La nuova Head Radical Graphene Touch MP sarà una top seller del mercato: racchetta di grande versatilità, precisione e controllo, si può giocare un tennis brillante.Ci sono racchette che escono bene, vuoi per la tecnologia e i materiali utilizzati, vuoi per la corretta distribuzione delle masse, vuoi ancora per le sensazioni che offrono fin dai primi scambi e che vanno oltre i freddi dati di laboratorio: è il feeling che si avverte all’impatto, che è un po’ come il primo appuntamento: se va male quello, difficile nasca una storia d’amore. Ecco, il primo appuntamento con la nuova Radical MP è stato brillante. Non soddisfacente, brillante.
Le caratteristiche tecniche, ben spiegate dall’ingegner Gabriele Medri nell’analisi di laboratorio che trovate qui, indicano un telaio dal peso non eccessivo (siamo sotto i 300 grammi, non incordato), con un bilanciamento ben centrato che permette notevole manovrabilità, una buona attitudine alla spinta, uno schema di incordatura ormai classico da 16×19, profilo contenuto che aiuta a sentire bene l’impatto e un ovale che sta sotto i 100 pollici ma con uno sweet spot che, tipico della linea Radical, è piuttosto ampio, così da non compromettere eccessivamente i colpi decentrati. Ne esce un quadro che offre già delle indicazioni precise di versatilità, senza estremizzazioni, che sono le stesse sensazioni che i nostri tester hanno poi verificato sul campo, con una certa goduria soprattutto per chi, dotato di buona tecnica, sa sfruttare tutte le zone del campo, il pestaggio da fondo come il ricamo sotto rete.
Quando si tratta di testare un modello dallo stampo classico, destinato ad un pubblico di agonisti, ciò che si teme è proprio il primo impatto: spesso lo si trova troppo secco, duro, poco confortevole. Almeno fin quando non arriva (se arriva…) un certo grado di assuefazione; da quel momento, si apprezzano le qualità di controllo, ma resta chiaro che la spinta per ottenere velocità e profondità dovete mettercela voi, soprattutto se l’avversario non aiuta offrendovi palle senza peso (situazione comune fin quando non si arriva ad un buon livello di terza categoria). Ecco, scordatevi tutto questo con la nuova Radical MP. Sorprende il feeling dai primi scambi perché l’impatto non è troppo secco, la palla esce con facilità (favorita da una corda multifilo Tecnifibre HDX Tour, tirata a 22 kg) e il controllo è quello che ti aspetti.
Ti chiedi quanto sia la racchetta, quanto la corda appena montata, le palle nuove. Pensi che però altre colleghe, nelle stesse condizioni, non avevano offerto queste sensazioni. Vai avanti, la metti sotto pressione, aspetti che il multifilo si sfilacci, che la palla si sgonfi un po’; la provi sulla terra inumidita d’autunno, e il feeling resta quello. Certo, la palla esce meno rapida, ma perché cambiano gli altri fattori, non il suo rendimento.
La nuova Radical MP sfrutta il Graphene Touch, tecnologia che ha migliorato notevolmente tutti i telai che precedentemente non la utilizzavano, rendendoli più pastosi, meno impegnativi, pur senza perdere in precisione e controllo. Perché se è pur vero che la Radical è, tra le linee agonistiche, la più versatile in casa Head, comunque richiede una certa capacità di spinta per tirare un winner o trovare profondità. Diciamo che soprattutto richiede una buona tecnica esecutiva: a differenza delle tubolari, non basta uno swing ridotto, un piccolo tocco col polso per far girare la palla o, semplicemente, buttarla di là; qui serve uno swing come Dio comanda, un impatto preciso, una buona sensibilità quando alla botta piatta (come viaggia!) si vuole alternare il back o lo slice di servizio. Se gli offrite tutto questo, lei vi restituirà (con gli interessi) quella meravigliosa consapevolezza di poter picchiare a tutto braccio senza la paura di colpire direttamente il telone di fondo. Ecco, a volerle trovare un difetto, il top spin esce ma senza esasperazioni: cross stretto, seconda in kick, sono tutte soluzioni che vanno calibrate.
C’è poi la questione estetica (non immaginate quanti appassionati scelgono la racchetta anche in base alla grafica!): i colori sono piuttosto shock, magma orange e alba blue, con la scritta Radical che (con uno sforzo di fantasia) può essere letta da ogni angolo, messaggio subliminale a significare che «tutti i colpi sono possibili». Ma i ringraziamenti vanno più agli ingegneri che al magma orange e all’alba blue.LAB TEST
dati del telaio incordato
Lunghezza: 68,5 cm
Ovale: 98 pollici
Rigidità: 65
Profilo: 20-23-21 mm
Peso: 314 grammi
Bilanciamento: 32,8 cm
Inerzia: 315
Incordatura: 16×19

IL TEST
Fra le varie opportunità di telai Head dallo stile classico e dedicati ai giocatori agonisti, la linea Radical è quella più versartile, più ancora della Speed, per non scomodare la Prestige. Questa è la caratteristica più apprezzabile di un telaio da 98 pollici (ma con uno sweet spot piuttosto ampio), con dati di laboratorio a telaio incordato che rilevano 314 grammi di peso e circa 33 centimetri di bilanciamento, con una rigidità di 65 RA e un profilo variabile che non supera i 23 millimetri. Lo schema di incordatura è un classico 16×19 e il dato di inerzia è di 315, risultato che denota una buona attitudine alla spinta. Buona la manovrabilità dal fondo e sotto rete, sorprende l’impatto che è molto stabile (garantendo una viva precisione della traiettoria) ma non troppo duro, come accade con altri modelli di queso target. Chiaramente resta un telaio per giocatori agonisti, ma senza esasperazioni. Aiuta avere una buona tecnica: swing fluido e completo, buona sensibilità se si vuole colpire in back o uno slice di servizio, non impedisce nemmeno di difendersi, benché offra il meglio nella fase offensiva. Il top spin non è opzione da escludere, pur senza essere la sua dote principale.

A CHI LA CONSIGLIAMO
Al giocatore agonista dalla buona tecnica: swing completo, voglia di muovere la palla, capacità di accelerare. Meglio se con un gioco completo a tutto campo, per sfruttare la buona versatilità, anche in fase difensiva, quando occorre. Ecco, gli arrotini puri sono gli unici che potrebbero continuare a preferire un telaio tubolare, solitamente meno preciso ma più adatto ai lavori col polso, alla rotazione forte e continua. Per tutti gli altri, a patto che il braccio supporti l’attrezzo (ma il comfort è molto buono), stiamo parlando di un prodotto davvero al top.Lorenzo, 45 anni Classifica 3.3
Non avrei più pensato che una non-profilata mi avrebbe fatto godere tanto. La palla esce davvero facile (merito anche della corda HDX Tour appena montata a 22 kg) ma è la stabilità l’impatto che impressiona e che permette di spingere con precisione e grande sicurezza. Ecco, bisogna che il braccio riesca a spingere anche in condizioni meno ottimali, con le palle sgonfiette, la corda consumata, due ore di battaglia alle spalle…

Angelo, 23 anni Classifica 3.3
Ottimo feeling, fin dai primi scambi. La botta piatta è una meraviglia perché la precisione è massima e questo si traduce in fiducia. E poi ti difendi bene anche col back e perdona a sufficienza i colpi decentrati. Ecco, il top spin non esce così cattivo e pesante e soprattutto non bastano piccoli gesti col polso: serve uno swing lungo, classico. A rete si manovra con bella sensibilità.

Mattia, 34 anni classifica 4.1
Mi piacciono le racchette tradizional-moderne, nel senso che siano un buon compromesso tra le tubolari e le mie vecchie Prestige, con una costruzione innovativa e, perché no, un look diverso. La Radical mi piace, la sento bene tra le mani, l’impatto è pieno ma con buon comfort per il braccio. Riesce un po’ di tutto anche se meglio offendere che difendere. Certo, essere ben allenati e saper muovere il braccio come si deve, aiuta.