Ci ha provato, la Petkovic, a stuzzicare la Williams: brava a trascinarla al terzo, quando cede 6-0. Petrova seconda quartofinalista…

dalla nostra inviata a Roma Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo

 

Sembra proprio che il bello e il cattivo tempo qui a Roma sia Serena a deciderlo, dentro e fuori lo stadio.

L’incontro di oggi di ottavi di finale presentava per lei una sfida inedita contro la giovane Andrea Petkovic.

 

Personaggio curioso la bosniaca naturalizzata tedesca, emergente 22enne impegnata politicamente e cantante per diletto. Tutto si può dire, su Andrea, fuorché manchi di personalità. Un’atleta che si permette di dichiarare “che i partiti in Germania pensano solo a cercare i voti dei pensionati e ignorano i giovani cui mancano ideali e modelli da seguire”, rincarando la dose con un “dovessi scegliere oggi farei un mio partito”, credete possa temere di affrontare Tyson Serena?

 

Del match andato in scena quest’oggi ha colpito soprattutto il carattere della tedesca. Dall’avversaria, regina del circuito con ampio margine sulle inseguitrici nonostante il minor numero di tornei disputati (15), chi conosce questo sport già sapeva cosa attendersi.

 

Serena ha faticato, in avvio di primo set, a guadagnare lunghezze sulla tedesca.

Nei primi 20 minuti, quando nel catino da 10.500 posti ancora si battagliava, bloccati sul 3-2 e difendendo ognuna il proprio servizio, sull’adiacente Pietrangeli Nadia Petrova aveva già sbrigato la pratica primo set contro la Dulgheru per 6 giochi a 0.

 

Non solo la Petkovic sembrava non subire il carisma di Serenona ma, anzi, la stuzzicava con pugnetti e urla vicine a frequenze “ultrasoniche”. Ecco cosa non fare con la minore delle Williams: sfidarla, invitarla al confronto. Perché, se così accade, basta un moto di orgoglio per spingerla sul 6-2. E nel secondo si riprende la lotta, ma la rabbia di Serena è sopita. Questa volta è la tedesca a prendere il largo fino al 4-1 e 40-0. Qualcuno tra gli spalti bisbiglia: “Serena ha deciso che il secondo non le interessa!”. Poi di nuovo un incitamento sopra le righe scuote una Serena dormiente. Ne segue un inevitabile tentativo di rimonta fino al 4-3, ma l’affondo decisivo della Petkovic pareggia i conti. Che la Williams abbia finalmente trovato una sfrontata pronta a rubarle il ring, sfidandola a suon di bordate di diritti e rovesci? Il 6 a 0 del terzo in 27 minuti è per chiunque una risposta più che esauriente.

 

L’andamento altalenante dell’ex Pallacorda tradisce più di una somiglianza con il centrale. Sul finale la scampa la Petrova, trascinata comunque al set decisivo da una interessantissima Dulgheru.

Alexandra come Andrea, forse meglio. Di due anni più giovane della tedesca, in molti la ricorderanno per un clamoroso exploit legato a Varsavia 2009, torneo che conquistò, primo in carriera, dopo essere emersa dalle qualificazioni.

 

Traghettano ai quarti Williams e Petrova. La prima sfiderà la vincente tra Kirilenko e Cibulkova, la seconda la più forte tra Dementieva e Ivanovic.

Petkovic e Dulgheru si arenano, ma solo in attesa della prossima marea favorevole.

 


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