di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Un vero e proprio ciclone è quello che si è abbattuto questa settimana su Guangzhou dove era in programma il Landsky Lighting Guangzhou International Women’s Open, torneo Wta di 220.000 dollari di montepremi, che vedeva al via una sola giocatrice tra le Top 60, Jarmila Groth (Gajdošová da nubile). La slovacca naturalizzata australiana ha fatto un sol boccone di tutte le avversarie spazzate via nel corso di una settimana in cui ha ceduto complessivamente 15 giochi. Migliorato il primato stagionale di Maria Sharapova che in febbraio aveva lasciato per strada solo 21 games durante la sua cavalcata vincente in quel di Memphis.
Il “supporting cast” del torneo cinese non era sicuramente all’altezza della Groth reduce da un’estate molto positiva in cui aveva sfiorato la prima finale in carriera a Istanbul, dopo aver raggiunto i primi ottavi di finale a livello di slam, sia a Parigi che a Wimbledon.
Nulla ha potuto in finale la russa Alla Kudryavtseva, al pari della “aussie” alla prima finale in carriera nel circuito maggiore: 6-1 6-4 il punteggio per “Jarka”, autrice di ben 11 ace (43 complessivi) a fronte di soli 3 doppi falli. Tra le vittime del rullo compressore australiano, anche la nostra Maria Elena Camerin che, però, si è tolta la soddisfazione di tornare nei quarti di finale di un torneo WTA a distanza di poco più di un anno dalla sua ultima apparizione in quel di Portorose.
Il primo successo in carriera consente alla Groth di migliorare il suo best ranking di numero 55. Da lunedì prossimo Jarka salirà al 41° posto, lei che a inizio anno era fuori dalle prime 120.
Allenata da Gavin Hopper, già al fianco di Monica Seles e Mark Philippoussis, Jarmila Groth abbina alla potenza dei suoi colpi una grande mobilità. La particolarità del suo gioco risiede nella capacità di esibirsi in alcuni frangenti (lob, smash) con la mano sinistra lei che, malgrado sia una mancina naturale, gioca prevalentemente con la destra. Non a caso il rovescio (a due mani) è uno dei suoi colpi più incisivi grazie all’apporto della mano sinistra. Insomma una sorta di Nadal “rovesciato”. Il numero 1 del mondo, pur essendo destrorso, è stato impostato mancino dallo zio, in tenera età. Jarmila, al contrario, deve questa “metamorfosi” al fatto di essere nata prematura di un mese. Non muoveva la parte destra del corpo, su cui lavorarono a fondo i genitori, premendo su dei punti particolari fino a quando la metà destra si riebbe. Se da quella parte oggi partono autentici fendenti, il merito è anche loro…
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