La nuova Prestige Pro con il graphene che ridistribuisce meglio i pesi e la rende più giocabile. Resta comunque ideale per attaccanti puri, da botte piatte e servizio importante. astenersi difensori e toppatori estremi.   Di Lorenzo Cazzaniga HEAD Prestige ProLunghezza 68,5 cmProfilo 22 mm costanteOvale 98 polliciPeso 332 grBilanciamento 32,6 cmInerzia 346Rigidità 62Schema incordatura 16×19A chi la consigliamo Al giocatore di puro attacco, tutto servizio, botte piatte e discese a rete, che ha un buon feeling con la palla, bello stile classico e colpisce sempre pieno. Se poi gioca spesso sul veloce, ancora meglio. Astenersi difensori, pallettari e toppatori estremi.  Giudizio finale Esteticamente bellissima: i collezionisti di Prestige (anche quelli che ora son passati alle tubolari e agli ovali maggiorati) dovrebbero tenerla lì, come una reliquia. Un tempo, la maggior parte degli agonisti son passati dalla Prestige, perfino Johnny Mac, in un’edizione di Wimbledon. Elemento maschilista come pochi (ad alto livello, si ricorda solo Mary Pierce riuscire a menare con simil arma tra le mani), l’utilizzo del Graphene che redistribuisce il peso l’ha resa un attrezzo meno ingiocabile di quel che si possa pensare. Quindi: se siete soddisfatti delle vostre tubolari (Pure Drive, Pure Aero, Extreme, Burn, Q5, Q15, etc), rimanete pure dove siete. Se però siete tipi da Blade (e non dico da Strike perché non regge il paragone), allora potete gustarvi la nuova Prestige, soprattutto nella versione Pro, da 332 grammi e 32,6 cm di bilanciamento (incordata) ma soprattutto con un reticolo da 16×19 che aiuta a far camminare la palla. La manovrabilità è ottima (fosse stata pittata di nero, non dico l’avremmo scambiata per una Radical Pro ma comunque non siamo lontani), si picchia con infinita precisione se si colpisce bene, piatto, nello sweet spot, in bell’avanzamento. Il must (imprescindibile) è avere un gran servizio col quale prendere l’iniziativa dello scambio e sfruttare le caratteristiche di controllo, precisione e… potenza, quando il braccio può spingere. Se invece vi trovate troppo spesso in difesa, oppure non colpite con sufficiente precisione, meglio passare la mano. Va poi testata sulla distanza: appena si palleggia, sembra facile, in partita ti sembra di controllare la situazione fin quando il braccio regge e le gambe ti portano vicino alla palla, per colpire con precisione. Ma se queste caratteristiche fisico-tecniche vengono a mancare, allora è un boomerang. In linea di massima dovrebbe essere utilizzata da giocatori almeno di livello terza categoria, ben allenati, dal gioco classico, vogliosi di attaccare e amanti dei campi rapidi. Un pallettaro che vince con la Prestige sarebbe un miracolo tennistico.  La corda ideale Gli agonisti puri (stile seconda categoria) possono optare per un buon ibrido oppure i nuovi multimono (a noi piace particolarmente il Tecnifibre HDX Tour). Scendendo di livello, meglio optare per un multifilo (e qui Tecnifibre offre il top). Un nostalgico che vuole farci il doppietto, dovrebbe avere l’accuratezza di montarci il VS.  Test in laboratorio Lunghezza tradizionale, profilo nemmeno troppo sottile (22 mm), ovale da 98 pollici, schema di incordatura da 16×19 (pfiuuu!), bilanciamento nella norma come la rigidità. Ottima l’inerzia, che va conquistata con esecuzioni potenti. Il peso è di quelli importanti, visto che incordata si superano i 330 grammi, ma grazie alla polarizzazione data dall’utilizzo del graphene (quindi una miglior distribuzione della massa dalla testa al manico della racchetta) la manovrabilità è ottima.  Test in campo Lorenzo, 44 anni, classifica 3.5 Abituato alle tubolari, adoro il feeling del primo impatto, la sensazione di colpire e vedere che la palla si indirizza esattamente dove volevo, che riesco a giocare back, smorzate e volée come Dio comanda. Così come la prima che fila via rapidissima. Poi basta centrarne una male, provare il toppone, giocare un match di tre set e vedere che la tua palla viaggia molto meno, che l’avversario ha più agio e che alla fine vinco meno. Ho giocato una vita con Prestige, ma le tunìbolari mi hanno cambiato la vita. Posso giocare un doppietto nostalgia, ma tornare indietro proprio no.  Tiziano, 46 anni, classifica 4.1 Mi è piaciuta molto, come quando ho testato la Radical Pro. Giocavo già con Prestige Pro ma questa è un ulteriore passo avanti: più facile, più manovrabile, con la palla che esce bene e riesco a tenere il ritmo alto a lungo. La prima di servizio poi, è una sentenza e al volo si manovra come poche altre volte. Promossa.  Ugo, 35 anni, classifica 3.1 La devi prendere al centro, altrimenti la palla finisce a metà campo se va bene, ma se riesci a controllare lo scambio in fase offensiva, è definitiva: la botta piatta fila via che è una meraviglia, con un controllo esagerato e una precisione di traiettoria perfetta. Io gioco sul veloce, servo bene, vengo avanti, colpisco piatto o in back e il feeling è eccezionale. Deve ancora arrivare la tubolare che mi restituisce tutto questo.  Claudio, 35 anni, classifica 3.2 Vado a giornate: ci sono dei momenti che è la mia miglior amante, la più fedele, perché fa tutto quello che gli chiedi. E altre volte che non la riconosco più, perché basta quell’attimo di ritardo perché la palla resti corta e attaccabile. Ma quando sei in forma, il feeling che si avverte è trooooppo bello!  Fabrizio, 15 anni, classifica 4.1 Ci giocava mio padre e se vuole gliela restituisco: come faccio a super toppare con questa qui?  Paolo, 57 anni, classifica NC Pensavo per me fosse impossibile giocare con racchette non oversize dal profilo largo, che te la buttano là da sole. E avevo ragione!    


 


Al giocatore di puro attacco, tutto servizio, botte piatte e discese a rete, che ha un buon feeling con la palla, bello stile classico e colpisce sempre pieno. Se poi gioca spesso sul veloce, ancora meglio. Astenersi difensori, pallettari e toppatori estremi.
 

Giudizio finale
Esteticamente bellissima: i collezionisti di Prestige (anche quelli che ora son passati alle tubolari e agli ovali maggiorati) dovrebbero tenerla lì, come una reliquia. Un tempo, la maggior parte degli agonisti son passati dalla Prestige, perfino Johnny Mac, in un’edizione di Wimbledon. Elemento maschilista come pochi (ad alto livello, si ricorda solo Mary Pierce riuscire a menare con simil arma tra le mani), l’utilizzo del Graphene che redistribuisce il peso l’ha resa un attrezzo meno ingiocabile di quel che si possa pensare. Quindi: se siete soddisfatti delle vostre tubolari (Pure Drive, Pure Aero, Extreme, Burn, Q5, Q15, etc), rimanete pure dove siete. Se però siete tipi da Blade (e non dico da Strike perché non regge il paragone), allora potete gustarvi la nuova Prestige, soprattutto nella versione Pro, da 332 grammi e 32,6 cm di bilanciamento (incordata) ma soprattutto con un reticolo da 16×19 che aiuta a far camminare la palla. La manovrabilità è ottima (fosse stata pittata di nero, non dico l’avremmo scambiata per una Radical Pro ma comunque non siamo lontani), si picchia con infinita precisione se si colpisce bene, piatto, nello sweet spot, in bell’avanzamento. Il must (imprescindibile) è avere un gran servizio col quale prendere l’iniziativa dello scambio e sfruttare le caratteristiche di controllo, precisione e… potenza, quando il braccio può spingere. Se invece vi trovate troppo spesso in difesa, oppure non colpite con sufficiente precisione, meglio passare la mano. Va poi testata sulla distanza: appena si palleggia, sembra facile, in partita ti sembra di controllare la situazione fin quando il braccio regge e le gambe ti portano vicino alla palla, per colpire con precisione. Ma se queste caratteristiche fisico-tecniche vengono a mancare, allora è un boomerang. In linea di massima dovrebbe essere utilizzata da giocatori almeno di livello terza categoria, ben allenati, dal gioco classico, vogliosi di attaccare e amanti dei campi rapidi. Un pallettaro che vince con la Prestige sarebbe un miracolo tennistico.
 

La corda ideale
Gli agonisti puri (stile seconda categoria) possono optare per un buon ibrido oppure i nuovi multimono (a noi piace particolarmente il Tecnifibre HDX Tour). Scendendo di livello, meglio optare per un multifilo (e qui Tecnifibre offre il top). Un nostalgico che vuole farci il doppietto, dovrebbe avere l’accuratezza di montarci il VS.
 

Test in laboratorio
Lunghezza tradizionale, profilo nemmeno troppo sottile (22 mm), ovale da 98 pollici, schema di incordatura da 16×19 (pfiuuu!), bilanciamento nella norma come la rigidità. Ottima l’inerzia, che va conquistata con esecuzioni potenti. Il peso è di quelli importanti, visto che incordata si superano i 330 grammi, ma grazie alla polarizzazione data dall’utilizzo del graphene (quindi una miglior distribuzione della massa dalla testa al manico della racchetta) la manovrabilità è ottima.
 


Abituato alle tubolari, adoro il feeling del primo impatto, la sensazione di colpire e vedere che la palla si indirizza esattamente dove volevo, che riesco a giocare back, smorzate e volée come Dio comanda. Così come la prima che fila via rapidissima. Poi basta centrarne una male, provare il toppone, giocare un match di tre set e vedere che la tua palla viaggia molto meno, che l’avversario ha più agio e che alla fine vinco meno. Ho giocato una vita con Prestige, ma le tunìbolari mi hanno cambiato la vita. Posso giocare un doppietto nostalgia, ma tornare indietro proprio no.
 

Tiziano, 46 anni, classifica 4.1
Mi è piaciuta molto, come quando ho testato la Radical Pro. Giocavo già con Prestige Pro ma questa è un ulteriore passo avanti: più facile, più manovrabile, con la palla che esce bene e riesco a tenere il ritmo alto a lungo. La prima di servizio poi, è una sentenza e al volo si manovra come poche altre volte. Promossa.
 

Ugo, 35 anni, classifica 3.1
La devi prendere al centro, altrimenti la palla finisce a metà campo se va bene, ma se riesci a controllare lo scambio in fase offensiva, è definitiva: la botta piatta fila via che è una meraviglia, con un controllo esagerato e una precisione di traiettoria perfetta. Io gioco sul veloce, servo bene, vengo avanti, colpisco piatto o in back e il feeling è eccezionale. Deve ancora arrivare la tubolare che mi restituisce tutto questo.
 

Claudio, 35 anni, classifica 3.2
Vado a giornate: ci sono dei momenti che è la mia miglior amante, la più fedele, perché fa tutto quello che gli chiedi. E altre volte che non la riconosco più, perché basta quell’attimo di ritardo perché la palla resti corta e attaccabile. Ma quando sei in forma, il feeling che si avverte è trooooppo bello!
 

Fabrizio, 15 anni, classifica 4.1
Ci giocava mio padre e se vuole gliela restituisco: come faccio a super toppare con questa qui?
 

Paolo, 57 anni, classifica NC
Pensavo per me fosse impossibile giocare con racchette non oversize dal profilo largo, che te la buttano là da sole. E avevo ragione!