Fognini e Bracciali restano in campo per quattro ore e mezza, trovano l'intesa durante il match, ma alla fine sono i primi a cedere. Canada avanti 2-1, adesso l'impresa è disperata.
Daniele Bracciali e Fabio Fognini sono arrivati a due punti dalla vittoria
Di Riccardo Bisti – 7 aprile 2013
La maledizione del 27esimo game. In questa lunga, eterna e mitologica notte di Coppa Davis c’è un numero che l’ha fatta da padrone. Mentre Fabio Fognini e Daniele Bracciali stavano rimontando, l’occhio era anche su Boise, dove il doppio serbo ha centrato la grande impresa contro i gemelli Bryan. Ilija Bozoljac e Nenad Zimonjic hanno trovato il break decisivo al ventisettesimo game del quinto set, chiudendo 15-13. Un paio d’ore dopo, al termine di una partita discreta sul piano tecnico ma bellissima su quello emotivo, Fabio Fognini andava a servire sul 13-13 al quinto contro Daniel Nestor e Vasek Pospisil. Era il 27esimo game. I pensieri erano annebbiati, le gambe non rispondevano più. Break a zero e ciao ciao Italia. Quando Daniele Bracciali ha sbagliato l'ultima risposta…erano passate quattro ore e ventisette minuti. Una maledizione. E adesso il Sogno-Semifinale è lontanissimo. Ci vuole un miracolo. Vogliamo affidarci alla scaramanzia? L’impresa italiana passerà per forza da Andreas Seppi, il cui best ranking è stato per anni…il 27. Lo scorso anno ha compiuto il salto di qualità che tutti conosciamo ed è entrato tra i primi 20. Chissà che non sia il giusto viatico per scrollarsi di dosso la maledizione. Per 267 minuti, tutta l’Italia del tennis ha messo da parte antipatie, malumori e politica, ed è scesa virtualmente il campo a Vancouver al fianco del ligure e del toscano, coppia imprevista e imprevedibile. Dopo un inizio da incubo, i nostri hanno trovato un pizzico di intesa, hanno risucchiato i canadesi e sono arrivati a tanto così da un successo che ci avrebbe esaltato. Invece il tabellone segna un risultato che è un pugno in un occhio: 6-3 6-4 3-6 3-6 15-13.
Chi aveva intenzione di seguire il doppio e poi fare un salto in discoteca sarà stato incoraggiato dai primi due set. Il match è scivolato via rapido, bello per loro e doloroso per noi. Il primo set era deciso da un break al sesto gioco: Bracciali non metteva la prima e Fognini affossava in rete la volèe sulla palla break. Nel secondo, il break arrivava al quinto gioco, stavolta su Fognini, a zero. Il ligure ci metteva del suo, tirando due doppi falli. Fino a quel momento, i canadesi sembravano inavvicinabili al servizio. Nestor ci metteva l’esperienza, Pospisil l’entusiasmo e una sorprendente qualità. Sul 4-3 avevamo la prima palla break, ma Fognini buttava in rete la risposta. Sotto di due set, il match assumeva i contorni della caporetto in avvio di terzo. Perdevamo ancora una volta il servizio (altri due doppi falli di Fognini e spettacolare risposta di Pospisil). 6-3 6-4 2-1 e servizio. Poi è successo qualcosa. Gli azzurri hanno trovato il primo break (2-2, sigillato da una volèe larga di Nestor), hanno preso fiducia e succhiato energia dal calo dei canadesi. Nestor iniziava a calare fisicamente, Pospisil si faceva prendere dal panico. “Oddio, vuoi vedere che la perdo al quinto anche stavolta?”. Nel frattempo i nostri crescevano in modo impressionante. Bracciali diventava il migliore in campo, effettuando alcune “parate” sotto rete da paura. E pensare che ha 35 anni…Fognini diventava più solido, si esaltava, trovava spazio per qualche giocata delle sue. Vincevamo il terzo, il quarto era un monologo azzurro (break al terzo e al settimo game, chiusura per 6-3).
E così si arrivava al quinto. L’inerzia era buona, anche perchè Fabio e Daniele hanno trovato l’intesa, tecnica e morale, durante la partita. All’inizio sembravano due separati in casa. Pensate che la sedia di capitan Corrado Barazzutti era in mezzo, come a separararli. Poi hanno iniziato a giocare bene, a divertirsi, a mostrare un body language più amichevole. Si erano resi conte che, punto dopo punto, game dopo game, si stava scrivendo una pagina importante nella storia della Davis azzurra. Il discotecaro col cuore di tennista, probabilmente, avrà rinunciato a negroni e cubiste per restare accanto alla “dupla” azzurra. Il quinto set è stato una meraviglia di emozioni. In un qualsiasi torneo, avremmo detto che il risultato non conta, che c'erano solo vincitori morali. Purtroppo in Davis conta SOLO il risultato e la sorte, scesa tra noi con le sembianze del numero 27, ci ha fregato. Ma restano le palle break annullate dagli azzurri sull’1-1, sul 2-2 (bella volèe di Fognini), sul 6-6 (miracolosa volèe di Bracciali dopo che la risposta di Nestor era stata corretta dal nastro), sul 7-7 (due consecutive, ottimo Bracciali a rete) e soprattutto nell’incredibile game sul 12-12. Sembrava un gioco di routine, con gli azzurri avanti 40-0. Poi, sul 40-30, Fognini lisciava una volèe, Bracciali la lasciava andare e la palla finiva fuori, anzi no. I canadesi chiedevano la verifica elettronica, avevano ragione e iniziava un game folle, interminabile, in cui si è visto tutto, compreso il 40enne Nestor che si è inventato due passantini stretti da fenomeno. I nostri hanno tenuto duro, mostrando un cuore tricolore che va oltre la retorica, e hanno arpionato il game. Ma hanno bruciato troppi neuroni, pagandone le conseguenze nei tre giochi successivi. Dal 13-12, il bilancio è stato impietoso: 12 punti a 4 per loro.
Naturalmente un articolo non può raccontare l’altalena di emozioni vissute in quattro ore e mezza di tennis (le gigantografie dei giocatori canadesi esposte dal pubblico, lo striscione “Nothing is IMPospisil”, il litigio degli italiani con un giudice di linea per un fallo di piede, Fognini che chiude un game e poi scappa in bagno con la racchetta, Bracciali che per lunghi tratti è stato il migliore in campo, Pospisil che ha tirato alcuni pallonetti da fuoriclasse), ma può provare a spiegare perchè abbiamo perso. Ci è mancata la cattiveria nel quinto set, quando i canadesi hanno servito per rimanere nel match in ben nove occasioni. Il servizio di Pospisil era inavvicinabile, ok, ma su Nestor si doveva fare qualcosa di più. Fasciato a una gamba, a un certo punto si trascinava sul campo. Non ne aveva più, doveva essere colpito a morte. Non lo abbiamo fatto e siamo stati puniti. La classe gli è rimasta, tanto che nel game del break si è inventato una gran risposta (non è caso è il 34esimo tennista più ricco di tutti i tempi grazie ai dollaroni conquistati in doppio), ma c’è stato un momento in cui gambe, riflessi e cervello erano annebbiati tutti insieme. Siamo arrivati cinque volte a due punti dal match, ma è mancato il colpo vincente che avevano avuto Camporese-Nargiso a Dortmund contro Becker-Jelen, Gaudenzi-Nargiso a Roma contro Kafelnikov-Olhovsky e lo stesso Bracciali in coppia con Galimberti, quando batterono Nadal-Lopez. Potrebbero pentirsene a lungo, a meno che Seppi non faccia il miracolo contro l’artiglieria di Raonic. Ok, abbiamo perso, il Canada è avanti e probabilmente vincerà. Ma guai azzardare polemiche e dire “se c’era Bolelli”. Sarebbe ingiusto nei confronti di Bracciali, a lungo il migliore in campo, superato solo nel finale da un grande Pospisil. Alla vigilia, abbiamo scritto che Canada-Italia era un match storico soltanto per loro. Adesso lo è diventato anche per noi. Per questo dobbiamo ringraziare Fabio e Daniele. Ma nello sport esiste anche la sconfitta.
CANADA – ITALIA 2-1
Andreas Seppi b. Vasek Pospisil 5-7 4-6 6-4 6-3 6-3
Milos Raonic b. Fabio Fognini 6-4 7-6 7-5
Vasek Pospisil-Daniel Nestor b. Fabio Fognini-Daniele Bracciali 6-3 6-4 3-6 3-6 15-13
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