IL CASO – Jack Reader, coach di Viktor Troicki, parla ai microfoni di SBS Radio. E’ l’unico testimone del presunto test rifiutato. Le risposte sono un po’ vaghe, ma alla fine… 
Viktor Troicki e Jack Reader lavorano insieme dallo scorso ottobre

Di Riccardo Bisti – 22 agosto 2013


Quella di Viktor Troicki è stata una delle vicende più “hot” dell’estate. A fine luglio è stata ufficializzata la squalifica di 18 mesi per essersi “rifiutato” di sottoporsi a un test antidoping durante il Masters 1000 di Monte Carlo, peraltro dopo aver perso nettamente contro Jarkko Nieminen. Le virgolette non sono casuali, perchè le versioni discordano. Troicki ha giurato e spergiurato che la dottoressa incaricata del controllo, la russa Elena Gorodilova, gli avrebbe detto che poteva evitare di effettuare il prelievo perchè stava male. Ovviamente lei sostiene il contrario e il tribunale le ha creduto, definendola “coscienziosa e prudente”. La Gorodilova, 15 anni di esperienza nel mondo dell’antidoping, si sarebbe limitata a dire che non era in grado di dare consigli sull’argomento. Nelle sue tesi difensive, Troicki ha sempre sostenuto che la dottoressa si sarebbe resa conto di aver commesso un errore e per questo ha voluto scaricargli addosso la colpa. Nella sentenza anti-Troicki, tuttavia, viene citato un altro personaggio. Si tratta dell’australiano Jack Reader, allenatore del serbo dopo aver portato Alexandr Dolgopolov tra i top-20. Reader è ’unico testimone oculare e ha sostenuto con vigore le tesi di Troicki, indispettendo la corte. A un certo punto della sentenza, si legge: “Siamo rimasti stupiti dalla sua testimonianza. Allena dal 1985, ma sembrava ignaro su diverse regole antidoping”. Alla luce di questo, è doppiamente interessante ascoltare la sua versione dei fatti. Ha parlato con SBS Radio, la radio di stato australiana nella sua versione in lingua italiana. Reader conosce piuttosto bene l’italiano per aver lavorato qualche anno nel nostro paese. L’intervista (ascoltabile qui) è stata effettuata dal brillante Dario Castaldo, già voce di SuperTennis TV.
 
Ecco la versione di Reader, al cui peso lordo bisogna togliere la tara di una padronanza non perfetta della lingua. “Viktor ha chiesto se era stato possibile effettuare il test in un altro giorno perchè non stava bene, poi ha paura degli aghi. Ha chiesto alla dottoressa se ci sarebbero stati problemi e lei ha detto: ‘No no, scrivi la lettera’. Ero presente, lo ha chiesto per due volte. Poi lei ha cambiato storia (versione dei fatti, ndr)”. Reader è un personaggio simpatico e positivo. Difficile dubitare della sua buona fede, anche se alcune risposte date a SBS sembrano dare credito alle tesi del tribunale. Quando Castaldo gli ha chiesto se la Gorodilova fosse un dipendente dell’ITF o della WADA, lui si è limitato a dire che a Monte Carlo rivestiva il ruolo di DCO (Doping Control Official). Le risposte diventano ancora meno convincenti quando Castaldo lo ha incalzato: ma Troicki sapeva che, ritardando di qualche ora il controllo, alcune sostanze illecite potrebbero sparire dall’organismo? “Questo non si sapeva, e comunque ha chiesto consigli alla signora. Se non segui i suoi consigli, allora di chi?”. Però si sente dire da più parti che i giocatori sono costantemente informati sull’antidoping, ricevono spesso mail sull’argomento e sono molto seguiti…”Non lo so, io non sono un giocatore. Non so se ricevono informazioni di questo tipo. Ma ero lì quando questa signora ha detto a Viktor che non ci sarebbero stati problemi. Non ha fatto il suo dovere, perchè non ha detto che saltando il controllo avrebbe rischiato una squalifica di due anni. Quando siamo usciti dall’ufficio, pensavamo che fosse tutto finito. Abbiamo anche incontrato un tour manager dell’ATP. In effetti lui ha detto che quello che era successo era 'strano, però se l’ha detto lei…’. Forse anche lui avrebbe dovuto dare un aiuto, ma nessuno ha fatto niente”.
 
Il quadro che emerge è quello della buona fede tanto di Troicki (come scritto anche nella sentenza) come di Reader. Volendo credere a questa tesi, tuttavia, emerge un’ignoranza di fondo sull’argomento. E l’ignoranza, su temi così delicati, non è tollerata. Quando Castaldo gli ha chiesto su cosa punteranno i legali di Troicki nel processo al CAS di Losanna, Reader ha detto: “La signora non ha seguito le direttive della WADA. Punteremo su quello”. Nell’ultima domanda c’è stato un misunderstanding: Castaldo ha chiesto se i nuovi casi non siano una risposta alle pressioni ricevute dall’ITF, spesso “accusata” di colpire soltanto “pesci piccoli”. Reader non ha capito, pensava che la domanda alludesse a “grossi nomi” che vengono ancora coperti, e ha detto: “In effetti anche io ho sentito questa storia. Parlando di scommesse, ricordo la vicenda degli italiani squalificati: Starace, Di Mauro, Luzzi….scommettevano sul calcio, cifre minuscole e non certo su partite “buttate via” (il suo modo per definire i match truccati, ndr). In effetti c’erano casi peggiori e nessuno li beccava. Io sono contro il doping e le scommesse, ma le regole devono essere cambiate. Credo che sia un’ingiustizia”. Riflessione interessante: senza volerlo (perchè non gli era stato chiesto), Reader ha ammesso che nel circuito si sussurra di una possibile protezione di nomi importanti. Ovviamente, senza prove nè appigli, anche solo a pensare certe cose “si fa reato” (Andreotti docet, anche se poi la sua storica frase aggiungeva qualcos’altro…). Nel frattempo, è giunta la notizia che la sentenza del CAS di Losanna non arriverà prima di quattro mesi. Parlando all’agenzia di stampa “Tanjug”, Troicki ha detto che non chiederà di congelare la sanzione e poter giocare in attesa della sentenza “Per due motivi: il primo è che si tratta di un caso estremamente complesso, che il giudice deve esaminare senza fretta, ascoltando tutti i testimoni. La seconda ragione è che in questo momento non riesco a giocare a tennis, sento una pressione psicologica molto forte”. In altre parole, sapremo qualcosa solo a inizio 2014. Non c’è dubbio che, in questo lasso di tempo, sia Troicki che Reader daranno una ripassata alle normative antidoping. Comunque vada.