La miglior versione di sempre del modello Extreme, con la presenza del Graphene Touch che permette di redistribuire al meglio i pesi. Cambiano forma e sezione per un telaio più stabile all’impatto, che prende bene le rotazioni e col quale si spinge senza troppa fatica. Ideale per chi ama picchiare dal fondo, con spin ma anche una certa sensibilità.DIMENTICATEVI LA VECCHIA EXTREME. La nuova versione è parecchio diversa, nella forma e nelle sezioni, ma soprattutto nelle prestazioni in campo. In primis, è stato utilizzato il Graphene Touch, materiale leggero quanto resistente che permette una miglior redistribuzione dei pesi e delle masse. Ecco quindi un telaio che ha nella maggior stabilità all’impatto, il suo miglioramento più evidente. Alcuni dati di laboratorio (racchetta incordata) sono quelli ormai classici: 100 pollici di ovale, 318 grammi di peso ma una sezione del profilo che passa dai 26 millimetri ai 21 appena sopra il manico (e difatti serve qualche istante per abituarsi ad un appoggio della mano non dominante su una sezione così stretta). Piace molto il dato di inerzia, vicino ai 330 punti che indica un’attitudine alla spinta notevole. Tuttavia, questa facilità non è fine a se stessa ma si combina perfettamente con la presa delle rotazioni (notevole, grazie anche allo schema di incordatura aperto e ai grommet studiati apposta perché le corde verticali siano più libere di agire) e la precisione, data dalla maggior stabilità. Per questo, chi pesta dal fondo con una certa dose di spin, resterà impressionato molto positivamente. Altra caratteristica abbastanza sorprendente è la sensibilità, per nulla scontata su telai di questo genere e invece più che soddisfacente, quando c’è da incassare la pressione esercitata dal fondo con smorzate o volée. Cosa le manca? Un po’ di pesantezza di palla, che esce veloce, salta parecchio ma non appare così pesante, decisiva (lo si avverte soprattutto al servizio, nel kick, ancor più che nella botta piatta). Succede quando riprendi in mano una versione pro stock (per chi le trova e se le può permettere) ma nel panorama di questo tipologia di racchetta siamo al top. L’agonista puro proverà a mettere un cinque grammi a ore 3 e ore 9 per avere maggior massa e quindi una palla più pesante (per adesso non è prevista la versione Pro, dal peso superiore) e incorderà con monofilamento per ottimizzare le rotazioni (e non spaccare troppo); il giocatore di club terrà tutto com’è, sfruttando gli equilibri dell’ibrido (mono+budello) se ha intenzione di cambiare abbastanza spesso o un buon multifilo, a tensioni abbastanza basse come permettono i telai attuali (non oltre i 23 kg).LAB TEST
dati del telaio incordato
Lunghezza: 68,5 cm
Ovale: 100 pollici
Rigidità: 69
Profilo: 23-26-21 mm
Peso: 318 grammi
Bilanciamento: 33,4 cm
Inerzia: 327
Incordatura: 16×19
IL TEST
Non sempre le Extreme erano uscite col buco, anche a causa di forme non sempre apprezzate dai (troppo?) tradizionalisti appassionati italiani. Con la versione Graphene Touch il passo in avanti è stato notevole. Sono cambiate forme e sezioni (al manico siamo a 21 millimetri) con lo scopo (raggiunto) di ottenere un telaio più stabile all’impatto e che permettesse un maggior controllo e soprattutto precisione quando si picchia dal fondo con buona rotazione, che resta il must di questo tipo di telai. La manovrabilità è ottima e aiuta in fase di difesa, mentre sorprende la sensibilità, per nulla malvagia, quando si deve toccare o giocare al volo. Il top spin salta tantissimo, anche se non è così pesante; però si trova con facilità un’adeguata profondità, qualità che tanti pensano di avere e invece… Il telaio ha forme moderne, con uno schema di incordatura molto aperto e dei grommet che facilitano il lavoro delle corde verticali, migliorando uscita di palla e spin (e aumentando le chance di rottura se siete degli arrotini di buon livello). Un telaio davvero ben riuscito, con una bella distribuzione dei pesi che consente di godere di ottima manovrabilità senza perdere in attitudine alla spinta (327 punti di inerzia non sono niente male). Date le caratteristiche iniziali, è facile una leggera customizzazione per renderla più cattiva, soprattutto se siete agonisti ben allenati.
A CHI LA CONSIGLIAMO
Si può spaziare dagli agonisti ai giocatori di club. I primi potrebbero aver bisogno di qualche grammo in più per aumentare la pesantezza di palla e un monofilo per ottimizzare spin e controllo; per i secondi… va già bene così, magari con ibrido o multifilo, a tensione non troppo alte. Ideale per chi cerca facilità di gioco, buone rotazioni con un impatto stabile che permette un controllo adeguato.TEST IN CAMPO
LORENZO, 45 ANNI CLASSIFICA 3.3
La miglior versione della Extreme: stabile, si spinge senza fatica, prende bene le rotazioni e non manca di sensibilità. Forma e sezioni sono state riviste e questo ha aiutato a migliorare la performance, soprattutto in precisione. Manca solo un po’ di pesantezza di palla, soprattutto quando si gioca con molto spin (la palla salta molto ma non è così pesante): pochi grammi a ore 3 e ore 9 possono migliorare questo aspetto.
PIETRO, 22 ANNI classifica 3.4
Mi piace spingere da fondocampo, usando bene il top spin, pur senza esasperarlo. Ecco, questo è uno dei miei telai ideali perché si trova profondità senza dover esagerare con la spinta, prende bene le rotazioni e soprattutto la buona stabilità all’impatto non rischia di farmi perdere troppo controllo. L’impatto è confortevole e aiuta anche in fase di recupero. E poi, quando entri di potenza, fai male.
GIANNI, 49 anni, classifica 4.3
Non è telaio solo per arrotini. La miglior stabilità all’impatto, data dalla nuova sezione, permette di colpire di piatto con ottimo controllo e con la palla che fila via veloce, senza troppa fatica. Si manovra molto bene, quindi direi che è più una racchetta da giocatore a tutto campo che non di solo pestaggio dal fondo. Manca un po’ di punch nel servizio, soprattutto quando si cerca il kick con la seconda.
Circa l'autore
Post correlati
Grazie Rafa, modello di talento e intelligenza
Un campione unico, buono, intelligente, amato da tutti, fan e avversari, anche il suo più grande foto Ray Giubilo...