Coraggio e personalità consentono a Madison Keys di battere la giocatrice che 16 anni fa la fece avvicinare al tennis. Impressiona la sua capacità di tirare vincenti sia con il dritto che con il rovescio. Vi raccontiamo qualcosa di lei.
La tavola era imbandita per raccontare la fiaba di Venus Williams, invece la freschezza di Madison Keys ha annaffiato la Rod Laver Arena. Due anni fa c’era stata Sloane Stephens, nel 2014 Eugenie Bouchard. Per il terzo anno consecutivo, l’Australian Open lancia una semifinalista a sorpresa. La Stephens è nata nel 1993, la Bouchard nel 1994, la Keys nel 1995. Tutto torna. Adesso c’è da domandarsi quale sarà il suo futuro. Faticherà come la connazionale o continuerà a crescere come la Bouchard? Difficile a dirsi. Di certo, chi le ha pronosticato un futuro da numero 1 sapeva il fatto suo. Contro Venus Williams non aveva niente da perdere, però era grazie a lei che aveva iniziato a giocare a tennis. Normale che potesse avere un pizzico di timore reverenziale, anche perchè non è detto che Venus avrà altre chance del genere. Poteva intenerirsi. Invece Madison ha giocato con il giusto rispetto, senza però farsi travolgere dalla personalità altrui. E' ha firmato il 6-3 4-6 6-4 finale. Lindsay Davenport, pacata in tribuna come la era in campo, le ha insegnato la giusta lezione. E' scesa in campo concentrata, aggressiva, senza mai pensare al blasone dell’avversaria. Dopo qualche schermaglia iniziale, ha trovato il break al settimo game e ne ha infilato un altro al nono: 6-3. Nel secondo, il possibile dramma: ha iniziato a sentire male alla coscia sinistra (la stessa che l'aveva obbligata al ritiro a Wimbledon), gli spostamenti si sono limitati…ed è franata 1-4 con due break di svantaggio. E’ uscita dal campo per farsi fasciare, e al rientro la partita è completamente cambiata. E’ entrata nei binari della casualità. Lo stop ha messo in crisi Venus, che ha dilapidato il vantaggio fino a farsi riacchiappare sul 4-4. A quel punto ha tirato fuori gli artigli da “vecchia gatta”, come si è autodefinita dopo il successo con la Giorgi. Ha portato a casa il secondo set e tutto faceva pensare all'ennesimo Sister Act in semifinale. Ancora preoccupata dal dolore alla coscia (probabilmente è solo una contrattura), la Keys si è fatta ancora più aggressiva.
MISSILI INTELLIGENTI
Appena possibile, cercava il vincente. Venus, al contrario, giocava soprattutto di rimessa mostrando una buona preparazione atletica nonostante le fatiche dei turni precedenti. I primi tre game del set decisivo sono andati ai vantaggi, con Venus brava a trovare il break del 2-1. A quel punto il disordine si è fatto cosmico, così come le saette della Keys. La sua facilità d’esecuzione è straordinaria e le consente di fare il punto da ogni zona del campo, sia con il dritto che con il rovescio. Poche giocatrici vantano un tale equilibrio nei colpi da fondocampo. Madison fa sanguinare le avversarie con entrambi i fondamentali. In alcune circostanze ha lasciato la Williams a due-tre metri dalla palla. Impressionante. Ok, Venus avrà patito all’improvviso la fatica, ma Madison si è meritata il successo. Ha rimontato fino al 3-3, è di nuovo finita sotto di un break ma ha vinto gli ultimi tre game con autorità, senza incertezze. Alla fine ha alzato le braccia al cielo, naturalmente senza esagerare. L’impressione è che la ragazza non sia un bluff. Normale fare un paragone con Camila Giorgi, da cui ha incassato una stesa terrificante lo scorso anno in Fed Cup. A Cleveland non vide palla, ma la Keys ha vinto la sfida a distanza in Australia. Dopo aver perso il secondo set contro Venus, Camila è uscita virtualmente dal campo. Lei, al contrario, ha lottato disperatamente, continuando a picchiare, ma con un certo discernimento. Ed è stata premiata. La guida di una ex campionessa l'ha certamente aiutata. Con questo successo entrerà tra le top-20, mentre Venus fallisce il ritorno tra le top-10. Salvo eventi improbabili, dovrebbe attestarsi al numero 11. Ma crediamo che, tutto sommato, sia contenta così. E in conferenza stampa, oltre a riconoscere di aver buttato via tante occasioni, ha dato il giusto credito all’avversaria. Ma chi è Madison Keys? Ve l’abbiamo raccontato in questo articolo, qui vi offriamo alcune pillole che servono a inquadrarla meglio.
Ha iniziato a giocare grazie a Venus Williams. Aveva quattro anni, la vide a Wimbledon e le piacquero da morire i suoi vestitini. “Ma ero troppo piccola per rendermi conto della sua grandezza”.
Ha vinto il suo primo match WTA a 14 anni. Le diedero una wild card al defunto torneo di Ponte Vedra Beach e battè Alla Kudryavtseva, allora numero 81. E’ la settima più giovane di sempre ad aver vinto un match a quei livelli. Più che la partita, ricorda la strana sensazione di essere pagata per aver giocato a tennis.
Quella vittoria con Serena Wiliams. Nel 2009, appena 14enne, battè Serena nel World Team Tennis americano. La Williams era reduce dal successo a Wimbledon. Il valore di quel successo è pari a zero, anche se Serena ricorda ancora la pesantezza di palla di quella ragazzina. “In particolare tirava molto forte con il dritto”. Si ritroveranno tra poche ore, in semifinale a Melbourne.
Sarà la migliore teenager nel ranking WTA. Anche se per poco, visto che il 17 febbraio compirà 20 anni. Con la semifinale a Melbourne entrerà tra le top-20, terza americana alle spalle delle sorellone.
Ha già vinto un titolo WTA. Lo scorso anno si è imposta al WTA Premier di Eastbourne, torneo con un buon campo di partecipazione. In finale ha battuto la top-10 Angelique Kerber in uno dei match più belli dell’anno, chiuso col punteggio di 6-3 3-6 7-5.
Il contatto con la Davenport. Al termine della scorsa stagione ha detto al suo manager Max Eisenbud di essere pronta ad avere un team tutto per sè, dopo essere stata guidata a lungo dai coach USTA. Inizialmente la Davenport avrebbe dovuto solo darle qualche consiglio, ma poi è rimasta impressionata dal suo temperamento e hanno trovato un accordo più completo, anche grazie al supporto del marito di Lindsay. Per questo, è saltata la partnership con Wim Fissette.
Superata Sloane Stephens. E’ cresciuta nell’ombra della connazionale, soprattutto quando nel 2012 la Stephens è esplosa a livello di top-100. L’attenzione si è spostata altrove e lei è potuta crescere in tranquillità, senza grandi aspettative. E così, nell’indifferenza generale, ha battuto Na Li (n. 5 WTA) a Madrid 2013, da lucky loser. L’avvisarono di scendere in campo con 30 minuti di preavviso, mentre stava facendo i compiti di algebra.
Rende meglio sul duro e sull’erba. Il suo stile e è da tipica colpitrice americana. Sul cemento ha ottenuto i suoi migliori risultati, ma il suo unico titolo WTA è arrivato sui prati. Tuttavia, le sue caratteristiche potrebbero consentirle di diventare forte anche sulla terra battuta.
Ha uno dei migliori servizi del circuito. Nel 2014 si è piazzata al settimo posto nella speciale classifica degli ace, tirandone 235 in 48 partite. Inoltre ha una buonissima percentuale di trasformazione con la prima palla (68,2%). Alcune prime palle si avvicinano ai 200 km/h,
E’ tra le giocatrici più simpatiche del tour. Quando le hanno chiesto se è sorpresa dei suoi risultati a Melbourne, ha detto che ormai è sul punto di invecchiare. “Prima del torneo mia mamma mi ha mandato un SMS dicendomi che sarà il mio ultimo Slam da teenager. E mi ha spedito alcune immagini di mia nonna. L’ho ringraziata per avermelo ricordato!”.
Non crede alla crisi del tennis americano. Ne ha parlato allo scorso Us Open. “Siamo in grande ripresa, siamo tra i paesi con più top-100.Non è giusto fare paragoni con Serena Williams, una delle più forti di sempre. Non ci si può paragonare a lei, non avrà un’erede. Ci sono tante giocatrici che danno il meglio ma non ci viene dato il giusto credito. Ci vuole un po’ di pazienza, c’è stato un momento di crisi ma oggi le cose vanno meglio. Credo che tra 5 anni ci sarà un ottimo gruppo di americane”.
Si comprerà una borsa nuova. “A inizio torneo mi ero detta che se fossi arrivata alla seconda settimana mi sarei comprata una borsa di Louis Vuitton. A questo punto lo farò. Metterò il resto dei soldi nel conto corrente”. Saranno parecchi, visto che la semifinale offre oltre 500.000 dollari.
Fa l’inviata per SI Kids. Dalla scorsa estate lavora per la versione “giovanile” della più importante rivista sportiva del mondo. Ogni mese pubblica un video in cui racconta la vita nel tour. Non solo le partite, ma anche la scoperta di nuove città, culture, e il tempo libero. Oltre ai video, ha uno spazio anche sul magazine, che può contare ben 3 milioni di lettori.
AUSTRALIAN OPEN 2015
Quarti di finale DONNE
Madison Keys (USA) b. Venus Williams (USA) 6-3 4-6 6-4
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