: tutto piatto e back di rovescio, slice e volée. Con la Velocity la palla esce che è una meraviglia, gioco tre ore per quattro giorni di fila e il braccio non è nemmeno indolenzito e quando c’è da toccare… niente da dire. Mi dicono che il top spin non esce così tanto, ma non è un mio problema.

 

Claudio, 14 anni, classifica 4.2

Come per l’altra (la Tecnifibre HDX Tour n.d.r.), mi piacciono perché non faccio troppa fatica a spingere. Uso un telaio da 285 grammi e con queste corde tiro forte senza problemi. Io continuo a volere le corde di Nadal perché sono un suo grande tifoso, ma il maestro continua a ripetermi che sono troppo rigide e il mio braccino (per adesso) non le reggerebbe.

 

Laura, 20 anni, classifica 3.5

Sono sempre più convinta che è meglio usare i multi, che almeno il braccio non fa male. Con questo multi spingo alla grande, la botta piatta mi sembra faccia parecchio male alle mie avversarie e se vado fuori giri…almeno mi sono divertita a comandare lo scambio.

 

Valerio, 34 anni, classifica 2.8

In palleggio mi pareva una manna: la toccavo appena e trovavo profondità e velocità. Però in partita perdo troppo controllo, sento che la palla mi sfugge e non la comando come vorrei. Certo, il monofilo devi tenerlo a posto, cambiarlo spesso, ma il mix di potenza-controllo-rotazioni appena è montato non ha paragoni. Almeno fin quando il braccio tiene…