All’agenzia nazionale Apa, l’ex coach dell’austriaco si è scagliato contro la famiglia Thiem, colpevole a sua detta di essergli poco riconoscente
”Quando alleni giocatori d’élite, vai nei grandi tornei, nei grandi alberghi…si ottiene sempre ottimo cibo. Se ti sei lamentato di una cosa del genere, penso che tu abbia bisogno di uno psichiatra”.
Gunter Bresnik non è di certo un personaggio convenzionale. Nato a Vienna da due medici, ha studiato sulle orme dei genitori per ben 4 anni sino al suo incontro con Horst Skoff, tennista austriaco con best ranking al numero 18 Atp conseguito nel 1990, che gli chiese di accompagnarlo per una tournée di tornei in Sud America. Da lì in poi una carriera da allenatore più che gratificante per Gunter, che l’ha portato anche a ricoprire il ruolo di capitano di Davis dell’Austria nelle stagioni 1992-1993 e dal 1998 al 2004, prima di approdare a tempo pieno sulla panchina del giocatore attualmente più rappresentativo della nazione: Dominic Thiem. Sotto la sua guida, spesso criticata per la programmazione troppo ardita – nel 2016 il tennista di Wiener Neustadt disputò addirittura 27 tornei – e per le sessioni di allenamento che toccavano le 12 ore giornaliere, il classe 1993 ha ottenuti risultati di prestigio issandosi in pianta stabile dietro i famosi, e forse inarrivabili, big three. Un legame solido tra i due, con radici profonde anche in virtù della collaborazione del padre, Wolfgang, con l’accademia di Bresnik nel quale ricopriva la carica di maestro quando il figlio non aveva ancora compiuto 4 anni. Dopo grandissimi risultati e tante soddifazioni – e la pubblicazione del suo primo libro “The Dominic Thiem Metod” – nell’Aprile del 2019 il matrimonio tra i due si interruppe. Senza preavviso e senza spiegazioni, con Nicolàs Massù che subentrò alla guida tecnica.
A distanza di quasi anno, Bresnik è tornato a parlare nel pieno del suo stile di Dominic e la sua famiglia, ritenuta principale colpevole del logoramento del rapporto: “Con il tempo era diventato chiaro come le cose sarebbero andate a finire. Ci sono cose che non capisco: l’onestà, la lealtà, i valori…non è rimasto niente di tutto ciò con loro”. Parole dure, che danno la misura del significato del percorso intrapreso e poi interrotto. Un divorzio che molto probabilmente è stato unilaterale e senza il consenso di tutte le parti coinvolte: “Non puoi interrompere la collaborazione con qualcuno a cui devi tutto. Senza di me suo padre sarebbe rimasto un maestro di circolo, e Dominic uno dei tanti tennisti del circuito Futures”.