Il nuovo telaio del n.1 del mondo Novak Djokovic, che sfrutta il nuovo Graphene e diventa ancor più giocabile. Mantenendo precisione e controllo che già conoscevamo.Di Corrado Erba – 15 gennaio 2015 ACQUISTA QUI  La scheda Lunghezza: 68,5 cmProfilo: 22,5 mm costanteOvale: 100 polliciPeso: 331 grBilanciamento: 32 cmInerzia: 323Rigidità: 67Schema incordatura: 18×20 Nuova grafica e nuovi materiali per il rinnovato telaio di Novak Djokovic, che aumenta decisamente spinta e facilità di gioco, senza inficiare troppo nella sua demoniaca precisione. La grafica cambia, il nero dominante lascia spazio al bianco e al verde. Il colore cupo fa ora trasparire un’immagine più brillante, un po’ come le prestazioni di questa fuoriclasse.  Cosa è cambiato?I dati tecnici sono rimasti sostanzialmente identici: un telaio dal piatto arrotondato da  100 pollici, con un bilanciamento a 32 centimetri, un peso di 331 grammi incordata, rigidità di  67  punti, lunghezza tradizionale (68,5 cm), un profilo di 22,5 mm e uno schema di incordatura 18 x 20, garanzia di pastosità.Cosa è cambiato rispetto al vecchio attrezzo ?La cosa più marcata è che la nuova Speed Pro è diventata più “umana”. Nonostante il peso discretamente consistente e soprattutto il reticolo denso, non è una racchetta dedicata solo ai bruti violentatori, ai mano de piedra, ai nerboruti senza pietà. Certo, non è l’attrezzo per la signora del lunedì mattina, ma piacerà agli agonisti dalla quarta a salire (di classifica), a quelli a cui piace far andare il braccio con adeguato controllo ma senza sforzi disumani, benché sia necessario avere un certo allenamento alle spalle e precisione all’impatto. E’ un telaio duttile: lo spin esce senza sforzi eccessivi, come la botta piatta. Il back è una meraviglia, con la rasoiata che esce bassa, veloce, mortale. Il telaio, per essere marcatamente agonistico, spinge con facilità, soprattutto in accelerazione, mentre in difesa bisogna metterci qualcosa di proprio. A rete si tocca bene, con la racchetta che si mostra molto maneggevole, lo schema denso che aiuta a contenere anche i passanti più violenti, mentre i colpi sopra la testa sono estremamente potenti, quasi da super profilata.  A chi la consigliamo Come detto la nuova Speed Pro è un telaio duttile, facile (attenzione: una facilità riferita comunque a giocatori di ottima tecnica, diciamo da 4.1 a crescere), sicuramente maneggevole. Gli utenti che rimarranno soddisfatti sono gli agonisti che cercano la compagna giusta per il forcing da fondo, ma anche i giocatori “old style” che amano le sensazioni ma, invecchiando, trovano le vecchie mazze sempre più difficili (una Prestige Mid, per intenderci e rimanere in casa Head), i buoni doppisti che da ex classificati vogliono rimanere sulla breccia. Se vogliamo fare confronti, diventa la naturale competitor della nuova Federer (nella versione da 315 grammi) ma con una propensione alla spinta e una manovrabilità superiore.  La corda ideale Bisogna porre particolare attenzione alle corde: noi abbiamo optato per nuove Head Lynx incordate a 22/23 kg, un nuovo armeggio che si adatta particolarmente a chi piace ancorarsi alla riga di fondo e aprirsi la strada a suon di bordate. Per il toccatore ci sentiamo di consigliarne uno più morbido, come il Tecnifibre HDX Tour o cercare i migliori compromessi con un ibrido (con budello, vi raccomando).  Giudizio finale La tendenza del mercato è chiara: le “dure e pure” rimangono una nicchia sempre più piccola del mercato, mentre avanzano le agoniste più giocabili, certamente non soft come la categoria “300 grammi” ma sicuramente più vicine ai telai “old style” come sensazioni, ma “new style” come impatto e facilità. Un sentiero percorso da Head con la Speed Pro, da Wilson con la Federer 315 grammi e da Babolat con la Pure Strike, per citarne solo alcune. Un target sicuramente più ampio rispetto alle vecchie mazze da tre etti e mezzo. Però fate attenzione a dare un’autovalutazione del vostro livello corretto: la Speed Pro è comunque una racchetta da 330 grammi e 18×20: se il braccio non è sufficientemente allenato, se la precisione all’impatto non è ottimale, se il vostro bagaglio tecnico non è completo, ricordatevi che c’è anche la versione MP, più leggera, ancor più manovrabile, ancor più giocabile.  Test in laboratorio Piatto da 100 pollici quadrati (ormai è la media), lunghezza tradizionale, profilo costante da 22,5 millimetri, peso appena sopra i 330 grammi incordata con bilanciamento a 32 centimetri e un grado di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) molto interessante, soprattutto considerando la buona manovrabilità. Lo schema di incordatura è quel 18×20 che ormai sta scomparendo: favorisce il controllo, meno la potenza e richiede un braccio capace di spingere adeguatamente. Nella costruzione è stata utilizzata la nuova versione del Graphene, un materiale leggerissimo ma molto resistente che consente una miglior ridistribuzione dei pesi, in modo da ottenere, a parità di peso, un telaio più potente.  Test in campo Paolo, 32 anni, classifica 3.2 Meravigliosa: spingo come prima ma con minor fatica. Prende bene le rotazioni e la botta piatta esce con grande controllo. La maggior facilità mi permette di picchiare più a lungo, senza cedere dopo un’oretta e mezza. Come prima, meglio di prima.  Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5 Non avessi scoperto le tubolari quando ho deciso di abbandonare la mia Prestige (ormai diventata troppo complicata da gestire), ora starei già giocando con questi nuovi telai, abbastanza tradizionali nella forma, molto moderni nella sostanza. Si manovra con facilità, l’impatto non è tremendo come con le “agonistiche” di sei-sette anni fa e si riesce a spingere senza eccessiva fatica ma pur sempre con grande controllo. Se giocassi tre volte la settimana (e quindi fossi meglio allenato) non avrei dubbi. O meglio, i dubbi li ho comunque perché le sensazioni sono bellissime, anche se con le tubolari puoi star lontano dai campi un mese e colpire subito senza fatica. Certo, un 16×19 consentirebbe una miglior difesa, ma c’è pur sempre la versione MP…   Luca, 48 anni, classifica 4.1 Bella mazza, tira veramente forte, sembrava quasi una Pure Drive. Forse in difesa è un filo troppo difficile e se mi stanco comincio a giocare un po’ corto. Sicuramente la preferisco con corde meno secche di queste Lynx e se avessero fatto un 16×19 come reticolo…  Antonio 51,  anni, classifica 4.3 Io corro, corro e ributto.cQuesta ha un bell’impatto, mi ricorda le mie vecchie Vilas; però in scivolata la palla mi rimane corta e i pallonetti bassi. In palleggio mi piace, ma per pallettare mi riprendo la mia profilata.  Paola, 18 anni, classifica 2.6. Mi piace: secca, definitiva, la palla esce bella piena, il mio rovescio bimane fa i buchi per terra, è poi è molto stabile. Sono anni che non cambio la mia Blade, ma adesso ci faccio un pensierino.  Corrado, 45 anni, classifica, 4.2 Bella, si controlla, spingo, anche se devo fare un po’ attenzione a coprire il colpo. Il back è fantastico, parte come un missile. Probabile che andasse bene anche a Roger!

Di Corrado Erba – 15 gennaio 2015

 

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Nuova grafica e nuovi materiali per il rinnovato telaio di Novak Djokovic, che aumenta decisamente spinta e facilità di gioco, senza inficiare troppo nella sua demoniaca precisione. La grafica cambia, il nero dominante lascia spazio al bianco e al verde. Il colore cupo fa ora trasparire un’immagine più brillante, un po’ come le prestazioni di questa fuoriclasse.
 

Cosa è cambiato?

I dati tecnici sono rimasti sostanzialmente identici: un telaio dal piatto arrotondato da  100 pollici, con un bilanciamento a 32 centimetri, un peso di 331 grammi incordata, rigidità di  67  punti, lunghezza tradizionale (68,5 cm), un profilo di 22,5 mm e uno schema di incordatura 18 x 20, garanzia di pastosità.

Cosa è cambiato rispetto al vecchio attrezzo ?

La cosa più marcata è che la nuova Speed Pro è diventata più “umana”. Nonostante il peso discretamente consistente e soprattutto il reticolo denso, non è una racchetta dedicata solo ai bruti violentatori, ai mano de piedra, ai nerboruti senza pietà. Certo, non è l’attrezzo per la signora del lunedì mattina, ma piacerà agli agonisti dalla quarta a salire (di classifica), a quelli a cui piace far andare il braccio con adeguato controllo ma senza sforzi disumani, benché sia necessario avere un certo allenamento alle spalle e precisione all’impatto. E’ un telaio duttile: lo spin esce senza sforzi eccessivi, come la botta piatta. Il back è una meraviglia, con la rasoiata che esce bassa, veloce, mortale. Il telaio, per essere marcatamente agonistico, spinge con facilità, soprattutto in accelerazione, mentre in difesa bisogna metterci qualcosa di proprio. A rete si tocca bene, con la racchetta che si mostra molto maneggevole, lo schema denso che aiuta a contenere anche i passanti più violenti, mentre i colpi sopra la testa sono estremamente potenti, quasi da super profilata.
 

A chi la consigliamo
Come detto la nuova Speed Pro è un telaio duttile, facile (attenzione: una facilità riferita comunque a giocatori di ottima tecnica, diciamo da 4.1 a crescere), sicuramente maneggevole. Gli utenti che rimarranno soddisfatti sono gli agonisti che cercano la compagna giusta per il forcing da fondo, ma anche i giocatori “old style” che amano le sensazioni ma, invecchiando, trovano le vecchie mazze sempre più difficili (una Prestige Mid, per intenderci e rimanere in casa Head), i buoni doppisti che da ex classificati vogliono rimanere sulla breccia. Se vogliamo fare confronti, diventa la naturale competitor della nuova Federer (nella versione da 315 grammi) ma con una propensione alla spinta e una manovrabilità superiore.
 


Bisogna porre particolare attenzione alle corde: noi abbiamo optato per nuove Head Lynx incordate a 22/23 kg, un nuovo armeggio che si adatta particolarmente a chi piace ancorarsi alla riga di fondo e aprirsi la strada a suon di bordate. Per il toccatore ci sentiamo di consigliarne uno più morbido, come il Tecnifibre HDX Tour o cercare i migliori compromessi con un ibrido (con budello, vi raccomando).
 


La tendenza del mercato è chiara: le “dure e pure” rimangono una nicchia sempre più piccola del mercato, mentre avanzano le agoniste più giocabili, certamente non soft come la categoria “300 grammi” ma sicuramente più vicine ai telai “old style” come sensazioni, ma “new style” come impatto e facilità. Un sentiero percorso da Head con la Speed Pro, da Wilson con la Federer 315 grammi e da Babolat con la Pure Strike, per citarne solo alcune. Un target sicuramente più ampio rispetto alle vecchie mazze da tre etti e mezzo. Però fate attenzione a dare un’autovalutazione del vostro livello corretto: la Speed Pro è comunque una racchetta da 330 grammi e 18×20: se il braccio non è sufficientemente allenato, se la precisione all’impatto non è ottimale, se il vostro bagaglio tecnico non è completo, ricordatevi che c’è anche la versione MP, più leggera, ancor più manovrabile, ancor più giocabile.
 


Piatto da 100 pollici quadrati (ormai è la media), lunghezza tradizionale, profilo costante da 22,5 millimetri, peso appena sopra i 330 grammi incordata con bilanciamento a 32 centimetri e un grado di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) molto interessante, soprattutto considerando la buona manovrabilità. Lo schema di incordatura è quel 18×20 che ormai sta scomparendo: favorisce il controllo, meno la potenza e richiede un braccio capace di spingere adeguatamente. Nella costruzione è stata utilizzata la nuova versione del Graphene, un materiale leggerissimo ma molto resistente che consente una miglior ridistribuzione dei pesi, in modo da ottenere, a parità di peso, un telaio più potente.
 

Test in campo
Paolo, 32 anni, classifica 3.2
Meravigliosa: spingo come prima ma con minor fatica. Prende bene le rotazioni e la botta piatta esce con grande controllo. La maggior facilità mi permette di picchiare più a lungo, senza cedere dopo un’oretta e mezza. Come prima, meglio di prima.
 


Non avessi scoperto le tubolari quando ho deciso di abbandonare la mia Prestige (ormai diventata troppo complicata da gestire), ora starei già giocando con questi nuovi telai, abbastanza tradizionali nella forma, molto moderni nella sostanza. Si manovra con facilità, l’impatto non è tremendo come con le “agonistiche” di sei-sette anni fa e si riesce a spingere senza eccessiva fatica ma pur sempre con grande controllo. Se giocassi tre volte la settimana (e quindi fossi meglio allenato) non avrei dubbi. O meglio, i dubbi li ho comunque perché le sensazioni sono bellissime, anche se con le tubolari puoi star lontano dai campi un mese e colpire subito senza fatica. Certo, un 16×19 consentirebbe una miglior difesa, ma c’è pur sempre la versione MP… 
 


Bella mazza, tira veramente forte, sembrava quasi una Pure Drive. Forse in difesa è un filo troppo difficile e se mi stanco comincio a giocare un po’ corto. Sicuramente la preferisco con corde meno secche di queste Lynx e se avessero fatto un 16×19 come reticolo…
 


Io corro, corro e ributto.cQuesta ha un bell’impatto, mi ricorda le mie vecchie Vilas; però in scivolata la palla mi rimane corta e i pallonetti bassi. In palleggio mi piace, ma per pallettare mi riprendo la mia profilata.
 


Mi piace: secca, definitiva, la palla esce bella piena, il mio rovescio bimane fa i buchi per terra, è poi è molto stabile. Sono anni che non cambio la mia Blade, ma adesso ci faccio un pensierino.
 


Bella, si controlla, spingo, anche se devo fare un po’ attenzione a coprire il colpo. Il back è fantastico, parte come un missile. Probabile che andasse bene anche a Roger!