La Grande Sfida di ieri al Mediolanum Forum di Assago non ha convinto. Ma, volendo guardare il proverbiale bicchiere mezzo pieno, abbiamo cercato di individuare i momenti positivi della giornata, le certezze da cui ripartire il prossimo anno + VIDEO … di FRANCESCO CAMANZI

di Francesco Camanzi foto Enrico Schiavi

La Grande Sfida di ieri al Mediolanum Forum di Assago è stato un fallimento? Può essere. Ma, volendo guardare il proverbiale bicchiere mezzo pieno, abbiamo cercato di individuare i momenti positivi della giornata, le certezze da cui ripartire il prossimo anno per offrire all’appassionato pubblico lombardo uno spettacolo degno di tal nome.

– La generale e travolgente voglia di tennis. Il motore che ha alimentato questa Grande Sfida, il sentimento di attesa e aspettativa che ha accompagnato questi mesi ed è esploso nella nutrita partecipazione di ieri. Tra il pubblico, ieri, abbiamo avvistato tante facce giovani, un buon numero di ragazze e ragazzi che, ad ogni finale di partita, si tramutava in una caotica ma gioiosa orda di aspiranti tennisti in cerca di un autografo. E poi le facce note: quelle del re della moda, Giorgio Armani; gli immancabili volti del tennis di casa nostra, la radiosa Lea Pericoli e Angelo Binaghi; e poi Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, campionesse nazionali di tuffi e impegnate in mattinata in una divertente sessione di palleggi con le chiqui girls (ma non si poteva fare di pomeriggio?). Insomma, nonostante l’organizzazione brancaleoniana, la passione genuina del pubblico è emersa e, per un giorno, si è mischiata in maniera eterogenea con i volti delle star del mainstream italiano.

– L’ammirevole collaborazione dell’evento con l’organizzazione Telethon, mediata dall’istituto BNL. Si tratta di uno dei maggiori progetti di fund raising di tutta Europa, supportato da numeri incredibili e confortanti. In oltre vent’anni di collaborazione la Banca ha realizzato 223 milioni di euro, quasi il 50% della raccolta totale di Telethon a sostegno della ricerca contro le malattie genetiche. Che dire. Chapeau.

– E’ vero, i match hanno offerto una qualità del gioco e una velocità di scambio degne di un torneo da circolino. Ma in un’esibizione è altro che conta. Sono le animazioni, il coinvolgimento del pubblico, i balletti e gli spettacolini del caso. Tutte cose che, ahinoi, sono mancate clamorosamente. L’unica a predicare nel deserto è stata Maria Sharapova, indubbiamente la più attesa dal pubblico (oltre che la più vincente, la più pagata, la più professionale e, permettetecelo, la più bella) ma anche quella che, sulla carta, è nota al pubblico di tutto il mondo come la più algida. Ci si aspettava qualcosa in più dalla focosa tarantina Vinci e qualche sorriso in più dal furetto Errani. Le aspettative sulle doti di “entertainer” della timida Ivanovic, invece, erano decisamente inferiori. E invece l’unica a interagire con il pubblico è stata proprio la siberiana, accusata a più riprese in carriera, di essere troppo fredda. Come già detto, Masha ha lanciato un’occhiataccia a un sostenitore di Sarita dopo un “Forza Sara!” sbraitato dagli spalti e, durante il doppio, ha accompagnato qualche punto dubbio con plateali gesti delle braccia, quasi a voler svegliare le sue compagne di gioco più che gli spettatori. Poca roba, certo. Ma quanto basta per apparire più “coinvolta” delle altre.