La rumena, campionessa in carica al Mutua Madrid Open, non aveva augurato buona fortuna a Eugenie Bouchard prima del match contro la Sharapova. “Non le parlo e non ho niente da dire su di lei. E' diversa”. Già fuori 11 teste di serie su 16, torneo aperto a mille soluzioni.

Sembra che lo spogliatoio WTA, non esattamente un ritrovo di amiche, sia ancora più spaccato dopo la vicenda riguardante Maria Sharapova. C'è chi sostiene (o tollera) il ritorno della russa, ma c'è un clan (in parte silenzioso e in parte rumoroso) che non accetta il trattamento di favore ricevuto da Masha, che peraltro vedremo tra pochi giorni agli Internazionali BNL d'Italia. A capo di questo clan, ovviamente, Eugenie Bouchard. Dopo il successo di lunedì sera, la canadese ha parlato di una maggioranza silenziosa che le aveva fatto gli auguri prima di scendere in campo, ammettendo di aver giocato non solo per se stessa, ma anche per chi aveva fatto il tifo per lei. A quanto pare, non fa parte del clan anti-Sharapova la campionessa in carica, Simona Halep, emersa per un pelo dal match contro Roberta Vinci. I giornalisti le hanno chiesto se anche lei aveva augurato buona fortuna alla Bouchard, tenendo conto che la canadese aveva parlato anche di tenniste con cui solitamente non parla. “Non ho augurato buona fortuna alla Bouchard perché non parliamo. Lei è, come dire, diversa. Non posso giudicarla per quello che ha fatto, e nemmeno ammirarla. Non ho niente da dire in merito alla sua persona”. Insomma, in caso di un'eventuale sfida contro la Sharapova, la Halep non avrebbe la stessa “motivazione-extra” che ha spinto "Genie" a giocare alla morte. E pensare che fu proprio la Sharapova, nel 2014, a toglierle il sogno di vincere uno Slam. Dopo aver battuto in semifinale proprio la Bouchard, Masha superò la Halep nell'atto finale del Roland Garros.

GIA' FUORI 11 TESTE DI SERIE
Come è noto, la Sharapova è tornata a giocare dopo 15 mesi di squalifica ma si è presa un epiteto piuttosto pesante dalla Bouchard: “E' un'imbrogliona”. Molto più cauto il giudizio della Halep, che in verità non si è mai distinta per opinioni coraggiose. “Maria è tornata. A dire il vero non ci penso molto, perché a questo livello molte giocatrici sono piuttosto difficili da affrontare. Sinceramente, per me è lo stesso se Maria c'è o non c'è. Non mi sento particolarmente motivata. Non l'ho ancora incontrata, ma per me è lo stesso”. Non c'è dubbio che in campo femminile ci sia meno cameratismo rispetto al maschile, e che ogni giocatrice pensi solo a se stessa. Basti pensare alla figura dello sparring partner, sempre più diffusa, in cui molti uomini vengono pagati per far palleggiare le giocatrici. Le più forti preferiscono così, piuttosto che allenarsi tra colleghe. Nel frattempo, il Premier Mandatory di Madrid ha vissuto una vera e propria ecatombe di favorite: negli ottavi di finale (tutti in campo mercoledì) sono rimaste in gara appena cinque teste di serie: Kerber, Kuznetsova, Mladenovic, Stosur e Halep. C'è tanto spazio per le sorprese: la Spagna, delusa dall'eliminazione di Garbine Muguruza, sogna con Suarez Navarro e Arruabarrena, la Bouchard avrà un'ostica prova del nove contro Angelique Kerber, mentre i francesi sono incuriositi dal derby Mladenovic-Dodin, protagoniste di scaramucce a distanza nei mesi scorsi, con la Fed Cup sullo sfondo (la Mladenovic non aveva apprezzato l'atteggiamento egoista della Dodin). Insomma, ci sarà molto da vedere. Ma anche da ascoltare.