La versione più pesante della nuova arma di Richard Gasquet è il modello che ci ha convinto di più, nella famiglia Extreme. Il test completo.  Di Lorenzo CazzanigaLa schedaHEAD Graphene XT Extreme ProLunghezza: 68,5 cmProfilo: 24-26-23 mmOvale: 100 polliciPeso: 334 grBilanciamento: 32 cmInerzia: 325Rigidità: 68Schema incordatura: 16×19 “In poche parole come me la giudichi?” mi ha chiesto l’inconfessato aficionado.“Gialla, che più gialla non si può” ho risposto indispettito, ma con un fondo di verità.In effetti è giallissima, la nuova Extreme Pro con la versione Next dell’ormai mitico grafene. Schema 16×19, profilo interessante, peso di 315 grammi nuda, a porsi come maggiore concorrente della vecchia Pure Drive Roddick, ora ribattezzata Pro. In mano è un attrezzo ben bilanciato, con un leggero pronunciamento in testa ma senza eccessi: un’aria duttile, più che da sparatutto. E proprio la duttilità è una delle migliori caratteristiche di un attrezzo che ha il pregio di far uscire dal piatto, senza grande sforzo, una palla discretamente veloce, ma sopratutto abbastanza pesante. Non è una racchetta da grandissimi toppatori, ma da personaggi con molteplici profili. Il dritto esce tosto, pesante e carico, soprattutto per chi usa una presa western non eccessiva: una top spin discreto e la palla fila via rotante e carica. Il back è leggermente meno filante, ma facile e alla somma prova del nove, reagisce benissimo: ovvero, la palla esce radente e non tende mai ad alzarsi in maniera particolare, come su qualche altra profilata, segno di grande stabilità ed equilibrio. A rete si può fare un po’ di tutto: sopra la testa escono fiammate, in opposizione si manovra con agio, ma si riesce anche a tocchettare senza fastidi.Il servizio poi è una vera sorpresa. Ci aspettavamo la classica racchetta da cannonballs, invece la velocità di punta non è elevatissima ma in compenso lo slice esce molto facile e caricare il kick non è difficile. In generale, un telaio che da il meglio quando si palleggia in progressione: stabile e potente, consente di controribattere i drive avversari trasformando la difesa in offesa. Un telaio moderno, dal controllo affatto problematico e una potenza costantemente sotto controllo. A chi la consigliamoGli utenti ideali, dal punto di vista dei maschietti, sono i picchiatori da fondo che non amano le profilate sparatutto; oppure l’agonista imberbe che non ha paura di niente. Il livello tecnico richiesto aumenta, se trattasi di ragazze. Allora largo alle agoniste, meglio se giovani e discretamente nerborute, le picchiatrici urlanti, quelle che non devono chiedere mai (solo menare). La corda idealeL’agonista puro vuole il monofilo per una reattività immediata che non ha grandi paragoni. Oppure un bell’ibrido, tra budello naturale e monofilo (che resta sempre la miscela ideale, anche se il monofilo si “mangia” rapidamente il budello). Noi l’abbiamo testata anche col nuovo Head Velocity, multifilo di grande duttilità, scelta consigliata ai giovani agonisti o a chi non ha un braccio sufficientemente allenato per manovrare col monofilo (soprattutto quelli più rigidi: un multimono sarebbe comunque più appropriato). Tensioni: col multifilo anche 25 kg, col monofilo non oltre i 22 kg. Giudizio finaleIl grafene dovrebbe accentuare quel processo di polarizzazione che generalmente consente ad un telaio di performare al meglio. In sostanza, un materiale leggero quanto resistente come appunto il grafene (nella versione XT di nuova generazione) permette di ridistribuire meglio i pesi. In buona sostanza, a parità di peso si può avere una racchetta che spinge di più e con medesimo controllo. La Pro ha questa dote di stabilità, unita ad una viva attitudine alla spinta che permette di picchiare con fiducia, una sensazione fondamentale per i veri picchiatori (anche perché il bilanciamento a 32 cm permette di manovrarla con agio). Si riesce a giocar bene ovunque, da fondo come a rete; la botta piatta viene esaltata, più ancora che la rotazione top spin, che resta il limite maggiore di questo attrezzo. Per la tipologia di telaio e la forma molto arrotondata del piatto corde, ci si aspettava una maggior propensione allo spin. Ideale per giocatori a tutto campo, moderni ma che non amano arrotare eccessivamente e a giovani agonisti di belle prospettive (e dal braccio ben allenato). Test in laboratorioIncordata sono 334 grammi senza sbilanciamenti in testa (32 cm) che ne migliora la manovrabilità. Per il resto, misure tipiche per un telaio moderno: 100 pollici, 68,5 cm di lunghezza, schema 16×19, profilo che si allarga fino a toccare i 26 millimetri. Si resta sotto i 70 punti di rigidità con un buon dato di inerzia (e quindi di attitudine alla spinta): 325 punti. Il prezzo: la si trova a 160 euro, che scendono a 150 nel caso si acquisti la coppia. Test in campoLorenzo, 43 anni, classifica 3.4Un’altra cosa rispetto alla MP, con la quale il colpo esce troppo morbido. Il bilanciamento consente di manovrarla con agio anche se il peso è una decina di grammi sopra gli abituali 300. La palla esce facile, più pesante che con la MP. Ci fai un po’ tutto, anche grazie alla stabilità all’impatto. Ecco, rispetto a certe sue concorrenti, il top spin non è così efficace. Servizio e gioco al volo sopra la media delle profilate. Corrado, 45 anni, classifica, 4.2Bella: si picchia e si controlla perché è molto stabile all’impatto. Ho uno stile classico e la botta piatta esce facile con ottima precisione, soprattutto per essere una profilata. Più confortevole rispetto ai mid o ai profili stretti, non si ha la spiacevole sensazione (tipica di questo genere di telai) che la palla esca facile ma senza precisione. Infonde fiducia. Certo, gli arrotini veri preferiscono altri telai, ma io non sono tra quelli. Giovanna, 18 anni, classifica 3.3Ultimamente ho avuto qualche difficoltà con la mia vecchia Yonex di profilo sottile: la palla usciva poco, con la Burn fin troppo. Ecco, questa è un bel compromesso, specialmente con corde abbastanza morbide. Finalmente la palla esce bella piena e senza problemi di lunghezza. Edoardo, 46 anni, classifica 4.2Molto interessante, mi ricorda un po’ le prime vecchie profilate: una palla bella piena, pesante, senza fare grandi sforzi, ma con un buon controllo. La metto con la mano, bella carica, ma difficilmente mi scappa. Oibò, dopo qualche ora, con le multimono un po’ smollate, un filo scappa via, soprattutto se non copro bene, ma forse è la colpa del mio grip old style: dopotutto, il sedicenne qui a fianco tira solo missili. Daniele, 55 anni, classifica NC (doppista)Pesa troppo per i miei gusti e la palla esce poco con il mio movimento brevissimo. La forma molto rotonda mi suggeriva uno sweet spot molto ampio, in realtà bisogna metterci il braccio. Non è un padellone come la mia 110. A rete si, non è male, ma la lascio a chi sa giocare meglio dei miei vecchietti nel doppietto del martedì sera. Leo, 48 anni, maestro, (ex B2)Eh, un bell’impatto, rotondo, con un back controllato ma che va condotto come si deve. Posso farci lezione agli agonisti, ma dopo qualche ora il peso mi stanca. Vorrei provare la 300 grammi, forse meglio per fare lezione. Se gioco l’over 50 però, non ho dubbi e fra le due, mi tengo questa.  

La versione più pesante della nuova arma di Richard Gasquet è il modello che ci ha convinto di più, nella famiglia Extreme. Il test completo.

 

Di Lorenzo Cazzaniga

La scheda

HEAD Graphene XT Extreme Pro

Lunghezza: 68,5 cm

Profilo: 24-26-23 mm

Ovale: 100 pollici

Peso: 334 gr

Bilanciamento: 32 cm

Inerzia: 325

Rigidità: 68

Schema incordatura: 16×19

 

In poche parole come me la giudichi?” mi ha chiesto linconfessato aficionado.

Gialla, che più gialla non si può” ho risposto indispettito, ma con un fondo di verità.

In effetti è giallissima, la nuova Extreme Pro con la versione Next dell’ormai mitico grafene. Schema 16×19, profilo interessante, peso di 315 grammi nuda, a porsi come maggiore concorrente della vecchia Pure Drive Roddick, ora ribattezzata Pro. In mano è un attrezzo ben bilanciato, con un leggero pronunciamento in testa ma senza eccessi: un’aria duttile, più che da sparatutto. E proprio la duttilità è una delle migliori caratteristiche di un attrezzo che ha il pregio di far uscire dal piatto, senza grande sforzo, una palla discretamente veloce, ma sopratutto abbastanza pesante. Non è una racchetta da grandissimi toppatori, ma da personaggi con molteplici profili.

 

Il dritto esce tosto, pesante e carico, soprattutto per chi usa una presa western non eccessiva: una top spin discreto e la palla fila via rotante e carica. Il back è leggermente meno filante, ma facile e alla somma prova del nove, reagisce benissimo: ovvero, la palla esce radente e non tende mai ad alzarsi in maniera particolare, come su qualche altra profilata, segno di grande stabilità ed equilibrio.

 

A rete si può fare un po’ di tutto: sopra la testa escono fiammate, in opposizione si manovra con agio, ma si riesce anche a tocchettare senza fastidi.

Il servizio poi è una vera sorpresa. Ci aspettavamo la classica racchetta da cannonballs, invece la velocità di punta non è elevatissima ma in compenso lo slice esce molto facile e caricare il kick non è difficile.

 

In generale, un telaio che da il meglio quando si palleggia in progressione: stabile e potente, consente di controribattere i drive avversari trasformando la difesa in offesa. Un telaio moderno, dal controllo affatto problematico e una potenza costantemente sotto controllo.

 

A chi la consigliamo

Gli utenti ideali, dal punto di vista dei maschietti, sono i picchiatori da fondo che non amano le profilate sparatutto; oppure l’agonista imberbe che non ha paura di niente. Il livello tecnico richiesto aumenta, se trattasi di ragazze. Allora largo alle agoniste, meglio se giovani e discretamente nerborute, le picchiatrici urlanti, quelle che non devono chiedere mai (solo menare).

 

La corda ideale

L’agonista puro vuole il monofilo per una reattività immediata che non ha grandi paragoni. Oppure un bell’ibrido, tra budello naturale e monofilo (che resta sempre la miscela ideale, anche se il monofilo si “mangia” rapidamente il budello). Noi l’abbiamo testata anche col nuovo Head Velocity, multifilo di grande duttilità, scelta consigliata ai giovani agonisti o a chi non ha un braccio sufficientemente allenato per manovrare col monofilo (soprattutto quelli più rigidi: un multimono sarebbe comunque più appropriato). Tensioni: col multifilo anche 25 kg, col monofilo non oltre i 22 kg.

 

Giudizio finale

Il grafene dovrebbe accentuare quel processo di polarizzazione che generalmente consente ad un telaio di performare al meglio. In sostanza, un materiale leggero quanto resistente come appunto il grafene (nella versione XT di nuova generazione) permette di ridistribuire meglio i pesi. In buona sostanza, a parità di peso si può avere una racchetta che spinge di più e con medesimo controllo. La Pro ha questa dote di stabilità, unita ad una viva attitudine alla spinta che permette di picchiare con fiducia, una sensazione fondamentale per i veri picchiatori (anche perché il bilanciamento a 32 cm permette di manovrarla con agio). Si riesce a giocar bene ovunque, da fondo come a rete; la botta piatta viene esaltata, più ancora che la rotazione top spin, che resta il limite maggiore di questo attrezzo. Per la tipologia di telaio e la forma molto arrotondata del piatto corde, ci si aspettava una maggior propensione allo spin. Ideale per giocatori a tutto campo, moderni ma che non amano arrotare eccessivamente e a giovani agonisti di belle prospettive (e dal braccio ben allenato).

 

Test in laboratorio

Incordata sono 334 grammi senza sbilanciamenti in testa (32 cm) che ne migliora la manovrabilità. Per il resto, misure tipiche per un telaio moderno: 100 pollici, 68,5 cm di lunghezza, schema 16×19, profilo che si allarga fino a toccare i 26 millimetri. Si resta sotto i 70 punti di rigidità con un buon dato di inerzia (e quindi di attitudine alla spinta): 325 punti. Il prezzo: la si trova a 160 euro, che scendono a 150 nel caso si acquisti la coppia.

 

Test in campo

Lorenzo, 43 anni, classifica 3.4

Un’altra cosa rispetto alla MP, con la quale il colpo esce troppo morbido. Il bilanciamento consente di manovrarla con agio anche se il peso è una decina di grammi sopra gli abituali 300. La palla esce facile, più pesante che con la MP. Ci fai un po’ tutto, anche grazie alla stabilità all’impatto. Ecco, rispetto a certe sue concorrenti, il top spin non è così efficace. Servizio e gioco al volo sopra la media delle profilate.

 

Corrado, 45 anni, classifica, 4.2

Bella: si picchia e si controlla perché è molto stabile all’impatto. Ho uno stile classico e la botta piatta esce facile con ottima precisione, soprattutto per essere una profilata. Più confortevole rispetto ai mid o ai profili stretti, non si ha la spiacevole sensazione (tipica di questo genere di telai) che la palla esca facile ma senza precisione. Infonde fiducia. Certo, gli arrotini veri preferiscono altri telai, ma io non sono tra quelli.

 

Giovanna, 18 anni, classifica 3.3

Ultimamente ho avuto qualche difficoltà con la mia vecchia Yonex di profilo sottile: la palla usciva poco, con la Burn fin troppo. Ecco, questa è un bel compromesso, specialmente con corde abbastanza morbide. Finalmente la palla esce bella piena e senza problemi di lunghezza.

 

Edoardo, 46 anni, classifica 4.2

Molto interessante, mi ricorda un po’ le prime vecchie profilate: una palla bella piena, pesante, senza fare grandi sforzi, ma con un buon controllo. La metto con la mano, bella carica, ma difficilmente mi scappa. Oibò, dopo qualche ora, con le multimono un po’ smollate, un filo scappa via, soprattutto se non copro bene, ma forse è la colpa del mio grip old style: dopotutto, il sedicenne qui a fianco tira solo missili.

 

Daniele, 55 anni, classifica NC (doppista)

Pesa troppo per i miei gusti e la palla esce poco con il mio movimento brevissimo. La forma molto rotonda mi suggeriva uno sweet spot molto ampio, in realtà bisogna metterci il braccio. Non è un padellone come la mia 110. A rete si, non è male, ma la lascio a chi sa giocare meglio dei miei vecchietti nel doppietto del martedì sera.

 

Leo, 48 anni, maestro, (ex B2)

Eh, un bell’impatto, rotondo, con un back controllato ma che va condotto come si deve. Posso farci lezione agli agonisti, ma dopo qualche ora il peso mi stanca. Vorrei provare la 300 grammi, forse meglio per fare lezione. Se gioco l’over 50 però, non ho dubbi e fra le due, mi tengo questa.