L’avvicinamento al torneo olimpico di Londra, nel 2012, fu quasi febbrile. L’attesa per Rio de Janeiro sembra un po’ più fredda: forse perché non si gioca nell’incredibile cornice di Wimbledon, o forse perché l’evento non distribuirà punti ATP in virtù di un mancato accordo tra ATP e ITF. Per tanti giocatori, tuttavia, resta una priorità stagionale. E’ così anche per Novak Djokovic, irraggiungibile numero 1 e finalista in 19 degli ultimi 20 tornei giocati (ha fallito soltanto a Dubai, dove si è ritirato per problemi a entrambi gli occhi durante il match contro Feliciano Lopez). L’argomento olimpico è tornato d’attualità a Miami, dove Nole ha risposto a qualche domanda sull’argomento. Dopo la semifinale contro Goffin ha chiarito il suo punto di vista sul mancato pagamento (e relativa causa legale) per un’esibizione giocata in Brasile nel novembre 2012. Quando la notizia divenne di dominio pubblico, si parlò di 146.000 euro non pagati. Adesso alcuni media brasiliani parlano di ben 650.000 dollari ancora da saldare (su un totale di oltre 1 milione). Nole giocò con Guga Kuerten presso il Maracanazinho per festeggiare l’inaugurazione di un campo pubblico a Rocinha. Dopo tre anni senza aver ricevuto il denaro, Nole ha intrapreso una causa legale. Quando gli hanno chiesto un aggiornamento, ha dato una risposta (molto) diplomatica: “Tutto questo non mette in discussione la mia partecipazione a Rio o il mio rapporto con il Brasile. C’è una causa in corso, non ancora conclusa, ma troveremo una soluzione. Io non sono uno che dà priorità al denaro. In Brasile ho vissuto esperienze e situazioni umane di grande valore. Quindi troveremo una soluzione”. A parte la brutta figura di chi non ha pagato, sottolineata dallo stesso Guga Kuerten, che ha parlato di “vergogna”, i soldi sono l’ultimo problema di Djokovic. Già, perché il serbo è ormai a ridosso dei 100 milioni di dollari di soli premi ufficiali.
L’EVENTO SPORTIVO PIU’ IMPORTANTE DI TUTTI
A Rio non saranno in palio soldi, ma una medaglia olimpica (argento dorato e non oro puro, almeno stando al volume dei regolamenti olimpici pubblicato dall’ITF) cui tiene moltissimo. Ad oggi, Nole vanta solo il bronzo conquistato otto anni fa a Pechino. Fu un torneo amaro, soprattutto per il modo in cui perse la semifinale contro Rafa Nadal, sbagliando un clamoroso smash sul matchpoint. A Londra ha chiuso in quarta posizione, battuto da Del Potro nella finalina per il bronzo. Anche in questo senso, dunque, vanno lette le sue ultime dichiarazioni: “Una delle grandi ispirazioni della mia carriera, in questo momento, è il sogno di un oro olimpico – ha detto – non c’è dubbio che mi preparerò al meglio e proverò a giocare al top su una superficie che è storicamente la mia preferita. Di sicuro è quella dove ho vinto di più”. A ben vedere, le Olimpiadi sono l’unico torneo in cui Djokovic non ha mai giocato la finale. “Non vedo l’ora di andare a Rio, non solo per i miei obiettivi, ma anche per il loro valore storico e culturale. La tradizione dei Giochi è straordinaria, si tratta dell’evento sportivo più importante del mondo”. Sarà una mini-scommessa, poiché nelle ultime due stagioni ha giocato il suo tennis…peggiore proprio in quel periodo. Nel 2014, dopo il successo a Wimbledon, si è sposato e poi ha fallito sia in Canada che a Cincinnati, perdendo addirittura negli ottavi. Lo scorso anno ha giocato due finali, ma in entrambi i tornei avrebbe meritato di perdere prima. Nole, sempre attento ai dettagli, avrà notato la tendenza e chissà che non abbia studiato qualcosa per arrivare al 300% in occasione del torneo olimpico, magari a discapito di qualche altro torneo.
ARRIVA IL TIE-BREAK NEL TERZO SET
Il volume dei regolamenti olimpici, 62 pagine di cavilli più o meno interessanti, ci ha informato di una novità regolamentare tutt’altro che secondaria. Come per la Coppa Davis, anche alle Olimpiadi si giocherà il tie-break nel set decisivo. La ragione pare evidente: evitare maratone che possano pregiudicare il rendimento dei giocatori nei turni successivi, tenendo conto che qualcuno giocherà addirittura tre tornei (singolare, doppio e doppio misto). A suo modo è una decisione storica, poiché le ultime edizioni olimpiche hanno vissuto alcuni match epici anche in questo senso. Tutti ricorderanno lo storico Federer-Del Potro a Londra 2012, 4 ore e 26 minuti che costarono a Federer un buon rendimento nella finale contro Murray. O vogliamo dimentirare il 25-23 di Tsonga-Raonic? Nel 2008, Gonzalez batté Blake 11-9 al terzo in una semifinale tesa e polemica (ricordate la beffa del cileno, che negò di aver toccato la palla su un passante di Blake?) A proposito di cileni, lo stesso Gonzalez dovette lottare fino al 16-14 al terzo per conquistare il bronzo contro Taylor Dent. Tutto questo non ci sarà più. Meno fatiche anche per il doppio misto: nel mini-tabellone a 16 coppie, ogni match vivrà un super tie-break ai dieci punti al posto del terzo set.