CINCINNATI. Continua la magica estate di Tommy Haas, a ridosso dei primi venti a 34 anni di età. Ha battuto in rimonta Nalbandian. “Ma che peccato non aver mai vinto uno Slam…”
Tommy Haas è stato anche numero 2 del mondo
Di Lorenzo Cazzaniga – 15 agosto 2012
Quando David Nalbandian ha preso un break di vantaggio nel secondo set (dopo aver vinto il primo con 6 setpoint annullati), Tommy Haas sembrava fuori dalla partita. Dopo due settimane a spingere a tutta, con la finale a Washington e i quarti a Toronto, si era stufato di lottare. Meglio prendersi un paio di settimane di riposo e prepararsi allo Us Open, magari facendo due palle con Gianluigi Quinzi, che proprio in questi giorni si è spostato a Bradenton per allenarsi da Bollettieri. E invece ha trovato la forza di rimontare, annullare un matchpoint e vincere 6-7 7-6 6-3 in oltre tre ore di gioco. Monumentale, soprattutto se l’ultima torta di compleanno aveva 34 candeline e la sua carriera è piena di pause per infortuni vari. “Soltanto nove mesi fa avevo pensieri molto diversi in testa – dice il tedesco – volevo solo vedere come andava il 2012. Adesso ho messo su famiglia, e se le cose non fossero andate come previsto, chissà cosa avrei fatto”. E' andata alla grande, con un ranking schizzato dal numero 205 all’attuale 23esima posizione. Tutto è partito con la semifinale a Monaco di Baviera, poi è arrivato il successo ad Halle (in finale su Federer) e le finali ad Amburgo e Washington. L’unico rimpianto riguarda Wimbledon, dove è incappato in un gran Kohlschreiber al primo turno. Quella sconfitta gli è costata una wild card olimpica, ma adesso Tommy è l’uomo più felice del mondo. E non ha nessuna intenzione di smettere, almeno fino a quando la figlia Valentina non avrà la percezione di avere un papà campione di tennis.
La stagione americana, patria che è diventata anche sua nel 2010 (quando ha preso il passaporto yankee), sta offrendo un Haas di altissimo livello. Il prossimo obiettivo è quello di raggiungere le 500 vittorie in carriera. Quella contro Nalbandian è stata la numero 496, quindi non ci sono dubbi sul raggiungimento. Bisogna solo vedere quando. A dispetto dell’età, Tommy è in condizioni fisiche strepitose e finalmente libero da infortuni. “In verità avevo preso qualche chilo a causa dei lunghi stop. C’è voluto più tempo del solito per sbarazzarmi del peso in più, ma alla fine ce l’ho fatta e sono davvero felice”. Felicità mista a malinconia. Tommy è consapevole di non poter essere più competitivo per vincere uno Slam. Probabilmente è stato uno dei più forti di sempre a non raggiungere nemmemo la finale. Un’etichetta che non consola. “Quando ero un bambino il mio obiettivo è sempre stato vincere uno Slam. Evidentemente era destino che non ce la facessi. Nel 2002 ho iniziato ad avere problemi alla spalla, eppure sono riuscito ugualmente a salire al numero 2. Poi i miei genitori hanno avuto un brutto incidente in moto e non ho giocato Wimbledon. Sarei stato la terza testa di serie in un’edizione vinta da Hewitt in finale su Nalbandian…”.
La svolta negativa risale al "dannato" 2002, terminato con un’operazione alla spalla che ha richiesto uno stop di 15-16 mesi. Un’eternità. E in quel periodo si è affacciato nel circuito un certo Roger Federer. “Quell’episodio ha cambiato molto della mia carriera”. Negli Slam, la grande occasione è arrivata all’Australian Open 2002, quando è stato avanti due set a uno contro Marat Safin in semifinale. Se ce l’avesse fatta, in finale avrebbe pescato Thomas Johansson. “Si, è stata una buona occasione. Dopo uno stop di 30-40 minuti sono tornato in campo e non sentivo più la gamba sinistra. E’ stato strano, ma è andata così. Tutti i giocatori hanno il sogno e l’ambizione di vincere uno Slam, ma qualcuno ce la fa e in tanti no. Ma anche diventare un tennista professionista non è male”. L’età gli ha regalato anche la saggezza. Il resto della giornata, in attesa dell’esordio dei big, programmato al mercoledì, non ha offerto sorprese se non l’eliminazione di Andy Roddick, battuto 7-6 6-3 dal lucky loser Jeremy Chardy, che nelle qualificazioni aveva perso da Fabio Fognini. Risultati nell’ordine delle cose anche nel tabellone femminile. La sconfitta di Maria Kirilenko, numero 12 del tabellone, non sorprende perché è avvenuta contro Venus Williams. L’americana è stata molto brava a a riprendersi dopo aver perso il secondo set e si è imposta con il punteggio di 6-3 6-7 6-2. Haas a parte, Cincinnati deve ancora entrare nel vivo.
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