Le parole dell’attuale capitano di Coppa Davis sul caso doping che ha coinvolto il numero uno al mondo
“Non ho ricevuto il suo stesso trattamento, e non sono stato per niente bene“. Parla così Guillermo Coria al magazine argentino Clay Tennis sul caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner. Nell’intervista si ripercorre la vicenda dell’attuale capitano di Coppa Davis, che venne trovato positivo al nandrolone nel 2001 e squalificato in prima istanza per due anni, prima che la pena venisse ridotta a sette mesi.
“La positività al doping – spiega il finalista del Roland Garros 2004 – mi ha ucciso, ero al massimo, poi sono tornato con l’odio. Ho speso i miei risparmi per portare dalla Spagna un team di psicologi che mi curassero e mostrassero la mia personalità, ho anche noleggiato una macchina della verità negli Stati Uniti, ho fatto uno studio genetico che mostrava attraverso i miei capelli cosa consumavo, ho mostrato come il farmaco è entrato nel mio corpo, attraverso un complesso vitaminico, di cui non avrei approfittato, ma quando sono arrivato al processo era già deciso“.
L’argentino ha concluso: “È stata una tappa difficile per me e l’ho chiusa, perché non mi sono divertito affatto. L’unica cosa che chiedo è che il trattamento sia uguale per tutti“.