In California, ad Aptos, il lituano di Bergamo Laurynas Grigelis ha fatto un passo forse decisivo nella sua maturazione verso il tennis di altissimo livello. Il 19enne della Future Talent di Brusaporto ha vinto il ricco torneo Challenger americano da 100 mila dollari di montepremi, battendo nell’ordine Yoo, Wang, Ebden, Kunitsyn (numero 1 del seeding) e in finale il serbo Ilija Bozoljac, uno che è stato capace di mettere paura a Federer a Wimbledon, che ha finito per cedere per 6-2 7-6. Avversari difficili, ma stavolta Grigelis ha fatto meglio di tutti, conquistando il suo primo titolo nella categoria cadetta dell’Atp, il terzo in assoluto dopo i due Futures a Wrexham e Agadir. In precedenza, nei Challenger, Laurynas si era fermato a livello di quarti di finale. “Ha giocato un tennis molto solido – spiega Andrea Stoppini, che lo sta seguendo in questa trasferta, sempre in contatto con il coach Beppe Menga e con tutto lo staff di Brusaporto -, ha mostrato una mobilità straordinaria e grandi progressi sul diritto, che ormai è diventato un colpo robusto. Quando imparerà anche a entrare in campo rischiando di più, farà un ulteriore salto di qualità”. La vicenda californiana è ricca di particolari curiosi che la rendono ancora più speciale: la rivincita con Wang, ex top 100 di Taipei che lo aveva battuto solo dieci giorni prima a Newport; e ancora i sei matchpoint annullati con il russo Kunitsyn, l’infiammazione al dente del giudizio che aveva messo a rischio la partecipazione alla semifinale, i tre tie-break vinti su altrettanti giocati e tanti altri piccoli dettagli che hanno costruito un successo inaspettato, e per questo ancora più bello.
Si tratta probabilmente della sorpresa più grossa dell’anno nell’intero circuito Atp, o comunque di uno dei risultati più inattesi della stagione. Un risultato che porta in dote una serie di conseguenze importanti. La prima è subito evidente: il salto in classifica di 133 posizioni, che ha portato Grigelis al numero 240 Atp, ovviamente suo record personale. La seconda è l’approdo trionfale tra i top 10 al mondo under 20, precisamente al numero 7: davanti a lui, tra i nati dopo il primo gennaio 1991, ci sono soltanto Dimitrov, Tomic, Harrison, Carreno Busta, Marti e Kuznetsov. Ma la conseguenza più importante si paleserà a metà agosto, quando il lituano potrà giocare le qualificazioni dell’Open degli Stati Uniti di New York, il primo evento del Grande Slam della sua carriera. Da lì, potrà vedere da vicino il tennis dei campioni, quello dei top 100, e mantenendo questo livello di gioco si giocherà le sue chance per finire nel main draw, con Federer, Nadal, Djokovic e compagnia. Un sogno che ormai è a un passo. E nel momento in cui Grigelis ha capito di essere diventato un giocatore vero, è il caso di ricordare tutti quelli che, a Brusaporto, lo hanno aiutato negli ultimi anni. Dal ceo Stefano Vitale al direttore tecnico Roberto Manenti, passando per il preparatore fisico Dragoljub Kladarin, i coach Menga, Stoppini e Rota. Senza dimenticare tutti gli altri, dal maestro Luca Bruno ai giocatori, che stanno lavorando ogni giorno per far sì che Future Talent diventi una bella realtà del panorama nazionale.
Grigelis, da Bergamo agli Us Open
Il lituano che si allena in Italia vince a sorpresa il torneo Challenger di Aptos, guadagna 133 posti e vola nelle qualificazioni degli Us Open…