Secondo titolo in 3 settimane per Nico che archivia una splendida stagione sul rosso superando per 7-5 6-1 Richard Gasquet…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

E’ stato il giocatore che più ha messo in difficoltà Rafa Nadal a Parigi, costringendolo per due volte al tiebreak. Un’impresa assimilabile a quella che stava per compiere poche settimane prima a Madrid, quando in semifinale strappò addirittura un set al maiorchino (uno dei due persi da Rafa sul rosso nel 2010) prima di subire la legge del più forte.

Non sorprende quindi che Nicolas Almagro sia stato l’incontrastato protagonista degli ultimi scampoli di terra battuta (prima dell’estemporanea appendice di Bucarest post US Open)  aggiudicandosi a Gstaad il suo settimo titolo in carriera, il secondo nelle ultime 3 settimane, dopo il trionfo di Bastad sull’enfant du pays, Robin Soderling. Non giocava in casa, ma era come se lo fosse, Richard Gasquet, sostenuto a gran voce dagli spettatori presenti a Gstaad, piccola località montana della Svizzera occidentale, non molto distante dal confine con la Francia.

 

Al rientro dopo un mese e mezzo di pausa che lo aveva costretto a saltare buona parte della stagione sull’erba, Richard si è complessivamente ben comportato nel torneo che nel 2006 gli regalò il suo primo titolo sulla terra battuta. Sembrava poter essere il primo di una lunga serie di successi. Così non è stato per una lunga serie di vicissitudini, l’ultima delle quali la fastidiosa e dolorosa infiammazione muscolare intercostale che lo ha costretto ai box nell’ultimo periodo, cui si è aggiunto un problema alla spalla che non gli ha consentito di servire fino al venerdì antecedente al torneo svizzero. Un acciacco che si è ripresentato anche nella finale del torneo svizzero.

 

Contro Almagro, più che battere Richard si limitava a mettere la palla in gioco cercando di angolare il più possibile il servizio. Dall’altro lato del campo c’era invece un giocatore che con il servizio ha fatto la differenza: 17 ace in 9 turni di battuta sono davvero notevoli sulla terra battuta. Un fondamentale, il servizio, che lo ha tradito solo per un istante, quando è andato a servire per il primo set, sul 5-4 in suo favore. Il controbreak del talento transalpino non ha però arginato l’esplosività del murciano che, riportatosi avanti di un break, non ha fallito la seconda opportunità di servire per il set, chiudendo per 7-5, con il 10° ace della partita.

 

Contro un avversario sfiduciato che non riusciva a prevalere nemmeno sulla sua diagonale favorita (quella di sinistra), Almagro aveva gioco facile in un secondo set deciso dal break nel terzo gioco, doppiato due game più tardi, per il 4-1 “pesante” che metteva virtualmente fine al match, conclusosi poco dopo con un severo 6-1.

 

Per Almagro, come detto, si tratta del secondo titolo stagionale (il settimo in carriera su 9 finali, tutte sul rosso), lui che col successo di Bastad aveva interrotto un digiuno che durava da ben 17 mesi (Acapulco 2009). Sempre in Svezia, Nico era riuscito a scucirsi di dosso l”onta” essere l’unico dei primi 7 spagnoli nel ranking a non essere riuscito a cogliere un successo in questo 2010 straordinario per i colori iberici. Il brutto anatroccolo si è trasformato definitivamente in cigno.

 


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