L’allieva di Renzo Furlan si è trovata a un solo set dalla vittoria finale, ma ha pagato la partenza deficitaria nel primo set. Secondo titolo dello Slam in singolare per Krejcikova dopo il Roland Garros nel 2021, il dodicesimo complessivamente in carriera tra doppio e doppio misto

Foto Ray Giubilo

Ci ha provato fino all’ultimo Jasmine Paolini, ma così come accaduto lo scorso mese al Roland Garros esce sconfitta dalla finale Slam. Barbora Krejcikova conquista il titolo a Wimbledon e lo fa imponendosi sull’azzurra con il punteggio di 6-2, 2-6, 6-4, secondo titolo Slam per la tennista ceca dopo il Roland Garros del 2021. Non è bastata la reazione di Jasmine che grazie a un break a inizio secondo set era rientrata prepotentemente in partita, ma è stato fatale il break realizzato da Krejcikova nel settimo gioco del terzo set . Da lunedì sarà in ogni caso la nuova numero cinque del ranking mondiale, e con le due finali Slam disputate l’obiettivo Finals è ormai piuttosto alla portata.

Una partenza contratta da parte di Paolini che lascia quasi interamente l’iniziativa all’avversaria, che nel primo gioco della partita trova il break grazie a un dritto vincente. Le difficoltà per l’azzurra non sono però terminate, e dopo essere riuscita a tenere il suo primo turno di battuta è costretta a cedere nuovamente il servizio nel quinto gioco, andando al cambio campo sotto 1-4. Krejcikova infatti riesce ad aggredire con facilità anche la prima di Paolini, che non riesce mai quindi ad avere il controllo delle operazione e proporre il suo tennis continuo e lineare. La tennista ceca chiude il primo set in suo favore dopo 34 minuti e con una ottima prestazione al servizio, con il 90% di prime palle in campo e solo quattro punti persi alla battuta.

Così come accaduto nel match contro Vekic, dopo un primo parziale complicato Paolini riesce ad emergere dalle difficoltà e rientrare prepotentemente in partita. Un break nel primo turno di battuta della ceca le consente di salire subito 3-0, e se da un lato i colpi dell’azzurra escono più sciolti dalla racchetta dall’altro aumentano gli errori commessi dalla ceca. L’andamento del parziale è a questo punto similare – seppure a parti invertite – di quanto accaduto nel primo set, con Paolini che riesce a comandare lo scambio e i tanti errori in lunghezza da parte della Krejcikova. Andata a servire sotto 2-5, la tennista ceca gioca una smorzata sul 15-30 che finisce fuori di poco e manda a set point l’azzurra, dove grazie a un altro dritto che finisce in corridoio riporta in parità la finale di Wimbledon, che si deciderà così al terzo set.

Come spesso accade dopo due set scivolati via piuttosto velocemente, nel terzo e decisivo parziale si va avanti punto a punto, anche in virtù della forte tensione considerata la posta in palio. Appena tre punti persi dalla giocatrice in risposta nei primi sei game del set, senza alcuna possibilità di mettere la testa avanti per l’una o per l’altra giocatrice. L’occasione arriva quasi inaspettatamente nel corso del settimo gioco, quando sulla seconda palla break concessa nel game Paolini commette il primo doppio fallo della partita e cede il servizio, Krejcikova che sale così sul punteggio di 4-3. Seguendo l’ordine dei servizi, la tennista ceca va a servire per il titolo sul 5-4 e dopo aver annullato due palle break chiude al terzo match point utile per trionfare sui prati dell’All England Club e succedere nell’albo d’oro a Marketa Vondrousova.