ROLAND GARROS. Andreas Seppi gioca un match monumentale contro Djokovic, va avanti di due set e lo tiene in campo per oltre quattro ore. Perde al quinto, ma i top 20 sono a un passo.
Novak Djokovic rende onore ad Andreas Seppi
Di Riccardo Bisti – 3 giugno 2012
Per lunghi tratti abbiamo ripassato mentalmente le più grandi imprese dei tennisti italiani negli ultimi 30 anni. Le vittorie di Volandri e Sanguinetti su Federer, quelle di Camporese contro Lendl (a Rotterdam) e Moya (in Coppa Davis), l’exploit di Paolino Canè contro Mats Wilander…Uno scrigno di ricordi che avrebbe potuto impreziosirsi se Andreas Seppi avesse completato l’impresa contro Novak Djokovic. Se ce l’avesse fatta, sarebbe stata di gran lunga l’impresa più grande. Per il palcoscenico, la qualità dell’avversario, il pubblico, il livello del torneo…Seppi ha tenuto in campo il numero 1 del mondo per 4 ore e 18 minuti. E’ finita 4-6 6-7 6-3 7-5 6-3 in una partita piena di situazioni, bella sul piano tecnico e bellissima su quello emotivo. Non è un momento facile per l’Italia. Tra scosse telluriche, crisi economica e calcioscommesse, il tricolore sta soffrendo. Parlando con Stefano Semeraro alla viglia del match contro Djokovic, Seppi aveva timidamente detto che i successi suoi e della Errani avrebbero potuto dare un pizzico di gioia. Frasi che si dicono, ma “Andy” è troppo intelligente per pensare che il tennis possa essere così importante. Ma vederlo giocare così bene, forse anche meglio del numero 1, ci ha regalato fierezza. Abbiamo elogiato mille volte il comportamento di Seppi: dopo aver ricordato che è stato impeccabile anche oggi, vale la pena soffermarsi sulla qualità della sua prestazione tennistica. Seppi ci ha fatto godere, giocando a viso aperto contro Djokovic e mettendolo spesso in difficoltà. Andreas giocava senza paura i punti importanti, ribatteva colpo su colpo e non arretrava mai di fronte al pressing serbo. Anzi, spesso era lui ad attaccarlo. Spingeva con il dritto e pungeva con il rovescio. Dal lato sinistro ha tirato fuori soluzioni straordinarie. Come nel decimo game del primo set, quando ha cancellato una palla break a Djokovic con uno spettacolare rovescio lungolinea. Seppi ha continuato a giocare benissimo anche nel secondo set. E’ andato avanti 5-3, ma quando ha servito per andare due set sopra si è fatto riprendere. Mostrando una solidità mentale granitica è rimasto in partita e ha vinto il secondo set al tie-break. Scene di incredulità sulle tribune. Le telecamere della TV francese hanno spesso inquadrato Francesco Ricci Bitti, presidente ITF, poi c’erano Mansour Bahrami, Ion Tiriac, Ilie Nastase e tanti altri.
Djokovic non era malvagio. Giocava benino, sbagliava qualcosa con il dritto ma nel complesso era presente. Il Roland Garros è l’obiettivo numero 1 della sua stagione, il che toglie ogni dubbio sulla pienezza dell’impegno. Eppure non riusciva a scrollarsi di dosso l’altoatesino. Nel terzo set ha preso per due volte un break di vantaggio (1-0 e 3-2) ma si è sempre fatto riprendere da un Seppi che regalava giocate oltre il limite. A un certo punto ha messo fuori posizione Djokovic con un rovescio in slice, lo ha attaccato con un “backhand” in progressione e ha chiuso con una bella volèe. Così, come se fosse la cosa più normale del mondo. Però il passaggio a vuoto è arrivato ugualmente: sei giochi consecutivi hanno concesso a Djokovic il terzo set e e lo hanno portato 3-0 nel quarto. A quel punto si è vissuto il momento più emotivo del match. Seppi è tornato in partita, ha tenuto due turni-batticuore sul 2-3 e sul 3-4 ed è rimasto in corsa. Sul 5-5 ci abbiamo creduto, sinceramente. Seppi era vivissimo e Djokovic giocava con il terrore negli occhi. Ma nel momento più importante si sono mischiate stanchezza e paura. Un mix letale che ha fatto perdere il servizio a Seppi nel dodicesimo game del quarto, riportando il serbo in parità. Il quinto è stato un lento scivolare verso la resa, ma l’onore è rimasto altissimo. Seppi ha tenuto con le unghie e con i denti fino al 2-2, poi ha subito il break decisivo al sesto game. Indomito, ha provato a ribellarsi nel gioco successivo, quando ha avuto una palla break per tornare in vita. L’ha sciupata arrivando stanco sull’ennesimo dritto in corsa, sparato in rete. Nel punto successivo, un nastro fortunato ha sigillato la vittoria di Djokovic, la terza in carriera dopo aver perso i primi due set. E’ finita così, con l’applauso sincero e convinto dei 15.000 del Campo Chatrier, nonché di un “Nole” sinceramente ammirato. D’altra parte era stato proprio lui a ipotizzare un ingresso di Andreas tra i primi 20. La classifica non lo certificherà lunedì prossimo, poi tra un paio di settimane scadranno i 250 punti della vittoria a Eastbourne 2011, ma gli obiettivi sono indubbiamente cambiati.
Tornando alla chiacchierata con Semeraro, Seppi ha anche dichiarato di preferire Wimbledon al Roland Garros. “Questo torneo l’ho sempre visto come strano, anche se è quello con il risultato migliore”. Traduzione: possiamo essere ottimisti in vista della stagione sull’erba. Adesso si prenderà qualche giorno di pausa nella sua Caldaro, dove dallo scorso inverno convive con la fidanzata Evelyn, poi di nuovo in pista: Halle, Eastbourne e Wimbledon. Con un servizio più incisivo, un quintale di convinzione in più e tante qualità finalmente esibite senza paura, Andreas potrà essere ottimista. E potrà firmare anche lui una delle più grandi imprese del tennis italiano. Se lo merita.
Andreas Seppi lascia il Campo Chatrier tra gli applausi
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